Attualità

Fa figo continuare a negare

Intervento dello scrittore Fabrizio Uberto

Nubifragi violentissimi, incendi, morti e feriti. Non il sottoscritto, ma svariati e qualificati opinionisti e soprattutto autorevoli scienziati, confermano che il cambiamento climatico esiste eccome e andando avanti così compromettera’ persino la sopravvivenza della specie umana sulla terra. Eppure anche in questo campo, persiste  l’attitudine a negare, sdrammatizzare e in taluni casi persino a irridere. Massimo Recalcati in un suo recente saggio, ha paragonato l’attitudine negazionista a quella del bambino che urtando contro una sedia e facendosi male, se la prende con la sedia, apostrofandola come “Brutta e cattiva”, invece di rammaricarsi di essere stato maldestro. Ma qual’e’ in fondo la matrice psicologica di questo negazionismo( che abbiamo gia’ purtroppo visto all’opera nel corso della pandemia)? Diciamo che ne esistono più di una, di matrici. Anzitutto la moda di andare controcorrente. Come accenno nel titolo, in altre parole,  fa fichi oggi recitare il ruolo della pecora nera, dissacrare, porsi al di fuori di un presunto ” coro”. In secondo luogo, l’egoismo. Il negazionista di solito, ritenendo di vivere al di sopra delle regole, in realtà vive per sé stesso, disinteressandosi altamente dei problemi di una comunità. Per questa tipologia umana infatti, l’approfondimento delle vere ragioni di un fenomeno, la sensibilità verso temi etici e sociali, rappresentano un’ inutile perdita di tempo, rispetto alla cogenza  di un Presente, i cui unici feticci sono il Dio Denaro e la produttività e soprattutto il godimento immediato e individualistico, che come tale e’ insofferente per natura,  a qualsivoglia ostacolo reale o meramente intellettuale. Molto piu’ comodo pensare all’ ennesimo complotto di Poteri forti e alle perfide multinazionali, piuttosto che attivare la materia grigia per riflettere, analizzare e progettare.
Così, a forza di negare e semplificare, siamo arrivati  all’attuale degenerazione climatica, la quale invece avrebbe bisogno di ben altro. E cioe’ di una mobilitazione collettiva, di un’ineluttabile alleanza tra politica e scienza, allo scopo di concepire e realizzare strategie efficienti, per tentare un’estrema inversione di rotta, rispetto al baratro in cui stiamo precipitando

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