Due Chiacchiere con l' Arte

Bianca vestita di nero di Angela Caputo

Trama :

Calabria, estate 1942. A Tarsia, paese su cui sorge il campo di concentramento situato in località Ferramonti, c’è tanta trepidazione per l’imminente visita del Duce e della delegazione fascista e nazista, con la presenza sul territorio della Wermacht. Il podestà, già impegnato col partito a Cosenza, nomina la nipote Bianca, appartenente alla gioventù mussoliniana fin da bambina, come sua fiduciaria e le assegna il delicato compito di organizzare l’accoglienza per gli ufficiali delle SS e di ispezionare nelle finte vesti di dama di carità il campo di concentramento, al fine di destituire il comandante accusato di essere un anti fascista e amico degli ebrei. Bianca però nasconde qualche segreto dietro la sua divisa del fascio femminile: un fidanzato anti fascista al fronte, la migliore amica ebrea e una famiglia che sotto banco aiuta gli internati di Ferramonti. Il suo ingresso al campo le stravolgerà la vita: incontrerà un’umanità varia, l’accoglienza delle donne ebree nelle baracche, il maestro degenerato e censurato dai nazisti Michel Fingesten e soprattutto lui, il medico tedesco ebreo, Goran Jacowitz. Tra i due nascerà un’amore travolgente e illegale per le leggi razziali in vigore.

 

Biografia:

Nata a Giarre (Ct), tra le pendici dell’Etna e il mar Jonio, dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Classico si è laureata in Lettere Classiche. Ha pubblicato come giornalista pubblicista presso testate locale, lavorato come editing e correttrice di bozze. Ha svolto ricerche di storia locale e nazionale. Ha poi conseguito il Diploma di Specializzazione per l’insegnamento. Da sempre cultrice della storia, in particolare della Seconda Guerra Mondiale e della Shoah, ha insegnato in diverse scuole di ogni ordine e grado. Dopo diverse esperienze come Ghostwriter, ha preso il volo come autrice.

Domande:

Perché la scelta di ambientare il libro in quel periodo storico?

La scelta del periodo coincidente con la Seconda Guerra mondiale non è stata casuale perché per me è stato come un ritorno al passato, soprattutto alle vicende vissute dai miei nonni sotto la guerra. Da sempre mi sento legata a questo periodo storico non solo per il discorso familiare ma anche perché mi sono molto documentata in merito come insegnante di storia.

Come nasce la storia del libro, i personaggi ecc.?

La storia del libro, come già detto, avrebbe dovuto essere la storia di mia nonna sotto la guerra, poi tramite una ricerca su Google sono finita, non so ancora come, nella pagina del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia in Calabria, poco o per nulla conosciuto anche tra gli addetti ai lavori. Nei libri di storia poi non risulta citato, né questo né altri campi fascisti italiani spesso usati anche come transito per le destinazioni tristemente note come Auschwitz o Dachau. I personaggi sono nati da figure storiche realmente vissute di cui mi sono documentata tramite libri di testimonianze o archivi storici o fonti dirette dell’Aned (associazione nazionale dei Deportati italiani). Alcuni personaggi però sono stati totalmente inventati. “Bianca vestita di nero” è l’omaggio a milioni di deportati morti nei campi di sterminio e a coloro che sono riusciti a sopravvivere dall’internamento e da condizioni atroci. Esattamente ottanta anni fa, a seguito dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, avveniva la liberazione del primo campo di concentramento della storia della Seconda Guerra mondiale: a Ferramonti di Tarsia in Calabria, il primo a essere liberato e l’ultimo a essere chiuso nel 1945 dopo aver svolto la funzione di raccolta profughi. Le testimonianze lo ricordano come luogo di salvezza per chi è riuscito a scampare le destinazioni famose all’estero. Questo romanzo però getta luci e ombre su Ferramonti, dando voce agli internati ma anche al popolo calabrese che ha svolto un’opera di volontariato nei riguardi dei prigionieri. Su questo sfondo, dentro il campo di concentramento di Ferramonti, nasce l’amore tra Bianca e Goran. Lei fascista della gioventù mussoliniana e lui medico ebreo, vivono la loro storia con ardore tra paure e sotterfugi, riuscendo a superare l’antisemitismo, i pregiudizi e gli stereotipi.

Che messaggio vuoi mandare con questo libro ai lettori?

Vorrei principalmente dare un messaggio di speranza e resilienza. Soprattutto fare capire che la diversità è una ricchezza e che nessuna guerra può mai spezzare sentimenti importanti come amore, amicizia e umanità. In particolare nel mio romanzo “Bianca vestita di nero” parlo di un medico ebreo deportato in un campo di concentramento italiano. Egli ritrova sé stesso, scende quasi a patti con la realtà fascista innamorandosi di una donna della Gioventù mussoliniana. D’un tratto però quest’uomo pur di difendere il suo amore è costretto a prendere delle decisioni poco pulite. Tengo a precisare che ho ritenuto opportuno descrivere questo personaggio evitando di farlo passare come una semplice vittima della deportazione. Ho voluto descrivere una persona pronta a reagire agli eventi e a scendere a compromessi se necessario. Purtroppo qualche giorno fa è scoppiata la guerra tra Hamas e Israele. Una situazione, questa, che fornisce un motivo in più per leggere “Bianca vestita di nero” e approfondire dunque la lotta per la sopravvivenza del popolo ebraico. Non sono eventi accaduti solamente 80 anni fa. Purtroppo, come possiamo vedere, la storia si ripete! Quindi vale la pena fare un confronto tra passato e presente, conoscere la resistenza e la resilienza del popolo ebraico e riflettere sul fatto che non bisogna dimenticare quanto accaduto onde evitare che tutto possa ripetersi.

Progetti per il futuro?

Sì, ho in progetto la stesura di due libri tra cui un eventuale spin off di Bianca.

Dove possiamo trovare il tuo libro?

Il mio libro è disponibile in tutte le librerie ed è online al seguente link: Bianca vestita di nero https://amzn.eu/d/c2MMr5Z

Eventi presentazioni che hai in programma

Si è appena concluso il Campania Libri Festival a Napoli, al quale ho preso parte col firmacopie del mio libro. È stata un’esperienza bellissima in cui sono stata a contatto con numerosi autori e case editrici. Mi auguro in futuro di partecipare ad altri eventi di questo tipo.

Di Manuela Montemezzani

 

 

 

 

 

 

 

 

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