Sabino Napolitano è nato in un piccolo paese della provincia di Ferrara ed è cresciuto ad Andria, in Puglia, dove oggi vive con la famiglia. Ingegnere elettronico, con studi classici alle spalle e la passione per la storia, dopo 40 anni tra sistemi informativi e management aziendale, scopre che gli è rimasta una voglia inespressa (non l’unica, per la verità): quella di raccontare storie. Appassionato di musica, cinema e ovviamente libri, ha un’insana passione per il calcio, praticato da giovane a livello amatoriale.
Nel 2022 ha pubblicato il suo primo romanzo thriller dal titolo “Il destino del calamaro” per i tipi di PAV Edizioni.
Il suo nuovo romanzo giallo “Caccia all’uomo nero” è stato vincitore per il “miglior personaggio non protagonista” alla 4ª edizione del concorso letterario nazionale Giallo Festival 2022.
Nel 2023 con alcuni racconti inediti è risultato vincitore del Premio Internazionale Letteratura Italiana Contemporanea per la sezione ‘Racconto breve”, 3° classificato del Premio Nazionale di Poesia e Narrativa di Acquaviva delle Fonti, finalista nel Premio Letterario Terra dei Padri, nel Concorso Racconti gialli Atlas Ebooks e nel Concorso Letterario Nazionale “Le notti delle Magare”.
Caccia all’uomo nero
Sinossi
In una sera di inizio febbraio sono già le venti e Marilù, giovane quindicenne della
città vecchia di Bari, non è ancora tornata a casa. I genitori preoccupati la cercano
senza riuscire ad averne notizia e, disperati, ne denunciano la scomparsa alla
Polizia. L’unica persona che pare sapere qualcosa è una vicina di casa, che dice
di aver visto Marilù, la sera della scomparsa, in compagnia di ‘un uomo nero’. Il
commissario Sterlicchio, che si scopre essere stato da ragazzo compagno di scuola
di Onofrio Carullo, il padre di Marilù, decide di seguire personalmente le indagini.
Tra i sospettati di essere l’uomo nero, ci sono: un giovane nero senegalese di nome
Amadou, che frequenta la locale Comunità Migrantes, molto amico della ragazza,
il professore di lettere della scuola frequentata da Marilù, che pare non essere
insensibile al fascino della giovane, un collaboratore scolastico della stessa
scuola, che in passato è stato un poco di buono e lo stesso responsabile della
Comunità Migrantes, don Nicola, che è il padre spirituale di Marilù. Tutti
sembrano avere un alibi, ma diventano comunque oggetto di maldicenze e
discriminazioni gratuite. Al commissario arriva anche una lettera anonima che
ipotizza che la persona vista in compagnia di Marilù sia un prete; le attenzioni si
indirizzano sui due sacerdoti della Parrocchia frequentata da Marilù e, in
particolare, su don Nicola, che il Vescovo allontana dalla città. Intanto, Don
Michele Di Stesi, parroco nella stessa Parrocchia e amico fraterno di don Nicola,
viene nominato Vescovo in una diocesi della Locride.
Dopo molti mesi, quando ormai le ricerche di Marilù si sono fermate, don Nicola,
ritornato a Bari, raccoglie la confessione di un vecchio canonico e ritrova il
cadavere di Marilù, nascosto nella cripta della chiesa parrocchiale. Il commissario
Sterlicchio scopre che tutti gli indagati hanno mentito, nascondendo piccole
umane debolezze, ma per nessuno di loro si trovano indizi di coinvolgimento
nell’omicidio. Anche don Nicola viene in possesso di alcuni indizi che gli
pongono inquietanti interrogativi sul possibile coinvolgimento del suo amico
Vescovo. Quando don Michele sta per tornare a Bari per chiarire la sua posizione,
viene assassinato dalla ‘ndrangheta, da lui duramente avversata. Attraverso
dolorose vicende, tra le quali la morte della mamma di don Michele e il successivo
suicidio del padre magistrato, che è nel frattempo venuto in possesso di elementi
che incriminerebbero il figlio Vescovo, il commissario Sterlicchio comincerà a
formarsi un’idea della possibile verità, intuendo però anche che essa potrà portare
solo altre sofferenze e sarà egli stesso assalito dal dubbio se sia opportuno cercare
comunque una verità che forse nessuno vuole più conoscere e che non può più
essere utile a nessuno. Questo dramma interiore prenderà anche don Nicola, che
ha scoperto anch’egli alcuni indizi di un’amara verità. Don Nicola lascerà il
sacerdozio per il rimorso di non aver rivelato per tempo quanto sapeva e il
commissario Sterlicchio chiederà il trasferimento da Bari.
Domande
Ci parli del libro ?
Pur avendo 74 anni suonati, ho pubblicato il mio primo romanzo a giugno 2022; s’intitolava “Il destino del calamaro” ed era definibile un thriller puro, mentre quello appena pubblicato “Caccia all’uomo nero” è un thriller giallo. Però ho scritto anche una decina di racconti, presentati a vari concorsi letterari nazionali e che hanno anche vinto dei premi. Il titolo “Caccia all’uomo nero” nasce da un indizio che viene colto nella fase iniziale delle indagini e viene alimentata la suggestione di accostarlo allo stereotipo favolistico della canzoncina che, almeno ai miei tempi, molte mamme cantavano ai bambini che la sera facevano i capricci e non volevano andare a dormire “Ninna nanna, ninna oh! questo bimbo a chi lo do? lo darò all’Uomo Nero che lo tiene un anno intero”. La suggestione finirà anche per alimentare i sospetti su un giovane immigrato ospitato da una (inventata) Comunità Migrantes e su vari altri indagati che si scopriranno nel romanzo. Va da sé che l’appellativo di “uomo nero” si addice anche a chi ha commesso qualche misfatto e… il resto magari lo scoprirete leggendo. Le vicende narrate condurranno i vari personaggi a confrontarsi con questo tema: cos’è la verità? È un concetto assoluto o, nel limite della natura umana, se ne può accettare una dimensione relativa o anche solo parziale? E la verità va ricercata sempre e comunque? I sentimenti umani possono opprimere a tal punto da non voler cercare una verità magari scomoda e inquietante? Le vicende della storia racconteranno che, in ogni caso, scoprire completamente la verità può essere doloroso e, per farlo, se ne paga sempre un prezzo.
Come nasce un libro con questa tematica ?
La città vecchia di Bari è il palco su cui va in scena la ricerca della verità su quel che è accaduto a Marilù, giovane quindicenne che “in una gelida sera di febbraio” non torna a casa. Il commissario Sterlicchio indaga sui suoi movimenti e sulle sue frequentazioni, ascolta i testimoni, prova a ricostruire l’accaduto. Si scontrerà con i pregiudizi, l’omertà, le piccole e grandi bugie di una storia sbagliata, in cui tutti hanno un pezzo di responsabilità che sono disposti a dimenticare. Chi leggerà il romanzo coglierà alcune analogie con il terribile omicidio di Elisa Claps. Sono vicende profondamente diverse, ma come per molti altri misteri italiani, a lungo irrisolti, ciò che ho voluto proporre come tema del libro è il contrasto che può determinarsi tra la ricerca della verità e i sentimenti umani. Anche nella storia del mio romanzo si racconta come la vita di tante persone possa essere sconvolta da simili situazioni. Nella dedica del libro ho scritto “Alla memoria di Elisa Claps e di tutte le vittime cui è negata la verità”.
I protagonisti sono inventati o presi da persone reali ?
I protagonisti sono assolutamente di fantasia, anche se, come ovvio, sono riconducibili a soggetti reali e nel descriverli ho mutuato caratteri di persone che ho incontrato nella mia vita reale, pur se non c’entrano assolutamente né nella vicenda reale né in vicende analoghe. In particolare, il mio commissario, che si chiama Sterlicchio, nome abbastanza comune dalle mie parti, non è caratterizzato da pesanti tratti di baresità. È un uomo normale, sulla cinquantina, nato a Bari vecchia, da padre fornaio, dal quale forse ha preso l’abitudine di essere molto mattiniero. In famiglia ha sempre respirato un grande rispetto per la legalità e l’onestà personale; ritiene che il suo lavoro non sia del tutto compatibile con la formazione di una famiglia e per questo non si è mai sposato, anche se ora talvolta si chiede che senso abbia la sua vita solitaria. Ha un profondo senso del dovere, un carattere molto diretto, ma non arrogante. Non è religioso, anche se inspiegabilmente ogni tanto si trova ad entrare in chiesa e fermarsi un po’ in silenzio senza un motivo preciso. Ama fare lunghe passeggiate che gli rendono più agevole pensare. Ha il vezzo di massaggiarsi il lobo dell’orecchio sinistro quando cerca di ricordare fatti accaduti molto tempo prima. Per uno dei personaggi del romanzo, inoltre, ho vinto il premio “miglior personaggio non protagonista” al Giallo Festival 2022.
Progetti per il futuro?
Dopo un po’ che avevo terminato la scrittura di questo romanzo, mi è venuto di pensare che non volevo abbandonare il commissario Sterlicchio, che avevo appena creato e così ho deciso di seguirlo. Anche se “Caccia all’uomo nero” ha una sua conclusione che non richiede di per sé un seguito, ho pensato ad un’altra vicenda che lo potesse vedere protagonista e così è nato un terzo romanzo, che al momento rimane nel cassetto in attesa di vedere se l’accoglienza a “Caccia all’uomo nero” sarà positiva.
Dove possiamo trovare questo libro?
Il libro cartaceo si può trovare in tutte le librerie sul territorio nazionale oppure richiederlo se non è disponibile. Naturalmente si può acquistare anche su tutti gli store online (Mondadori, IBS, ecc…) e ovviamente su Amazon, ove, oltre alla versione cartacea standard sono disponibili anche una versione cartacea più economica, con copertina senza alette e carta più leggera e la versione e-book a questo link CACCIA ALL’UOMO NERO : edizioni edito, edit PAV, Napolitano autore, Sabino: Amazon.it: Libri
l’editoria in questo periodo secondo lei ?
Non sono abbastanza navigato nel settore per comprendere appieno lo stato dell’editoria in questo momento. Mi pare accertato e perfino superfluo dire che per i nuovi autori la strada è molto accidentata. Ci sono pochi editori che non chiedano in qualche modo una compartecipazione dell’autore ai costi di pubblicazione e, in genere, con gli editori medio/piccoli e indipendenti, la promozione ciascuno deve farsela da sé. Ho avuto la fortuna di trovare un editore medio indipendente senza essere costretto a sostenere spese, ma arrivare ai grandi editori è molto complicato e la strada, almeno io, ancora non l’ho trovata. Mi è capitato un’esperienza in cui un editore importante aveva avuto una buona impressione del mio manoscritto, ma, non essendo disposto a scommettere su uno scrittore non affermato, mi proponeva una specie di crowdfunding su una sua piattaforma online collegata alla casa editrice.
Di Manuela Montemezzani