Sinossi
Roma, maggio 1555. Papa Marcello muore improvvisamente dopo soli ventidue giorni di pontificato, e mentre la cristianità è lacerata dalla riforma luterana, la chiesa cattolica è divisa tra Intransigenti e Spirituali che si contendono la successione al soglio pontificio.
Il conclave non è ancora stato convocato, quando nella biblioteca del convento francescano del Gianicolo un giovane novizio si impicca in circostanze misteriose dopo aver confessato a padre Gregorio, il frate bibliotecario, di aver ucciso un uomo a causa di un manoscritto maledetto. Il messaggio misterioso che gli lascia prima di uccidersi svelerà l’abisso terribile di fronte al quale si trova la Chiesa.
Il sommo sacerdote di una setta segreta di satanisti adoratori del dio egizio Seth, il dio del caos, è in realtà il cardinale che guida l’Inquisizione Romana e che potrebbe diventare il nuovo papa. Il suo progetto prevede l’evoluzione del cattolicesimo verso una nuova religione nella quale la figura di Satana andrebbe a sostituirsi a quella di Cristo.
Solo la pubblicazione del manoscritto può salvare la cristianità, ma per riuscire a farlo frate Gregorio dovrà svelare alcuni misteri e affrontare pericoli e situazioni terrificanti che causeranno morti innocenti.
“Il Manoscritto del Diavolo” è un thriller storico con una doppia anima. La narrazione delle straordinarie avventure vissute dal bibliotecario del convento francescano del Gianicolo che deve riuscire a risolvere il mistero che circonda il manoscritto per trovarlo e pubblicarlo al fine di salvare la Chiesa, nasconde al proprio interno una serie di spunti di riflessione sociali e culturali che indagano le profonde debolezze degli uomini che troppo spesso li portano a compiere azioni crudeli dominate dall’odio, nel nome di un Dio e di una religione che professano invece pace e amore.
Le continue commistioni della trama tra fantasia e fatti realmente accaduti spinge il
lettore a una riflessione originale sui concetti di tolleranza, libertà di pensiero, senso
della religione e coerenza intellettuale che dal maggio del 1555 viaggiano veloci lungo
la storia fino a caratterizzare intensamente la quotidianità dei nostri giorni, in un
contesto nel quale la ricerca della verità porta a scoprire che non ne esiste una sola, ma
tante quanti sono gli uomini e le donne sulla Terra.
Biografia
Mi chiamo Stefano Butti, ho 51 anni, sposato con due figli (e un cane). Sono nato a Bergamo e vivo in provincia, a Cenate Sopra.
Sono laureato in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano e con un master
in Management dell’e-business al MIP Politecnico di Milano. Per passione ho studiato egittologia frequentando anche un corso di scrittura geroglifica.
Sono un manager di una multinazionale italiana che si occupa di risorse umane (da 13 anni), con un passato nella consulenza aziendale (per 10 anni).
Ho anche svolto i seguenti mestieri: sandwich maker in un “deli” a Boston,
giornalista pubblicista per un quotidiano (Bergamo Oggi), e per un settimanale (7
Giorni a Bergamo), oltre che per il periodico dell’Università Statale di Milano (Tutto Università). Addetto stampa di politici locali e assistente alla docenza al Politecnico di Milano per due corsi di laurea: economia aziendale e gestione aziendale.
Alcuni anni fa ho fondato insieme ad amici una Onlus (L’Arca di Leonardo) che si occupa dell’organizzazione di momenti di gioco e di svago per bambini e anziani in difficoltà.
Mi occupo della scuola dei miei figli, facendo parte ormai da 10 anni dei consigli di istituto delle loro scuole.
Faccio parte di un “tavolo cultura” e di un “tavolo lavoro” che collabora e supporta l’attività del Comune di Bergamo.
Da 4 anni sono il Presidente della Commissione responsabile della gestione del Sistema Bibliotecario Urbano di Bergamo, nominata dal Sindaco.
Ho da sempre la passione per i libri e per la lettura, e ora mi sono cimentato anche con la scrittura di un romanzo.
“Il Manoscritto del Diavolo” è il primo, al quale spero ne possano seguire tanti altri,
primo fra tutti il secondo romanzo che sto scrivendo, ambientato a Firenze nell’epoca
Domande
Ci parli della trama, da dove ha preso spunto per scriverla ?
Il conclave che fece seguito alla morte di papa Marcello II (maggio 1555) è uno di quei momenti che potremmo definire “sliding doors” della storia. Si scontrarono due fazioni, e l’evoluzione di tutta l’Europa sarebbe stata molto diversa se a vincere fosse stata una piuttosto che l’altra.
Vista con gli occhi del XXI secolo, potremmo dire che ci fu uno scontro tra il bene e il male, dove il bene sta nella visione tollerante del mondo e del credo religioso, mentre il male è l’intransigenza e l’estremismo.
400 anni di storia europea sono stati condizionati da questo momento.
Siamo in piena riforma Luterana. In Europa nascono in continuazione nuove eresie, l’inquisizione è ovunque e la Chiesa Cattolica è profondamente divisa in due fazioni che si combattono senza esclusione di colpi. Il Concilio di Trento, formalmente convocato, non si riunisce perché le divisioni sono tali da impedire qualsiasi tipo di dialogo. Il gruppo dei cosiddetti “Intransigenti”, guidati dal cardinale Gian Pietro Carafa si contrappone a quello degli “Spirituali”, guidato dal cardinale Reginald Pole. Dal conclave uno dei due uscirà papa. In funzione di chi sarà, la storia dell’uomo prenderà una direzione piuttosto che un’altra.
Si tratta, a mio avviso, di un momento straordinario per collocarvi un thriller. Il Manoscritto del Diavolo è ambientato nel periodo che va dalla morte di papa Marcello al giorno della convocazione del conclave. Si narra del fatto che il cardinale che più di ogni altro ha la possibilità di diventare papa è in realtà il sommo sacerdote di una setta di adoratori del diavolo. Il suo obiettivo è quello, una volta preso il comando della Chiesa, di sostituire progressivamente l’adorazione di Satana a quella di Dio.
Solo un uomo può impedirlo. Si tratta di padre Gregorio, un frate bibliotecario. Per farlo dovrà ritrovare un antico e perduto manoscritto, sul quale incombe una maledizione; il “Manoscritto del Diavolo”. Soltanto la pubblicazione di questo documento può impedire al cardinale di diventare papa, ma alla sua ricerca ci sono anche l’Inquisizione e la setta dei satanisti, che faranno di tutto per impedire al frate di riuscire nell’impresa, costellandone il cammino di morti innocenti.
“Il Manoscritto del Diavolo” è un thriller storico con una doppia anima. La narrazione delle straordinarie avventure vissute da frate Gregorio nasconde al proprio interno una serie di spunti di riflessione sociali e culturali che indagano le profonde debolezze degli uomini che troppo spesso li portano a compiere azioni crudeli dominate dall’odio, nel nome di un Dio e di una religione che professano invece pace e amore.
Le continue commistioni della trama tra fantasia e fatti realmente accaduti spinge il lettore a una riflessione originale sui concetti di tolleranza, libertà di pensiero, senso della religione e coerenza intellettuale che dal maggio del 1555 viaggiano veloci lungo la storia fino a caratterizzare intensamente la quotidianità dei nostri giorni, in un contesto nel quale la ricerca della verità porta a scoprire che non ne esiste una sola, ma tante quanti sono gli uomini e le donne sulla Terra.
La chiesa, sempre molto discussa, come ne esce in questo libro?
Innanzi tutto, bisogna precisare che stiamo parlando della Chiesa del XVI secolo, che è molto diversa da quella di oggi. Nei giorni in cui è ambientato il romanzo, la Chiesa era impegnata in un confronto estremamente drammatico con i suoi limiti, che avevano portato alla perdita di mezza Europa. Il primo punto all’ordine del giorno era la lotta (anche con le armi) alle eresie e a tutti coloro che non si allineavano al dettato ufficiale del papa. Il metodo spesso adottato erano le torture dell’Inquisizione. Quindi, stiamo parlando di qualcosa di molto diverso da quello che noi vediamo ogni giorno.
In ogni caso, per rispondere alla sua domanda citerei le parole di padre Belisario, il guardiano del convento francescano del Gianicolo, che ha un ruolo molto importante nel “Manoscritto del Diavolo”:
“La chiesa è una grande famiglia. Una comunità enorme. E in questa enormità tante, tantissime energie positive si devono purtroppo scontrare anche con il male, che ovunque si annida. Anche qui. Anche fra di noi. Anche nella nostra famiglia. E mai come in questi tempi il male che si nasconde nella chiesa è stato così forte, così terribilmente rappresentato nelle sue massime cariche.”
Nel romanzo il valore delle energie positive sono messe molto più in evidenza, rispetto al peso del male che ovunque si annida.
Quali studi o ricerche vanno fatte per scrivere un libro come il suo?
Come dico nel video di presentazione de “Il Manoscritto del Diavolo”, andato in onda in occasione di BookCity Milano 2023 e ora disponibile su YouTube, non sono uno storico, ma un semplice appassionato di storia.
Per scrivere questo romanzo ho dovuto approfondire non solo e non tanto la storia ufficiale, quella dei papi e dei re. Questa la diamo per scontata.
La storia più difficile da conoscere è quella della quotidianità. Ho cercato di fare in modo che le ambientazioni narrate portassero il lettore a sentirsi profondamente immerso nella realtà dell’epoca. Sono quindi andato alla ricerca di fonti che mi svelassero dettagli in grado di rispondere a queste domande: come si vestivano gli uomini e le donne nel 1555? Con quali tessuti? Quali colori? E poi, cosa mangiavano? Come erano arredate le loro case? Cosa vedevano quando uscivano in strada e quali rumori o odori sentivano?
Penso che per scrivere un romanzo storico di qualità sia necessario rispondere in modo approfondito a domande come queste.
Cosa c’è ancora di misterioso nella Chiesa oggi che attrae ancora così tanto ?
Questa è davvero una domanda molto complessa. Tutte le religioni, con le loro istituzioni, i loro dogmi e i loro sacerdoti, rispondono a un bisogno molto profondo e irrazionale che è insito nella natura degli esseri umani: quello di capire da dove veniamo, dove andiamo, e cosa ci aspetta dopo la morte.
Si tratta di un bisogno che si affievolisce con la diffusione della conoscenza, scientifica ma non solo, ma che difficilmente può arrivare a un punto finale.
Insomma, la vita è qualcosa di talmente incredibile e misterioso che non smetterà mai di porci davanti ai nostri bisogni più profondi, siano essi razionali o irrazionali.
Dove possiamo trovare il libro?
“Il Manoscritto del Diavolo”, edito da Bolis Edizioni, si può trovare sia in Internet che in qualsiasi libreria in Italia, immediatamente disponibile o previa ordinazione.
di Savonarola.
Di Manuela Montemezzani