Dagli anni Settanta e Ottanta, alcuni artisti, celebri anche oggi, erano bambini e adolescenti che vivevano in provincia di Pavia. Gli stessi che, oggi, anche con premi consegnati al Festival di Sanremo e altre kermesse canore, trasmesse in televisione, e con concerti da stadio.
Sì, un’epoca di cui tutti abbiamo nostalgia. Un modo, anzi un insieme di persone e di luoghi, che ci regala qualche ora come in quegli anni, esiste: deejay, cantanti, lounge bar, pub e discoteche. Luci stroboscopiche e la ricetta è stata preparata.
Quando si parla di un deejay, come ho appena citato, si usa l’articolo maschile “un” o “il”, poiché molti sono ragazzi e uomini. Pavia è molto popolata di artisti, in questo ruolo: alcuni nomi sono gettonati, sin da quando erano le consolle del Celebrità e del Docking ad attenderli.
In questa intervista, invece, “la” dj è una donna, conosciuta con il nome “Dora Lee Live & Music”: una mamma, dal piglio energico di una ragazza, con la figlia che, di una generazione che ascolta “canzoni” improponibili, si scatena sulle note di Madonna, Micheal Jackson e Patti Smith. Non che la bionda rockeggiante non possa esibirsi in brano blues o nella canzone d’autore italiana. Dora ha un talento che rivela sia nel suo personaggio: sì, la si può confondere, anche se lei è più giovane, con la “Material Girl”.
Dora è anche autrice di alcuni suoi brani, disponibili su Spotify, suona una chitarra, spesso soggetto fotografico con lei, in posa sensuale, provocante, inviando un monito agli uomini sulla libertà delle donne e che la sensualità non è una giustificazione di violenza.
Una carriera che è stata battezzata da Giampiero Anelli, uno di quei nomi pavesi citati, in arte “Drupi”, che la invita a farsi conoscere, perché la sua voce non può rimanere solo un talento “fra amici”.
Numerose serate, feste pubbliche e private, ha partecipato a X Factor3, con Claudia Mori e Morgan e si è qualificata tra i primi trenta finalisti.
Nel 2013, Dora incontra e collabora con Neja, la cantante di “Restless”, un “riempipista” degli anni Novanta.
In questo mese, questa artista, che personifica l’empowerment femminile, è impegnata in numerose serate, tra cui il 30, a Lungavilla, al “Mogàn Ristopub”, con cui è stato “amore a prima vista”: dai proprietari, allo staff, al pubblico. Quando avrà qualche minuto da regalarci, le chiediamo la sua esperienza nel svolgere una professione, solitamente, maschile, in una società ancora discriminatoria. Lei, invece, ha molto talento e sia da sola sia con altri colleghi, noti nella storia musicale pavese, non può che far sognare sia con le melodie revival sia con le canzoni attuali e anche con i suoi testi, uno che, oggi più di ieri, dobbiamo imparare, cantare, urlare:
https://music.youtube.com/watch?v=BW8Qkja_3u0