1892, Genova fondazione del Partito dei Lavoratori Italiani :Questo richiamo alla memoria vuole misurarsi con l’idea di fondo della ricostruzione di una soggettività rappresentativa posta oltre le antiche separatezze rievocando l’importanza storica di quel momento fondativo.
Un esempio di coraggio e di lungimiranza politica datato 1892 ma di grande attualità nella sua essenza di capacità nel progettare il futuro: forse quella capacità che a noi manca nel saper riproporre oggi l’essenza di una presenza della sinistra rivolta sempre coerentemente al riscatto dei ceti sociali sfruttati in modo diverso, ma forse sempre eguale, da un capitalismo sempre più tentacolare, arrogante, manipolatore, ignaro non tanto dei diritti soggettivi ma del senso della vita intesa come lotta eterna per il riscatto sociale e il cambiamento dello “stato di cose presenti”.
Nel corso del primo ventennio del nuovo secolo si sono registrati alcuni passaggi fondamentali che hanno determinato un profondo mutamento nei rapporti economici, politici, sociali:
1)Gli attentati dell’11 settembre 2001 hanno riportato la guerra come fattore essenziale di un’idea di democrazia da esportare attraverso l’operato del “solo gendarme del mondo”;
2) La crisi dei subprime (2007-2008) ha mostrato per intero la fragilità del meccanismo del capitalismo globalizzato e ormai esclusivamente finanziario;
3) Almeno dall’inizio degli anni’10 si è aperto un nuovo livello di confronto globale protagonista la Cina avendo come posta possesso e dominio delle nuove tecnologie e delle risorse indispensabili per imporre al mondo un nuovo modello di “solitudine tecnologica”;
4) L’inedita emergenza sanitaria globale principiata nel tardo inverno 2019 – 20 ha sconvolto l’insieme dei rapporti economici e scompaginato il complesso degli assetti sociali. Un’emergenza che avrebbe dovuto ribaltare le priorità nella graduatoria delle contraddizioni proponendo l’idea di un diverso modello di economia, lavoro infine di vita ,fondato sull’idea del “limite” (il socialismo della finitudine). Invece l’emergenza sanitaria ha portato ad una concentrazione dei poteri sul piano politico e ad un allargamento a dismisura delle disuguaglianze tra i popoli e all’interno delle nazioni riportando il mondo sull’orlo di una possibile guerra totale.
5) Dal febbraio 2022 è iniziata l’invasione russa in Ucraina: operazione ancora drammaticamente in corso, causa di indicibili lutti e di rovine non riparabili e – soprattutto – ben lontana dal trovare una soluzione che non sia quella della tensione permanente e del ritrovare logiche da “blocchi contrapposti” fra le grandi potenze, ponendo in vista delle prossime elezioni europee il tema della coincidenza NATO/UE;
6) In Europa e in Italia è emersa una tendenza di raccolta di consenso al populismo di destra (alimentato anche dalla questione dei migranti sospinti alla fuga dalle guerre e dai regimi dittatoriali in Africa) che nel nostro paese è sfociata (anche grazie ad una legge elettorale pericolosamente sbagliata proprio sul terreno dell’equilibrio della traduzione dei voti in seggi parlamentari) nell’avvento di un governo di destra colmo di ideologie nazionaliste e corporative.
Questi sei punti (comunque in questa sede lacunosamente riassunti) hanno inciso profondamente sulla fragilità complessiva del sistema politico italiano acuendone le contraddizioni.
Hanno avuto origine fenomeni di antipolitica con rigurgiti di nazionalismo , razzismo, vocazione autoritaria, messa in discussione del ruolo del Parlamento e dei consessi elettivi locali in un quadro di modifica delle stesse coordinate costituzionali di fondo al riguardo della forma parlamentare di governo
Nell’Italia degli anni ‘20 del XXI secolo il fenomeno più deteriore che si è potuto osservare è stato quello della perdita della capacità di cogliere quella che era stata definita “l’energia sociale del lavoro”.
L’ansia di porre il profitto al centro di una non meglio precisata “ripartenza” ha di fatto cancellato qualsiasi logica di diritto, sicurezza, stabilità del lavoro all’interno di una società dominata dal l’individualismo competitivo.
Si è aperta la strada al via libera “contro” ogni regola e qualsiasi compatibilità: c’è chi ha scritto (ed è necessario confermarlo) che in nome dell’autonomia del capitale si è riproposto il “connotato di classe” (come se fosse stato logico illudersi della scomparsa della contraddizione di classe, come avrebbe preteso il pensiero mainstream dall’89 in avanti).
L’Italia è un paese socialmente abbruttito, soggetto ad un agire politico in larga parte fondato sulla “logica di scambio”, dove si sta zitti davanti a tutte le ingiustizie.
Abbiamo perduto una capacità di rappresentanza che abbiamo il dovere di riproporre in una chiave non difensiva ma di forte proposizione dell’idea di un pieno rilancio delle idee di eguaglianza e solidarietà da comprendere in progetto di trasformazione sociale, politica, culturale.
La sinistra dovrebbe prima di tutto ritrovare coraggio.
Quel coraggio che i nostri progenitori ebbero,proprio in questi giorni, 131 anni fa fondando il Partito dei Lavoratori Italiani poi diventato partito Socialista dei Lavoratori italiani.
Queste poche e disordinate righe nelle intenzioni del proponente avrebbero dovuto essere dedicate al ricordo di quei giorni ma chi scrive si è lasciato prendere la mano tentando di descrivere l’attuale situazione e cercando di collegarla a quanto avvenne in quel tempo.
Mi è quindi il caso di cercare di descrivere l’attualità collegandola a quel ricordo lontano.
Un ricordo che va sempre rinnovato giorno per giorno in una tensione di lotta quotidiana per affermare i grandi principi e i grandi valori del socialismo.
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