Dopo il precedente appuntamento, nella rubrica tecnica, per descrivere alcuni aspetti sulla “sicurezza”, è il caso che si faccia chiarezza s quello che veramente vuole essere il vero senso di questo parolone, così usato nei vari discorsi politici e da bar. Si discute molto, e con molto fervore, commentando incidenti sul lavoro, a volte con risvolti drammatici, sottolineando che non si lavora mai in sicurezza. Ma, forse, molti non conoscono le verità sui fatti che accadono. Vi pongo un quesito: secondo le vostre conoscenze, sapreste dire in che contesto accadono gli infortuni più frequenti e con maggior spesa in farmaci o ricoveri ospedalieri? Vi indico alcuni settori: industria, edilizia, navale, aereo, ferrovia, stradale, automobilismo, motociclismo, ciclismo, palestra, nuoto, calcio, ecc. Siete indecisi? Bene! Nessuno di quelli, e altri, sopracitati! Il luogo più soggetto ad infortuni è la nostra casa. Non ci credete? Eccovi alcuni esempi. La signora Maria lucida il pavimento. Il figlio rientra correndo, scivola, capoccia, tre punti di sutura. Il signor Gianni, appende un quadro. Martellata sul dito. Lussazione. Matteo sale sulla sedia per prendere un barattolo in dispensa. Perde l’equilibrio. Vertebra schiacciata. Claudia appende le tende, la scala non è fissata, si chiude e……A pranzo frittura di pesce, olio prende fuoco, Angela crede risolvere gettando acqua. Esplosione. Scottature di 1° e 2° grado. Fabio prepara il caffè, con la moka. Che buono, avvita male i due corpi della caffettiera. La pressione fa saltare la parte superiore che colpisce l’uomo in testa. Taglio e cucitura. Non vi assillo con altri esempi. Cosa abbiamo imparato? Che “gli altri” sono distratti. Ma “gli altri” siamo noi. La sicurezza, spesso, anzi sempre, non è mai troppa.
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La sicurezza in casa
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