Attualità

Tragedie collettive e pensiero unico

L'intervento dello scrittore Fabrizio Uberto in merito all' alluvione in Emilia Romagna

Un film già visto miriadi di volte, un rituale consunto. L’ennesima tragedia ( quella delle esondazioni in Emilia Romagna, con il suo consueto carico di vite spezzate e paesi distrutti), che porta ancora una volta alla ribalta il cosiddetto ” dissesto idrogeologico” che affligge il nostro Paese.
E qui viene spontanea una prima considerazione. Come si fa, di fronte a uno scenario di morte e distruzione, alla disperazione dei sopravvissuti, a lasciarsi andare a faziosità e polemiche, nonché a indulgere a speculazioni politiche da una parte e dall’altra? Non dovrebbe essere questo il momento della solidarietà incondizionata, del dolore collettivo, dell’unità nazionale cui sarebbe opportuno si ispirassero tutti, governo, opposizioni e amministrazioni locali? Dovrebbe certo, ma purtroppo non è così. Perché, sul versante massmediologico, quello cui abbiamo assistito in questi giorni, in occasione della tragedia emiliana, è stato uno stucchevole mix di furore ideologico, “logica” del capro espiatorio e interessi di basso tornaconto elettorale. Il “must” italiota è quello di schierarsi, sempre e comunque: o è bianco o è nero, o dichiari pubblicamente che quello che è accade è frutto dello sconvolgimento climatico oppure dici senza mezzi termini che ne è responsabile un certo fondamentalismo ambientalista. Il dubbio che possa esservi un ” tertium datur”, e cioè una combinazione di fattori ( aumento esponenziale della cementificazione dei territori, speculazione edilizia, innegabile riluttanza verso quegli interventi strutturali che potrebbero mettere in sicurezza molti territori, nonché certamente anche una diffusa indifferenza verso i sommovimenti climatici), questo dubbio, dicevo, sfiora soltanto menti non ancora imprigionate da cilici ideologici e da quel “Pensiero unico” che tende a individuare sempre e comunque, ( per le catastrofi come per le guerre), un’unica e indiscutibile categoria di colpevoli. Anche in relazione alla guerra Russo- Ucraina un sorta di Censura di Stato addita da tempo solo le responsabilità di Vladimir Putin ( innegabilmente un dittatore con pochi scrupoli che ha illegittimamente invaso una nazione sovrana), e occulta elementi evidentemente troppo ” scomodi” per l’establishment occidentale. E cioè il fatto che l’Ucraina non sia per nulla uno Stato democratico, che anche in questa Nazione come in Russia, la libertà di stampa e di espressione siano seriamente compromesse, che la corruzione dilaghi e che infine “last but don’t least”, quanto meno dal 2014 le forze di Kiev con l’importante supporto di frange neo- naziste si siano rese responsabili di persecuzioni ed eccidi nei territori russofoni del Donbas.
Concludendo, “Pensiero Unico” e massimalismo ideologico ci allontanano dalla verità storica e quel che è peggio in disgraziate circostanze ( catastrofi naturali e guerre), ostacolano l’adozione di provvedimenti urgenti e mirati, idonei a sanare “piaghe” sempre più esiziali per le sorti dell’Umanità.

foto Caritas diocesana Reggio Emilia-Guastalla

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