Alla scoperta delle meraviglie d' Italia

Borghi e letteratura: tra le parole di Giosuè Carducci

“I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar”.

 

 

Ben 2540 alberi secolari, i “cipressi”, sono i protagonisti della poesia dell’autore italiano, lungo il viale, realizzato nel XIX secolo, tra San Guido e Bolgheri, borghi, tra gli altri della “Costa degli Etruschi”, nella Maremma Toscana, che sono distinti da una vegetazione accesa, sia nella varietà sia nella tonalità.

Bolgheri è un insieme di vicoli lastricati, che circondano il castello medievale e le numerose piazze, con numerose botteghe artigiane e osterie, offrono vedute sulla campagna e collina. In questo sali e scendi, tra storia e attualità.

Un consiglio enogastronomico? Una bottiglia di Sassicaia, dal prezzo elevato, ma che, a detta di chi l’ha assaggiata, ne vale la pena e ne gustava anche il poeta!

Contribuiscono alla suggestione del luogo una serie di antiche chiese, come quella di Sant’Antonio e quella dei Santi Giacomo e Cristoforo, così come la casa d’infanzia del poeta Giosuè Carducci e l’Oratorio di San Guido, un tempio esagonale commissionato dalla famiglia della Gherardesca che sorge lungo la via Aurelia.

Il paese in cui l’autore è cresciuto, invece, è Castagneto Carducci, il cui nome è ed è possibile ammirare “gli irti colli”.
La sua casa d’infanzia è oggi un museo: le stanze, con il mobilio, a disposizione dagli eredi dei precedenti proprietari, evocano il fascino discreto dell’ambiente che vede Giosuè bambino. Dopo l’unità d’Italia, il paese è ormai definitivamente battezzato con il nome di Castagneto Marittimo al posto della vecchia “Comunità Della Gherardesca”.
Quando, nel 1907, morì Giosuè Carducci il consiglio Comunale deliberò di cambiarne il nome in Castagneto Carducci.

Il Premio Nobel italiano era affascinato dai paesaggi del Tosco Mar, dei castelli, delle torri e dal buon vivere autentico dei piccoli borghi toscani.
Castagneto racchiude ancor oggi queste caratteristiche, scorci immutati nel tempo, cibo genuino e i profumi del sugo che ribolle e della carne alla brace che ancora si sentono per le vie del borgo.

Primo Nobel Italiano, è stato anche il primo “turista” illustre di Castagneto. Trascorse qui gli anni della fanciullezza, capaci di segnare per sempre l’ideale e l’opera del grande poeta.

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