Cultura e Musica

Naturalmente vera

A cura di Barbarah Katia Guglielmana

“Non disegno per riempire un vuoto ma per vuotare un pieno che è dentro di me e preme.”

AUGUSTO DAOLIO

Il Ponte coperto di Pavia nel suo dipinto è quasi lungo come il Ponte vero, al di là uno scorcio del Borgo con il suo pastello innamorato, questi due fra i quadri esposti da Pina Gennuso nella sua prima personale a Pavia, aperta al pubblico presso lo spazio Urban Center in Piazza Vittoria, dal 25 gennaio al 4 febbraio. Nata in Sicilia la pittrice lasciava il mare che fa nuotare ancora nei suoi dipinti per la pianura padana, che ha imparato a scrutare nelle sue camminate lungo il Ticino, tra la nebbia e una piena, e un tramonto mozzafiato. L’ho conosciuta due giorni prima dello scoppio della prima pandemia del Covid, sulla via del Re Longobardo, danzava con un fiore di San Giuseppe e aveva negli occhi le pennellate di quello che si apprestava a ricreare di quel fiore, e per me è stata subito una questione di feeling! Pina Gennuso nel tempo libero dal lavoro di nonna della sua adorata nipotina, si immerge nei colori prendendo spunto dall’animo di un animale, dalla spiritualità di una costruzione, dal profumo di un fiore che rigetta sulla tela, di dimensioni diverse e che spesso incornia magistralmente, quella immagine che spesso si ha la sensazione che sia più vera del vero come per la polpa delle zucche, che sia sul punto di uscire dalla tela come per le corna del toro, che sia fredda di purezza come la neve delle cime, che sia una fotografia come il vasetto di vetro per i gerani, che sia una strada percorribile come le vie del centro della cittadina universitaria, che cerca di mantenere ancora quella calma che aiuta la conciliazione allo studio e che questo suo disegnare ci insegna a ri-scoprire, e rivalorizzare.

Fausta Rabolini, acquarellista autodidatta, dice della Gennuso: I suoi quadri mi creano un’emozione forte, mi sembra di guardare un soggetto dal vivo, usa colori brillanti che mi trasmettono una grande gioia, colgo in lei qualcosa di profondamente sincero e le sono grata per questo dono di realtà che ci lascia, in un mondo molto costruito e destrutturato. Le auguro un grande successo perchè se lo merita.

E nella galleria che la sta ospitando Pina ci ha portato il suo mondo: lo scimpanzè con la siringa che starebbe bene nell’ambulatorio di un pediatra, i tre splendidi cani che vorresti tutti per amico,  l’uva che fa il vino vero (forse un Buttafuoco o un Timorasso), i calici e lo scorcio di una vineria che farebbero compagnia ai clienti e all’oste, i bimbi al mare che ci risvegliano le fragorose giovinezze, i melograni che auspicano la buona sorte di cui ne vorremmo portare a casa una manciata, le finestre sul sè con l’animo rispolverato dalla compagnia di fiori che sembrano sprigionare le stagioni, come i papaveri che stanno svenendo al caldo dell’estate, perchè si respira anche l’aria dai quadri di Pina! e il toro che sembra voler uscire dalla tela forse ad incrociarsi con quello di Picasso, le galline che si stanno scambiando chiacchiere di popolo forse sulle nuove elezIoni, le fette di anguria che aprono la tavola agli amici più preziosi dei rubini e degli smeraldi, il barbiere al lavoro che quasi si può toccarne la spuma da barba, le uova al tegamino che danno il ritmo di una cucina che apparecchia la semplicità dell’amore, il bosco estivo esploso nelle chiome quasi un Perfect days pavese, e quell’elefante con le sue bianche zanne che tanto piacerebbe al mio amico Ottavio, grande collezionista di elefanti (ad oggi 620!).

Andiamo a conoscerla, ci saprà donare un colore per emergere dal grigio di questi tempi bui…

 Io sono
L’universo è con me
mi spinge
un’occasione
mi dilata l’anima
Ho i brividi
non comprendo
L’universo è intorno a me
mi circonda
mi dà amore
respira insieme a me
L’universo mi sorride
con paesaggi incantevoli
colorati, profumati
L’universo è nei sorrisi dei bambini
nei fiori e nell’erba dei prati
negli alberi
nei fiumi e nei mari
Ora sono commossa
perché non ho più dubbi
Io faccio parte dell’Universo
Io sono l’universo.
Pina Gennuso

 

 

 

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