SINOSSI
Una coppia di detective, il francese Seminoles & il marocchino Ramy, viene sguinzagliata dalle rispettive “nuove” cancellerie di Stato sulle orme dell’inafferrabile UKraino, nell’eccitante scenario esotico, tutto natura ( vento e oceano), del Mogador. Può il vento incessante far imbizzarrire uno stallone (dalle bisacce piene di esplosivo.sporco) fino allo schianto? Oppure sarà piuttosto un depistaggio, dato in pasto ai detective e ai lettori, come il corpo inanimato della fantomatica attrice.duchessa.ucraina trovato sul set tra le rovine del Castello Portoghese? La lunga mano dell’intrigo internazionale, passa per un labirinto di sotterranei e caverne ben protette dalla barriera dell’oceano, dove una setta (dalle antiche origini e rituali che si perdono nel tempo), viene infiltrata dai ciarlatani del Nuovo Ordine Mondiale ( sconosciuta e misteriosa nuova centrale del male-terrorismo, ma già un grado di usare corazzate fantasma), dando origine a un mix di possibili crudeltà ed efferatezze senza paragoni… La nuova centrale del male, pur decapitata una prima volta, come l’Araba Fenice, sa rinascere dalle proprie ceneri…
Avvenimenti importanti e sconvolgenti, per la sicurezza del Mondo Intero, avvengono tra le rovine del Castello Portoghese, sulle cui pareti bivaccano ancora indelebili le ombre di Jimi Hendrix (Castle of sand) e di Mick Jagger, in ESSAOUIRA nei loro anni ‘60, alla perduta ricerca delle contaminazioni musicali con lo Gnawa, la musica berbera … Sullo sfondo, a segnare gli scenari del tempo attuale, anche alcuni fatti dei nostri giorni (il “possibile” Ucrainagate statunitense, i gilet-gialli sotto le finestre dell’Eliseo, la cinematografia indipendente o il primo, possibile attentato terroristico in Italia sul bus Crema-Milano con la storica connessione DNA dei piccoli eroi di oggi con quelli del passato… ma anche velieri carichi di bombe-ormonali alle ricerca di nuove terre da conquistare…)
Nel mezzo i personaggi del romanzo, ciascuno calato nel proprio ruolo a sorreggere e difendere i capitoli di appartenenza: lo stallone spiaggiato, le 2 gabbie della bilancia erotica, il nuovo & clandestino, il principe ivoriano, attraverso i suoi occhiali ho visto, il “canestro” del sole…
Un discorso a parte merita il cap VII (facoltativo) reportage-divertissement 2019, una quasi-parodia dell’intero romanzo, scritto con stile molto differenziato dal resto del romanzo.
A spasso col “Principe…”
Cianciando
“sul come ci si senta nascendo su un albero di bergamotto, mentre il lago appena sotto fa il suo mestiere, mescolando le acque… e la neve sul Baldo sonnecchia indifferente, nel sole tiepido di gennaio…”
Domande
un artista molto prolifero, quale libro tra i tanti che ha scritto preferisce o quello che le è rimasto di più nel cuore?
I libri, come i loro personaggi, finiscono sempre per essere come dei figli ed è difficile stabilire una graduatoria. Ci si affeziona a tutti, tant’è che quando si arriva alle battute finali della stesura si soffre una sorta di nostalgia per l’inevitabile distacco che nel mio caso specifico assume le caratteristiche del “vuoto da disoccupazione per la perdita (fortunatamente momentanea) del ruolo di padre-consigliere di destini e quotidianità altrui”. Proprio come fa un genitore con i figli, nei loro primi anni di vita.
Semmai, riguardo al suo quesito, posso buttar lì un paio di aneddoti su “ibu-tsunami” (madri-tsunami) rappresentato anche nella sua Terra d’origine (l’Indonesia) con il Wayang (Teatro delle Ombre) e una piccola orchestra di Gamelan, sotto l’egida dell’ ONU o meglio della sua branchia migliore il World Food Programme. Molta gente in sala piangeva…
Oppure l’instant-book foto documentato “il Poeta e i carrarmati” (Ucraina 2022) per la difficile ricerca del cruento linguaggio sui campi di battaglia, stemperato nella poesia. Un linguaggio che per natura non mi appartiene, ma che ritenevo necessario riguardo alle sfide mortali della guerra e così lo realizzai attraverso le paure e gli eroismi dei due reporter protagonisti stranieri al fronte… Oltre che con le pacate parole del vecchio poeta di Bucha, il villaggio martire per eccellenza.
ci parli di lei come scrittore.
E come si fa? Direi una vita come un’altra, un lavoro come un altro… tutti ugualmente necessari e importanti. Personalmente non ho in simpatia il genere biografico, tanto meno autobiografico, salvo alcuni aneddoti di rilievo. Ho realizzato comunque mostre fotografiche personali in 4 Continenti, più corti d’autore o docenze in Etiopia e Indonesia (oltre che in Italia). In ogni caso quando inizio un nuovo romanzo mi ci butto a tempo pieno e porto i personaggi in giro con me 24 ore su 24 (dal ristorante al cinema, da una gita al lago o in collina alla sala d’attesa di un ambulatorio medico, ma anche dentro un’immaginaria fumeria d’oppio vietnamita e clandestina in San Francisco o nel misterioso “Tempio delle Omissioni” ben protetto nel pulsante cuore inscalfibile di Odessa, per non parlare del primo covid-party clandestino tra le volte notturne della Sagrada Famiglia a Barcellona…). Scrivo mediamente un romanzo di 300 pagine (normalmente arricchito da mie fotolocation, proprio come in un film su carta) in 30 giorni. È capitato di scriverlo anche in 20 giorni, come “le vie dell’oro” scritto in Indonesia, nell’isola di Lombok in casa panoramica fronte mare, cosi come per “il silenzio mi salverà” scritto in Marocco nel Mogador (l’attuale Essaouira, la città del vento)…un giallo d’autore. Ecco mi piacciono le sfide con me stesso, nel senso di affrontare sempre generi di letteratura che non ho mai affrontato. E così per le foto. Se avverto che un’immagine o una frase mi ricorda qualcosa di già visto, assolutamente non la realizzo. Non a caso in questi giorni ho depositato il marchio: arte O /”arriba”/, come garanzia di Arte Originale, contro le possibili contraffazioni dell’Intelligenza Artificiale.
Secondo il museo Wow di Milano avrei inventato la FOTOFUMETTO, pubblicando il libro “inseguendo i segni del cielo” – Valentina edizioni.
da dove prende spunto per i suoi libri?
Dappertutto, da una frase colta per caso in strada a un panorama visto da un oblò, dove a 10.000 metri, magari gustando un caffè su un aereo mussulmano, si inizia a parlare di Dio con Daniela (la giovane novizia di Madre Teresa, alla sua prima trasferta asiatica presso la Casa della Morte in Pakistan e sedutasi per caso nel sedile di fianco)… Le vite degli altri ti vengono incontro e ti parlano, basta saperle ascoltare e trasformare in romanzato.
ci racconti l’ultimo libro nato.
“Il Principe tra le Nuvole” mi è venuto incontro da solo uscendo da una nuvola che avvolgeva la catena montuosa, nel mio paesino in Alta Savoia francese. Proprio davanti al terrazzo di casa… “Il vicino ideale” mi son detto subito. E così è stato. Abbiamo dialogato attraverso le 80 immagini del libro (quasi tutte poetiche) e i testi scritti come interpretazione delle stesse. Un libro nato interamente sul cellulare in 20 giorni e che alcuni amici “affamati di creatività imprevedibile e insolita” hanno potuto gustare in diretta giornaliera, durante le vacanze estive.
Il tutto a riprova che anche dal cellulare si può fare cultura… In questo caso realizzare una photo-novel dai testi e concetti non banali o scontati.
dove possiamo trovare I suoi libri ?
Su Amazon, per ultimi titoli, ma anche nelle librerie del Cremonese o attraverso i miei social (Facebook, Instagram…)
progetti futuri
Non sono un gran programmatore. Esamino quel che capita di interessante, cammin facendo. In ogni caso, avendo scritto in questi ultimi tre anni di pandemie e guerre europe, sei solidi romanzi “specchio dei nostri giorni ” (di circa 300 pagine ciascuno) seguirò la promessa fatta ai lettori di un nuovo libro all’anno, per Natale. Più qualche mostra foto, probabilmente anche a Pavia. Una città alla quale sono da sempre affezionato sia perché fui in procinto di entrare come studente universitario in uno dei suoi prestigiosi collegi (non ricordo se fosse il Borromeo o il Ghislieri), sia perché da ragazzi venivamo spesso a fare bisboccia nella vecchia trattoria “da Andrea”. Una delle prime vivacissime osterie d’Italia dal tratto schiettamente internazionale…
Provvederò anche personalmente a una prima traduzione in francese di “il Principe tra le Nuvole”, in omaggio al luogo di nascita e di ubicazione del Gigante di Pietra…
In questo istante sto lanciando in aria una moneta per stabilire la precedenza nella pubblicazione del prox romanzo: il Condominio della Musica sulle Ramblas catalane in tempi di pandemia o lo sciamano messicano tutto preso con i suoi riti onirici, in una caverna ridosso alla frontiera americana, a est di Sonora?
Di Manuela Montemezzani