Il punto di Virginia

CONTA FINO A DIECI

L’anestesia generale fa ancora paura? In che cosa consiste e cosa devi aspettarti.

Una delle paure più grandi quando si affronta un intervento è l’anestesia, cioè l’ansia di rimanere privi di coscienza e di risvegliarsi con nausea e vomito, oppure il terrore di non svegliarsi più. Perchè l’anestesia continua a farci tanta paura?. Probabilmente è una paura che nasce dalla difficoltà di affidarci totalmente ad un medico, senza poter avere il controllo sulla situazione. E’ un momento di totale black out in cui non si può verificare quello che sta succedendo.

Quando affrontiamo un intervento chirurgico normalmente il nostro rapporto è con il chirurgo che ci da le indicazioni per l’intervento e a lui ci affidiamo per la buona riuscita dell’intervento stesso e della successiva guarigione. Ma ci sono alcuni step da rispettare all’interno dello stesso intervento e, uno dei fondamentali, è il colloquio con l’anestesista.

Molti pensano che in un intervento chirurgico il ruolo dell’anestesista sia limitato ad indurre l’anesia generale per permettere al chirurgo di svolgere l’intervento chirurgico.

Il medico anestesista, che è uno specialista in anestesia e rianimazione, in realtà è una figura chiave in un intervento chirurgico che permette al chirurgo di operare in totale tranquillità e che da al paziente prima, durante e dopo l’intervento tranquillità, sicurezza e gestione del dolore. L’anestesista è colui che autorizza, dopo un’attenta analisi, se il paziente può essere operato o meno.

Sfruttare al meglio quindi il colloquio con l’anestesista di riferimento per far fronte alle proprie paure è fondamentale. Comunicare le proprie condizioni di salute, le allergie, anche quelle alimentari o l’uso di droghe, diventando così parte attiva, ci permette di gestire l’ansia e di rilassarci. L’anestesista è anche lo specialista di riferimento per la terapia del dolore aiutandoci a gestire e controllare il dolore al meglio attraverso trattamenti e pratiche cliniche con farmaci o senza.

Il Dott. Luca Ferrero è uno specialista in Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore con studio a Torino e attività di lunga esperienza nelle sale operatorie delle principali cliniche e ospedali del territorio con esperienza nel sistema di emergenza territoriale del 118 (con mezzo di terra e elisoccorso), misurandosi con ogni tipo di intervento e ogni tipo di paziente. A lui rivolgiamo alcune domande per spiegare questa branca della medicina fondamentale nel percorso medico.

Dott. Luca Ferrero cosa fa esattamente un anestesista?

L’anestesista è un medico specializzato che gestisce un paziente in 3 ambiti principali: durante un intervento chirurgico, durante un emergenza e sempre più ha un ruolo determinante nell’alleviare i dolori cronici in molti pazienti attraverso un percorso di terapia del dolore. L’anestesista, nell’intervento chirurgico, è quello che decide se un paziente può essere operato o meno e se ci sono le condizioni per procedere con l’operazione e quale sia la tecnica anestesiologica più adatta. Non vanno dimenticate le procedure di anestesia loco regionale che vengono usate da sole o in associazione con la narcosi. Per quanto riguarda l’emergenza l’anestesista lavora anche in Pronto Soccorso o nell’emergenza territoriale. L’attività di un anestesista è molto impegnativa e ricordiamo la nostra presenza molto gravosa come impegno umano e professionale durante la pandemia. Non è stata una cosa semplice, soprattutto quando i pazienti sono numerosi e tutti importanti.”

Qual’ è il suo ruolo negli interventi chirurgici?

Ci occupiamo dei pazienti in 3 fasi: prima dell’intervento visitiamo il paziente e facciamo un’attenta anamnesi attraverso anche esami di laboratorio e strumentali richiesti allo stesso per valutarne lo stato clinico in rapporto al tipo di operazione a cui deve essere sottoposto. Importante in questa fase intervenire a livello psicologico sulle sue paure e consapevolizzarlo sull’intervento. Durante l’intervento manteniamo la stabilità dei parametri vitali attraverso una corretta ventilazione meccanica, usiamo farmaci che regolano la profondità dell’anestesia e la stabilità emodinamica, modulandoli sulle caratteristiche del paziente; Dopo l’intervento l’anestesista è l’ultimo a lasciare la sala perché è colui che garantisce un adeguato risveglio del paziente e provvede a somministrare un’adeguata terapia antalgica.”

Come funziona l’anestesia e quali sono le principali paure del paziente?

Noi usiamo un mix di farmaci tra ipnotici che ti fanno addormentare in meno di un minuto, analgesici per non sentire il dolore e miorilassanti per ottenere il rilassamento muscolare e l’immobilità del paziente.”

Ci da alcune indicazioni per prepararci al meglio all’intervento?

Quando sia stata indicazione ad un preciso intervento, si arriva dall’anestesista per la visita pre-anestesiologica portando con se tutti gli esami strumentali ed ematologici precedenti, l’elenco dei farmaci assunti, le eventuali patologie e allergie e l’elenco dei precedenti interventi chirurgici.”

Cosa intendiamo per terapia del dolore?

Tutto l’insieme di trattamenti farmacologici e procedure interventistiche utilizzabili per le diverse forme di dolore.”

Cosa ci può raccontare della sua esperienza durante il periodo della pandemia?

Durante la pandemia ci siamo trovati improvvisamente ad affrontare una quantità enorme di circostanze sconvolgenti e un flusso di pazienti senza limite che hanno messo a nudo una reale carenza di risorse tecnologiche, di farmaci o dispositivi per affrontare una pandemia. Il ruolo dell’anestesista rianimatore è stato fondamentale nel gestire sia i pazienti che avessero bisogno di supporto ventilatorio non invasivo nei reparti COVID, sia quelli che erano in condizioni più gravi in terapia intensiva, senza avere noi stessi moltissima esperienza in merito al COVID e alle sue varianti. Nessuno ci aveva mai insegnato come affrontare una pandemia, come tranquillizzare un paziente spaventato che non respirava e convincerlo a mettere la maschera d’ossigeno oppure come comunicare con i famigliari a distanza, perchè non era possibile vedere il proprio parente e noi in quel momento siamo stati i loro occhi e le loro mani. Abbiamo dato la massima dedizione noi medici anestesisti con l’aiuto fondamentale di infermieri e ausiliari, senza orario e senza tempo. La massima professionalità di tutto lo staff medico e la dedizione che compete a chi è in questo campo, ci hanno permesso di superare questo incubo che ci ha sconvolto. Se è vero che ci sono state tante sconfitte, ci sono state altrettanto vittorie. La maggior parte dei pazienti è potuta tornare a casa, abbracciare la propria famiglia e ritornare ad una vita normale.”

Virginia Sanchesi

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