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Alla scoperta dei rimedi “antichi”… La Valeriana

Uno dei rimedi naturali più diffusamente ‘prestato’ alla farmacologia allopatica è sicuramente la Valeriana, una pianta tipiche delle zone più umide dei territori montani della nostra penisola.
La Valeriana di cui parleremo oggi è quella Officinalis, ossia la variante spontanea e ricca di inflorescenze, molto differente dalla varietà di insalata, la cosiddetta Valeriana Iocusta o songino, una pianta erbacea annuale, appartenente anch’essa alla famiglia delle Valerianaceae e presente ormai sulle tavole di molti di noi.
La storia dell’uso farmacologico della Valeriana Officinalis è molto antica e risale addirittura al IX secolo, quando un medico egiziano ne scoprì per la prima volta le potenzialità. Come abbiamo già visto per altri rimedi, in realtà l’utilizzo antico della pianta si discostava decisamente da quello attuale: nel Medioevo la Valeriana era infatti considerata una sorta di “panacea” contro tutti i mali e si riteneva fosse addirittura in grado di guarire l’epilessia. L’uso principale nell’antichità era quello febbrifugo e antipiretico ma sappiamo che alcune popolazioni del Centro America la utilizzavano come tonico del sistema nervoso, per alleviare la fatica eccessiva. Nel mondo attuale la Valeriana è un ottimo sedativo naturale, favorisce il rilassamento ed è molto utile in caso di manifestazioni ansiose e palpitazioni ad esse correlate. Si ritiene che essa costituisca un rimedio interessante per le problematiche di umore connesse alla menopausa e che possa anche fungere da stimolante dell’appetito in soggetti depressi e provati da angoscia profonda e insonnia.
Una curiosità riguarda poi i nostri amici a quattro zampe in quanto la Valeriana sembra scatenare curiosi effetti sui gatti; per alcuni di essi la pianta avrebbe una capacità stimolante, tanto da indurli a rotolarvisi forsennatamente intorno, facendo le “fusa” per la felicità. Non è dunque casuale il fatto che, in alcune zone d’Italia, la Valeriana venga impropriamente chiamata ‘Erba gatta’.
Sconsiglio dunque di usarla per calmare i mici di casa mentre l’effetto rilassante sul nostro organismo è decisamente importante, nonostante esistano le cosiddette “eccezioni che confermano la regola” : in alcuni soggetti si può infatti scatenare una reazione “paradossa”, ossia uno stato di agitazione contrario al principale effetto della pianta. In questo caso è sufficiente sospenderne l’utilizzo e affidarsi ad altri rimedi naturali che abbiano un tropismo analogo, come ad esempio la passiflora o il biancospino. Come sempre sconsiglio di affidarsi al “fai da te”: rivolgetevi sempre ad un professionista della medicina naturale Naturopata, Erborista o Medico versato nelle terapie integrate, il quale sarà in grado di individuare il rimedio più adatto alle vostre esigenze.
Io per oggi vi saluto caramente e vi dò l’appuntamento alla prossima uscita, naturalmente a giovedì!
Cristinacavallero.nat@gmail.com

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