Due Chiacchiere con l' Arte

La strada non aspetta di Roberto Frazzetta

Sinossi:

Riccardo Masi è un capitano dei carabinieri ora a capo di una squadra fantasma dei Servizi segreti italiani che opera nel settore dell’antimafia. In passato è stato infiltrato in una delle famiglie più potenti dell’Ndrangheta. Durante quella missione durata cinque anni i suoi valori sono cambiati e messi in discussione perché quel tipo di vita era più affine al suo modo di pensare e riuscendo a conquistare la fiducia di Giuseppe Lo Bianco, capobastone della famiglia, aveva iniziato a prendere le distanze dall’Arma. Durante quel periodo per reggere la tensione al quale era sottoposto, Riccardo aveva iniziato a bere, scatenando una paracusia da stress. Il tradimento di entrambe le fazioni era scattato con l’entrata in scena di un misterioso personaggio che si faceva chiamare solo con il nome di Battaglia: il Vecchio, un reduce del Gladio smantellato dalla Cia. Durante una consegna Riccardo alterato dall’alcol non regge alla vista dell’ennesima violenza su una donna e il suo lato selvaggio gli fa commettere una strage per salvarla.  Passati quattro anni la figura di Riccardo è stata riadattata, è a capo di una squadra di persone simili a lui, nominati gli Evangelisti per il buffo coincidere dei loro nomi. Gli Evangelisti vivono sotto copertura e fanno base nell’anonima cittadina di Cerveteri a pochi passi da Roma. Nel paese, per tutti Riccardo è un biker che gestisce un nostalgico pub per motociclisti. L’unico che sembra sospettare della sua identità è l’ispettore del commissariato del paese: Antonio Ilàri. In verità Riccardo seppur tornato in forma (sia fisica sia mentale) non ne può più di quella vita e insieme a Tania, la sua donna, anch’essa sopravvissuta a sé stessa, ha un piano per sparire e cambiare vita. Con le azioni della sua squadra è riuscito a mettere da parte una discreta somma ma attende un’ultima missione che prevede il sequestro di un’ingente capitale della Ndrangheta e così attuare il suo piano. A pochi giorni dalla loro fuga, durante una serata al suo pub, Riccardo prende le parti di un suo dipendente e per sedare una lite picchia Livio Petrosi, un delinquente di paese. La lite viene filmata e il video messo in rete a sua insaputa. Nel frattempo il Vecchio lo informa del sospetto che nella squadra degli Evangelisti ci sia una talpa. Intenzionato a proseguire per il suo piano, Riccardo non presta attenzione alla cosa e durante l’ultima missione che si modifica con la messa in salvo di un noto narcotrafficante, la squadra mette a segno l’ultimo colpo. A breve una maxi operazione guidata dal ROS metterà in ginocchio la struttura malavitosa calabrese. Manca poco, Riccardo si è procurato il necessario: passaporti falsi, conti cifrati e una consistente somma che gli servirà per sopravvivere. La sera della vigilia della loro partenza, Riccardo e Tania si concederanno una cena per dire addio alla vecchia vita. Nessuno è a conoscenza delle loro intenzioni tranne Michela Nurra la psicoterapeuta che negli anni addietro è stata di supporto per Riccardo e con la quale lui si è aperto del tutto. Durante le sedute con la psicologa Riccardo è riuscito a comprendere la natura del suo disturbo e ha capire quanto Tania sia importante per lui a tal punto da fargli cercare il primo uomo che l’ha strappata alla famiglia per venderla in tenera età, tale Bodahn Klimkin. Arriva il momento della partenza ma all’ora dell’appuntamento Tania inizia a ritardare e a non essere reperibile per telefono. Dapprima paziente Riccardo dopo una mezz’ora inizia a cercarla in giro, poi a casa della ragazza e perfino a Roma arrivando a interrogare Anna un’amica di Tania. Immerso in mille dubbi passa una notte di inutili ricerche fino a quando trova la macchina di Tania sotto casa sua ma della donna nessuna traccia. Solo in quel momento decide di chiedere aiuto al padre di Daniele Ilari, il suo amico e dipendente del pub rimasto coinvolto nella rissa. Il padre di Daniele è l’ispettore Ilàri che da subito si propone di aiutare Riccardo anche per saperne di più sul suo conto. Riempite le formalità della denuncia mentre l’ispettore e il suo collega ispezionano la macchina di Tania sotto casa, da un’auto due uomini armati di fucili d’assalto aprono il fuoco nella direzione di Riccardo. Solo l’agente Ballardi rimane ferito mentre grazie all’intervento tempestivo di Riccardo, l’ispettore si salva riuscendo a rispondere al fuoco. Gli uomini fuggono e Ilàri si accorge che anche Riccardo Masi si è difeso perché è armato. I sospetti aumentano e Ilàri arresta Riccardo per possesso illegittimo di arma da fuoco e lo porta al commissariato. Lì Ilàri lo aggredisce per farsi dire cosa sta succedendo ma non riesce ad ottenere nulla, anzi fatta la telefonata Il questore chiama il suo superiore e Riccardo viene rilasciato e addirittura gli viene restituita l’arma. Riccardo ha chiamato il Biondo al quale racconta tutto. Dopo essersi rintanati nella loro base operativa Il Biondo gli mostra il filmato andato in rete che ritrae Riccardo e successivamente al telefono il Vecchio gli comunica che la sua copertura è saltata. Il Clan Lo Bianco lo ha riconosciuto dal filmato che con tutta probabilità è opera della talpa della squadra e che l’attentato e il sequestro di Tania sono l’inizio della vendetta del clan. Preso dallo sgomento insieme al Biondo riesce a risalire ai filmati della zona dove si vede chiaramente un uomo che entra nella macchina di Tania ferma al semaforo e la dirotta altrove puntandole una pistola. Nel frattempo nel Bunker nascosto in Aspromonte, Nora Lo Bianco, figlia di Giuseppe Lo Bianco potente capobastone del clan riceve nel suo nascondiglio segreto un link dove si apre il video della lite. Riconosce Riccardo il quale credeva morto e che incolpa come traditore della famiglia, spia e colpevole dell’omicidio di suo fratello Carmine anni prima. Nora sta attendendo l’inizio di una maxi operazione che sbaraglierà la concorrenza in Calabria ed è protetta da quelli che lei chiama gli amici americani. A Cerveteri è giorno inoltrato, Riccardo e il Biondo dopo interminabili ore di setaccio sul terminale trovano il filmato della videocamera del semaforo e hanno la certezza del coinvolgimento di un’altra vettura. Una Ford fiesta grigia e il nome del suo conducente, tale Luca Di Nardo. Il Biondo riesce a trovare la geo localizzazione del telefono di Tania. I due si precipitano lì uscendo in fretta e furia dal Pub. Daniele li vede e li segue avvertendo il padre. Arrivati sul posto si accorgono che c’è solo una catapecchia abbandonata. Ci entrano e trovano tracce e oggetti che fanno pensare che Tania sia stata trattenuta in quel posto. Riccardo trova inoltre un test di gravidanza positivo. Tania era in stato interessante. Questa scoperta inizia a fargli perdere la lucidità. L’arrivo della pattuglia con l’ispettore Ilàri aumenta la tensione del momento. Riccardo decide di scoprire alcune carte della sua identità e si rivela all’ispettore con lo scopo di non farsi fermare nelle sue ricerche. Riesce a convincere in parte Ilàri e farsi dare del tempo. Il Biondo trova resti di sigarette intorno al casale e li reperta. Riccardo sa che servirà l’aiuto del Pelato, il RIS che sta sul loro libro paga. Nanni Sforza gli porta i reperti da analizzare mentre aiutato dall’ispettore, Riccardo e il Biondo vanno al domicilio di Luca Di Nardo trovandolo vuoto. Nell’appartamento c’è un allarme e un telefono gsm lasciato sul tavolo. Appiccicato sopra un foglietto con il numero. Riccardo lo compone e dall’altra parte della linea c’è la voce dell’uomo che lo informa di avere Tania. Vogliono uno scambio. I soldi sequestrati al narco in cambio della vita di Tania. Il luogo e l’ora dell’appuntamento gli verranno comunicati all’ultimo. Riccardo sa che se si presenterà con i soldi poi li uccideranno entrambi. Con il Biondo organizzano un piano suicida per tentare di avere una probabilità. Il biondo lo esorta ad avvertire il Vecchio, invece Riccardo chiama l’ultima persona che avrebbe mai contattato. Il suo antico comandante nel ROS. Nel frattempo un altro reperto va al RIS per essere analizzato. Uno spazzolino da denti trovato nel bagno del Di Nardo. Il Pelato è stato ucciso e i risultati delle analisi rubate. Qualcosa sta lavorando alle sue spalle e l’ombra della talpa è sempre più forte. Arrivata la sera a Cerveteri, arriva anche la chiamata che Riccardo aspettava. Intanto le sue turbe tornano a infestargli la testa e ricorre all’anfetamina per rimanere vigile. Riccardo si dirige all’appuntamento, il posto è una fabbrica abbandonata nel comune di Manziana, proprio a ridosso di un bosco. Quando arriva nel posto, un messaggio del Vecchio lo informa che la talpa è Marco Spada. Riccardo è certo che si sta mettendo in trappola, entra con l’arma spianata e scopre DI Nardo morto ammazzato con un colpo in testa. Dal pc lasciato sopra un fusto si avvia una videochiamata: Roberto Brunetti il narcotrafficante appare nella schermata. La richiesta è semplice: i milioni per la donna. Quando Riccardo la vede impaurita tra le mani di Brunetti la paura è forte perché i soldi non sono con lui. Il Narco perde la pazienza e gli da un ultimatum altrimenti ucciderà la donna sotto i suoi occhi in un terribile modo: la farà violentare dai suoi uomini. Riccardo rivela dove si trovano i soldi e attende fino a che il bottino non verrà recuperato dagli scagnozzi del narco e portato direttamente in Calabria. La comunicazione si chiude e Riccardo rimane al buio in attesa tenuto sotto mirino da un cecchino che sta a distanza. I soldi si trovano nel cofano di una macchina poco distante dalla vecchia fabbrica, in uno spiazzo della zona dove ci sono sorgenti di acqua sulfurea. Gli uomini del narco arrivano e prelevano il borsone, i soldi ci sono. Brunetti viene avvertito e la macchina esce dal posto pronta per dirigersi in Calabria quando il Biondo e Nanni li freddano a distanza. L’unico uomo rimasto tenta di chiamare ma la zona è stata neutralizzata dal congegno del Biondo che disturba le frequenze. L’uomo viene fatto prigioniero e portato via dai due insieme ai soldi. Brunetti avvertito del recupero riuscito chiama Riccardo ma invece di rispettare il patto restituendo Tania gli dice che vuole che lui trovi e uccida Nora Lo Bianco. Gli da quattro giorni di tempo. Intanto Michela Nurra viene allertata dai padroni che l’hanno reclutata e in piena notte si dirige a Cerveteri spinta anche dalle mancate risposte di Riccardo. Riuniti in un losco rimessaggio, Riccardo, il Biondo e Nanni fanno il punto della situazione. L’uomo fatto prigioniero è stato torturato e ha parlato rivelando il posto dove tengono Tania: il Mercure a Civitavecchia. Riccardo è deciso a riprendersela con la forza ma sa che fatto quel passo per lui sarà finita. Il Biondo e Nanni non lo lasceranno da solo firmando così la loro condanna a morte. Si preparano in tenuta d’assalto e si recano nella notte inoltrata al Mercure.  Riccardo riceve un messaggio con testo Nautilus. Il Comandante del ROS ha accettato di vederlo. Intanto all’interno dell’hotel, in una delle stanze, Tania è tenuta prigioniera dal suo carceriere e riflette su quanto la vita le stia ripresentando le stesse dinamiche, forte della vita che custodisce dentro di sé si ribella e con astuzia seduce l’uomo che le si rivela essere Marco Spada. Mentre lo seduce attende il momento buono per metterlo fuori combattimento e tentare la fuga ma proprio mentre sta per uscire dall’hotel una mano l’afferra da dentro e una siringa le si conficca nel collo facendole perdere i sensi. Tania viene portata in una macchina del parcheggio e fatta stendere nei sedili posteriore dove con un colpo di pistola a bruciapelo sul cuore morirà. Improvvisamente la corrente salta e tutto intorno cala nel buio. Quello è il primo segnale di Nanni che ha staccato l’energia, coprirà da lontano l’entrata tattica di Riccardo e del Biondo che calati i passamontagna entrano all’interno del Mercure arrivando spediti alla camera dove pensano sia tenuta Tania. Riccardo la recupera e si accorge che non si tratta di lei ma è troppo tardi si sono accorti di loro e devono fuggire agli uomini di guardia. Mentre sta per uscire dallo stabile, Riccardo riconosce Marco Spada. Il Vecchio aveva ragione. Il Blitz è saltato e Brunetti esce scortato dai suoi uomini fuggendo in macchina verso il porticciolo vicino. Riccardo crede che Tania sia con lui e insieme a Nanni insegue il narco che sta lasciando il porto con la barca e utilizzando un ponte salta sulla nave finendo per prendersi un colpo di fucile in pieno petto che lo getta in acqua. La basca si allontana. Nanni recupera Riccardo salvo solo grazie al giubbotto antiproiettile. Il Biondo arriva in loro soccorso. Si ritrovano con la donna salvata in una zona alta di Civitavecchia. Ora sono tutti nei casini. Riccardo rivela loro della storia della talpa e di aver visto Marco Spada al Mercure. La squadra è spaccata. Ma all’alba mentre stanno facendo ritorno a Cerveteri Riccardo riceve la telefonata di Ilàri. Tania è stata trovata assassinata alla necropoli etrusca del paese. Giunto sul posto, Riccardo crolla vedendo il cadavere di Tania. Torna al pub e inizia a bere. La voce dentro è diventata chiara. Il Biondo si addormenta e in quel frangente di tempo il Vecchio fa visita a Riccardo trovandolo a pezzi. Si parlano e appurato che la talpa è Spada il Vecchio lo mette sulla pista della vendetta dicendogli che il loro uomo si era venduto al clan. Deciso a farsi giustizia da solo, Riccardo torna a casa per la prima volta e colto da una crisi di paracusia distrugge il suo appartamento, si taglia barba e capelli per poi andarsene con la moto. Poco dopo Michela Nurra fa la conoscenza del Biondo mentre cercano di trovare Riccardo. Entrano nel suo appartamento trovandolo sottosopra. Michela informa il Biondo del disturbo di cui soffre   Riccardo e capisce che nella psiche del suo assistito qualcosa è riemerso inesorabile. Riccardo ha prelevato tutti i soldi della ndrangheta, si rifugia in un posto isolato e dopo averli accatastati contatta Brunetti in videochiamata rendendolo partecipe del suo atto di bruciare i soldi. Riccardo conoscendo le procedure, fa irruzione nell’obitorio dove tengono la salma di Tania per l’autopsia con l’intento di minacciare il medico legale e farsi dare tutte le informazioni ma entrato nella stanza trova l’aiutante del medico che sta toccando il seno di Tania. Lo picchia brutalmente e obbliga il medico a dargli le informazioni che cerca. Ci vorranno delle ore, tempo che impiega per iniziare da Sara Donati la cameriera che ha messo in rete il video da dove è iniziato tutto, da lei viene a sapere che Petrosi, il ragazzo della rissa, l’ha pagata per filmare la lite e postarla. La picchia e la sfregia lasciandole la stessa cicatrice sul viso che aveva Tania, poi si reca da Petrosi e messi fuori combattimento i suoi coinquilini li costringe ad attirare l’amico a casa. Caduto nella trappola, il ragazzo viene pestato a sangue e confessa di essere stato pagato da Marco Spada in persona per inscenare la rissa. Riccardo torna dal medico legale che lo informa della strana morte di Tania, era sedata quando le hanno sparato al cuore, non ha subito violenza sessuale ed era in stato interessante. Riccardo lascia dei soldi incaricando il medico di occuparsi della cremazione del corpo e si prepara ad incontrare il suo vecchio comandante del ROS con la speranza di barattare un aiuto. Riccardo avverte con una telefonata all’ispettore di come stanno andando le cose e lo invita a togliere Daniele dal locale. Ilàri lo informa che Petrosi a seguito delle percosse è morto. Mentre Riccardo è impegnato nei suoi giri, il Biondo non si rassegna e individua il satellitare di Spada in una piazza di Viterbo, si reca lì con la speranza di trovare il compagno traditore ed è seguito da Michela Nurra che ha il compito preciso di seguire i movimenti della squadra. Ma al posto di Marco Spada trova una delle sue ragazze. Infastidito da quel buco nell’acqua decide di fare di testa sua e di vagliare i restanti membri della squadra. Avverte Nanni di stare attento, poiché di lui si fida e si dirige dal Matteo Del Lungo nella capitale. Durante il tragitto riceve la telefonata del Vecchio che lo convoca per un colloquio. A Viterbo è stato pedinato dalla Nurra che rimane in attesa sulla piazza fino a che non individua Spada e inizia a seguire lui facendo rapporto ai suoi capi. Intanto il Biondo è arrivato da Matteo Del Lungo che confessa di essere stato messo in mezzo proprio da Spada che sotto ricatto lo ha costretto a compiere infamità verso Riccardo. Ha ucciso lui Di Nardo alla fabbrica di Manziana tenendo sotto tiro il Riccardo. Il Biondo lo lascia a terra e lo avverte di stare attento, la squadra è finita e probabilmente moriranno tutti per le cose che sanno. Quando il Biondo torna al Pub incontra velocemente Michela Nurra che gli consegna una busta con un plico. All’interno c’è il suo reclutamento da parte dei padroni americani e la previsione di come si svolgeranno i prossimi eventi. Così il Biondo si reca infine all’appuntamento del Vecchio che lo informa sul tradimento di Spada, Marco si è venduto autonomamente al clan e ora devono recarsi in Calabria per scongiurare l’arresto della boss Nora Lo Bianco, perché Riccardo si recherà proprio lì per terminare la sua vendetta. Il Vecchio gli dice che gli altri membri della squadra sono spacciati e gli offre di salvarsi partecipando alla missione. Il Biondo accetta proprio perché si è avverato tutto quello che era scritto nella lettera a lui recapitata. Il sole sta tramontando e in poco tempo partono dall’aeroporto militare di Furbara con destinazione Calabria. Nel frattempo Riccardo si trova all’appuntamento a Villa Ada e il Comandante non si fa attendere. I due parlano del passato e del fatto che l’Arma non si è dimenticata del tradimento di Riccardo. Inoltre il Comandante informa Riccardo che la dottoressa Nurra fa parte dei servizi segreti americani e che proprio loro dirigono l’orchestra nazionale e sanno tutto di lui anche quello che nessuno doveva sapere. Riccardo si sente tradito e manipolato e mosso dalla rabbia baratta il bunker di Nora con la posizione di Marco Spada. Al Comandante non sembra vero. In pochi minuti una macchina è pronta e nel computer di bordo lampeggia l’esatta ubicazione di Marco Spada. Intanto la maxi operazione inizia e Riccardo a pochissimo tempo così parte in direzione sud, Spada sta andando in Calabria per ricongiungersi con il Clan, proprio come aveva ipotizzato il Vecchio. Guidando oltre i limiti consentiti intercetta la macchina di Spada sulla Telesina, una statale poco frequentata e manda la sua macchina fuori strada. All’interno del veicolo trova la pistola che ha ucciso Tania e due passaporti falsi, per lui e Nora. Marco Spada si risveglia in una stazione di servizio abbandonata, legato nudo ad una sedia e con i cavi elettrici addosso. Riccardo lo tortura facendolo confessare ma quello che sa Spada ha delle lacune e non coincide con l’idea che si era fatto. Spada non conosce Nora, scarica sul Vecchio tutte le colpe. L’unica cosa da fare è andare a stanare Nora. Se quello che dice Spada è vero allora è stato lui a tradire Nora. È stato lui ad essere stato manipolato. Preso dal raptus uccide Spada lasciandolo in quel posto desolato e arriva a San Luca a notte inoltrata e si avventura nel bosco dell’Aspromonte fino a giungere al bunker di Nora. Inizia a forzarlo e Nora esce con le armi spianate. I due si rivedono dopo anni e confrontandosi scoprono di essere stati messi una contro l’altro ma è troppo tardi, il rumore di un elicottero conferma il loro sospetto. Stanno arrivando per ucciderli. Riccardo e Nora scappano nella boscaglia inseguiti dagli uomini del commando, Nora viene colpita ma resta viva rallentando così la loro fuga vengono presi. Sta sorgendo il sole e il Vecchio si presenta a Riccardo e Nora. È la fine. Il Vecchio spiega che con questa mossa metterà fine alla collaborazione Ndrangheta Servizi americani ribadendo il vero sistema per combattere il crimine organizzato ma al momento di farli uccidere i colpi di fucile uccidono gli uomini del commando tranne uno, quello vicino al Vecchio che si scopre il volto e gli punta la pistola. È il Biondo e dalla boscaglia escono Nanni e Matteo Del Lungo armati di fucile. Nora vuole sapere chi ha ucciso suo fratello Carmine anni prima ma il Vecchio non intende darle questa informazione. Incerta sulla colpevolezza di Riccardo gli chiede di giurare sull’antica formula della Ndrangheta. Riccardo ha la possibilità di recuperare quel rapporto e giura ottenendo così fiducia. Uccide il Vecchio vendicando Tania ma il Biondo gli punta la pistola e con il messaggio che il grande fratello (l’Arma) non dimentica gli spara in petto. Il corpo di Riccardo è messo dentro un sacco e portato via da Nanni e Matteo. In lontananza le sirene del Ros stanno arrivando, Il Biondo si presenta a Nora come l’uomo mandato dagli amici americani e la porta in salvo. Poco tempo dopo Riccardo si riprende dentro una jeep dei carabinieri che sta attraversando strade interne all’Aspromonte. Matteo guida e Nanni gli offre da fumare. La morte inscenata era l’unico modo per farlo uscire dal giro. Riccardo Masi è morto. Riccardo è dolorante e intontito dall’anestetico, pensa a Tania mentre la macchina lo porta via. Giorni dopo a Cerveteri si svolge un funerale intimo per Riccardo Masi. Daniele piange la perdita dell’amico ma suo padre, l’ispettore non è convinto della sua morte e si promette di indagare.

 

Epilogo:

Riccardo è in una città del Nord Europa, fissa un mosaico nel bagno di un locale perché gli ricorda Tania. È lì per completare l’opera iniziata. Quando torna al tavolo Michela Nurra lo attende. Non si vedono da molto. Lo chiama con il suo nome originario e gli recapita una busta, i padroni americani vogliono che sia lui a portare a termine quel lavoro. Nella busta c’è una foto di Brunetti, l’indirizzo dove trovarlo e alcuni dossier che parlano del traffico di minori. Michela Nurra sa cosa accadrà a breve in quel pub, è venuta anche per godersi quello spettacolo. Riccardo si alza dal tavolo e va al bancone. L’uomo che lo accoglie è sorridente e ben curato. Fa scivolare sotto i suoi occhi una foto che ritrae Tania sorridente. L’uomo sbianca. È Bodahn Klimkin. Un uomo morto.

 

L’idea dell’autore:

Chi è Riccardo Masi?

In realtà la storia di Riccardo Masi parte da un appunto reale, da un’intervista fatta a una persona che è stata effettivamente infiltrata nelle file della Ndrangheta e la cosa che mi ha colpito non è il periodo in cui la persona è stata infiltrata; la cosa più interessante che volevo raccontare in questo romanzo è come non si esce mai da un’esperienza del genere perché Riccardo Masi, si porta dietro questo retaggio. Infatti il cambio dei suoi ideali ha generato un conflitto interno che lo porta a dare voce al suo demone interiore, ossia una personalità violenta che contrasta con la figura idealizzata del servitore dello stato. Riccardo deciderà di fuggire per allontanarsi da questo suo alterco e sarà proprio la figura del Vecchio, un indomito reduce del Gladio smantellato dalla Cia, ha reclutarlo per sfruttare la sua esperienza per i propri utili. Infatti Riccardo, poiché ha sofferto un senso di colpa nei confronti del Clan, ha tenuto per sé alcune informazioni, proteggendo i membri rimasti della famiglia Lo Bianco: Nora. Il Vecchio aspetterà fino a trovare il punto debole di Riccardo e quando lo identificherà nell’amore che nutre per Tania, utilizzerà quest’ultima come innesco per i suoi scopi. Quello che volevo mostrare in questo romanzo è la tematica del sottile confine tra ombra e luce che è un classico del tema noir ma non solo questo, nello specifico volevo portare l’attenzione sul fatto che il passato è un gioco a perdere, perché le ombre puoi affrontarle o puoi scappare da loro ma non te ne liberi mai.

Biografia:

Roberto Frazzetta classe 76, vive a Cerveteri. Ama la musica, suona il basso e il pianoforte. Pratica arti marziali, bookblogger, legge tantissimo e tiene corsi di scrittura creativa. Questo è il suo primo romanzo noir.

Domande all’autore:

 

Da quale soggetto e perché nasce questo libro?

Qualche anno fa ho avuto l’opportunità di passare del tempo con un servitore dello stato che ha avuto la possibilità di infiltrarsi in una cosca della Ndrangheta calabrese per molti anni. Sono riuscito a intervistarlo e ascoltando le sue parole è nata la scintilla che ha dato vita alla mia storia. La Strada Non Aspetta. Volevo raccontare un noir a tinte forti che trattasse temi attuali ma anche portare l’attenzione sulla psicologia dell’essere umano; mi ha sempre incuriosito sapere come poteva essere la vita di una persona che sceglie di spingersi ai confini della legalità per servire un bene superiore come lo Stato e la giustizia. Un’idea molto romantica se vogliamo.

 

Quanto è stato importante per lei assistere all’intervista che l’ha portata alla scrittura di questo libro??

Direi che l’intervista è stata fondamentale, sia per capire bene i meccanismi politici e sociali che ci sono dietro a un mondo così distante dall’ordinario sia per avere spunti e iniziare un percorso di informazione e raccolta dati intervistando chi è addentrato nel tema. Un processo necessario a chi scrive per risultare più autentico possibile. Inoltre, la parte affascinante è stata quella di cercare di entrare in empatia con l’uomo, il carabiniere infiltrato, comprendere le motivazioni, i sacrifici e i rischi, sentire come le maschere necessarie di una recita durata anni all’inizio ti salvano la vita poi si trasformano come una seconda pelle portando in superficie la natura intrinseca dell’animo umano. Su quella scia ho romanzato il mio personaggio, Riccardo Masi un carabiniere del ROS che nell’esperienza da infiltrato scopre di avere anche lui il suo lato malavitoso e invece di reprimerlo lo integra; un demone che perseguita molti sulla comprensione del concetto di cosa è giusto e cosa sia sbagliato. Mi spiego, consciamente molti di noi sanno quali sono i confini personali tra questi due estremi, tuttavia solo con l’esperienza empirica, solo quando si entra in quella dimensione di vita, quando si fa parte del meccanismo c’è la possibilità reale di scoprire chi si è veramente, cosa c’è davvero nell’anima di ognuno. Questo libro è anche un viaggio dentro se stessi un’introspezione di cambi di vita e di stili e problematiche comuni a tanti.

 

Ci racconta???

Nel romanzo che ha come titolo La Strada Non Aspetta ci sono elementi comuni a molti come per esempio la difficoltà di cambiare vita, di cambiare strada appunto, il concetto di libertà e il tempo che rimane a ognuno di noi per compiere le scelte importanti, quelle che fanno sì che la vita valga la pena di essere vissuta. Portare l’attenzione su temi come la lealtà e l’infamia, verso gli altri e soprattutto verso i propri ideali, anche la possibilità di cancellare la nostra lavagna di vita e ricominciare, fino a fuggire dai fantasmi del passato. Chi di noi non ha pensato almeno una volta, anche irresponsabilmente di fuggire, lasciare tutto e ricominciare un’altra vita anonima altrove? Spesso nel noir, così come nella vita, più il personaggio è tormentato e più questo fuoco interiore lo consuma se non viene ascoltato. A volte però occorre una spinta aggiuntiva, una paura incombente di perdere qualcosa di importante e un amore forte come motivazione, spinta a compiere il passo per cambiare. Riccardo è questo tipo di persona, pronta a tutto per darsi un’altra possibilità anche dove possibilità sembrano non esserci. Ho ambientato la storia nel mio paese, Cerveteri, alle porte di Roma vicino al porto di Civitavecchia. Amo il mio territorio che offre molti scenari adatti alle ambientazioni di noir e thriller e conoscendolo ho potuto descrivere posti e paesaggi aiutando il lettore a immergersi nell’esperienza di lettura e fargli conoscere questo territorio.

 

Dove possiamo trovare il libro?

La Strada Non Aspetta, edito da Bertoni nella collana Ira, è reperibile in tutte le librerie e in tutti gli store on line. C’è anche la versione Ebook per gli amanti del digitale, anche se la magia della carta sembra essere la preferita di tutti.

 

Progetti futuri??

Almeno fino alla prossima primavera mi sto dedicando alla promozione de La Strada Non Aspetta girando l’Italia con presentazioni, festival di genere e partecipando ai concorsi più importanti del panorama italiano. Poiché il romanzo sta riscuotendo molti consensi la casa editrice mi sta proponendo di scrivere il seguito della storia di Riccardo Masi e ci sto lavorando insieme al direttore della collana Ira della casa editrice, Leonardo Di Lascia. Ora mi aspetta un periodo di interviste e raccolta materiale e poi la stesura. Il progetto mi mette molta frenesia.

 

Dove possiamo seguire lei e i suoi progetti di promozione, presentazioni etc.??

Ho affidato tutto alla realtà dei Social (Instagram e Facebook) dove ci sono tutte le mie letture, le iniziative e gli appuntamenti futuri, inoltre mi diverte la realizzazione di piccoli clip video dove leggere e raccontare spezzoni tratti dal romanzo.

 

Ci può raccontare dei suoi progetti futuri?

Ho appena terminato la stesura di un nuovo lavoro che troverà natali il prossimo anno. Il genere è sempre noir, thriller ma a fare da sfondo alla storia c’è la guerra nella ex Jugoslavia. Una tematica che mi sta a cuore di cui se ne parla troppo poco. Grazie dello spazio concessomi e auguro a tutti buona lettura sperando che La Strada Non Aspetta possa intrattenervi con una storia intensa e lasciarvi qualche riflessione sulla natura della vostra Strada. Grazie Roberto Frazzetta

Di Manuela Montemezzani

 

 

 

 

 

 

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