VajontS 23, il 9 ottobre 2023, a 60 anni dalla tragedia, azione corale di teatro civile su oltre 130 palcoscenici in contemporanea
La sera del 9 ottobre 1963 una frana precipitò nelle acque del bacino alpino realizzato con la diga del Vajont, e l’onda generata provocò l’inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.910 persone, 487 di età inferiore ai 15 anni.
La sera di lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario, quella tragedia diventerà VajontS 23, azione corale di teatro civile messa in scena in contemporanea in oltre centotrenta teatri e luoghi di cultura dall’Alto Adige alla Sicilia.
A Pavia il palcoscenico sarà il Salone Teresiano, le voci un gruppo di attori coinvolti, i promotori Biblioinsieme, la Biblioteca Universitaria di Pavia e il Comune di Pavia, con la Fondazione Vajont onlus 9 ottobre 1963.
Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di ricerca, musicisti e danzatori, personale e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi, dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, ai luoghi non specificamente deputati al teatro come biblioteche, scuole, chiese, centri civici, piazze di quartiere, e ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS 23 sulla base delle peculiarità del suo territorio. Tutti si fermeranno alle 22.39, ora in cui la montagna franò nella diga.
La storia del Vajont riscritta, 25 anni dopo il racconto televisivo, da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, non è più solo un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma diventa una sveglia. Il racconto di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per richiamare l’attenzione su quel che potrebbe accadere.
VajontS 23 varcherà anche i confini con appuntamenti a Parigi, Edimburgo, Ginevra e Maiorca.
Sul sito www.lafabbricadelmondo.org è possibile trovare la mappa completa dei gruppi che hanno aderito e dei luoghi in cui VajontS 23 andrà in scena..
La rete di VajontS 23 nasce da un’idea di Marco Paolini per Fabbrica del Mondo, realizzata da Jolefilm con la collaborazione di Fondazione Vajont.