Molte serate, dalla Sardegna all’estero, dagli amici alla televisione, a una sua orchestra. Numerose iniziative, con lui protagonista, in provincia di Piacenza, con i suoi numerosi fans, che lo affiancano in ogni serata, anche lontane ed è così che nel minuscolo paese di Verretto, celebre con la sua storica gelateria, questa estate, è tornato per la terza volta e con quello sguardo magnetico ha rapito ragazzi, adulti e anche signore che lo seguivano, quando era un ragazzo e già imitava Elvis Preasley, nel programma di Paolo Limiti, in modo ineccepibile.
Nato in Sardegna Nicola Congiu (Niko) è cresciuto sapendo che sarebbe diventato un cantante. Da autodidatta, inizia la sua carriera cantando nei circuiti dei Piano Bar e Balere d’Italia. Seguendo gli esempi dei suoi musicisti preferiti come Elvis Presley, Tom Jones e Sam Cooke, Niko è riuscito a creare un personaggio elettrizzante in grado di catturare un pubblico di tutte le età.
Nel febbraio 2008, ha aperto il concerto di una delle stelle della musica mondiale, Celine Dion. Il performer è un personaggio in ogni aspetto, anche la sua imitazione di Totò è celebre e, ieri, ha regalato un accenno.
Con il pubblico, egli stabilisce un rapporto simbiotico: sembra ti conosca e piace a molti, fa ballare, consente a giovani di cantare con lui, con, purtroppo, una breve tempistica a serata, poichè, fosse per il suo carattere generoso, offrirebbe un’occasione a tutti!
Ieri, è stato il turno di Maicol Diaz, già cantante nell’orchestra di Franco Bagutti, giovane leva, di un talento che stupisce!
Una canzone che offre un’atmosfera silenziosa, quasi magica, è: “Non potho reposare”, un inno al popolo sardo e la Fondazione Maria Carta rende omaggio ai sardi nel mondo con una nuova e particolare versione di “Non potho reposare” (“A diosa”), incisa su un cd inviato gratuitamente a tutti i circoli degli emigrati dall’Isola. Sono una novantina quelli sparsi nel mondo. La canzone compie 110 anni e Congiu abbraccia, con un timbro di voce deciso quanto sacro, quasi una preghiera. Un artista, come lui, non può che meritarsi l’aggettivo “poliedrico”!