I vini che produciamo presentano varietà e gusto grazie alle nostre uve: ecco quindi il “Principe dell’Oltrepò”, il Pinot Nero, ed i “Padroni di Casa” autoctoni: la Croatina, la Barbera e l’Uva Rara.
Lavorare esclusivamente le nostre uve raccolte a mano in cassetta, recuperare e restaurare le vecchie vasche in cemento: queste sono alcune delle scelte che abbiamo compiuto per migliorare il lavoro in cantina, per riuscire a ridurre sempre più le lavorazioni sul vino mantenendone comunque intatte tipicità e genuinità.
Il nostro entusiasmo nasce quindi dalla possibilità di accompagnare il nostro vino dal vigneto alla bottiglia: come uno scrittore scrive un libro e lo consegna al suo pubblico.
In una giornata piovigginosa, la cui visione di un panorama che riscalda le anime la rinviamo a quando il sole decide di brillare sull’Oltrepò Pavese, raggiungo la Corte Fabbri, situata a Valle di Fondo, a un altitudine poco elevata, inferiore ai 300 metri, facilmente raggiungibile in automobile, vicino alla strada provinciale di Valle Scuropasso, nel Comune di Broni.
L’obiettivo principale è intervistare questi due giovani e promettenti viticoltori, di cui uno, in particolare, Marco ha coltivato un sentimento che gli fa percepire il proprio prodotto, esaminato in ogni dettaglio, come fosse un libro, “figlio” di un’attenta indagine sulle esigenze delle persone, sul territorio e sulle innovazioni, anche a livello tecnologico, in cui una giovane società può investire: i costi sono un rischio, oggi più che un secolo fa, quando molti dei nostri antenati divennero imprenditori. Oggi, infatti, la concorrenza è spietata, se non che, almeno nell’area dell’Oltrepò, vi è l’intelligenza, come mi è stato confermato anche Canneto Pavese, gettonatissima nel settore, che ogni azienda pensi al proprio “figlio” e non a quello del “vicino”.
L’eleganza sia della loro attuale abitazione, che, in un progetto, avrà il ruolo di agriturismo, sia del loro linguaggio e delle loro maniere, con un carisma pacato, umile, quanto consapevole, di come vuole sentirsi il consumatore, in un momento in cui tutti corrono ed egli, in questi ambito, vorrebbe de-gustare ogni singolo istante!
La loro famiglia proviene da diverse province e regioni e i ragazzi sono cresciuti fra Milano e Lodi: gli studi universitari, in particolare, nel capoluogo lombardo han consentito loro di avere una visuale a 360° di quale sia la differenza tra città e mentalità cittadina con campagna e la sua lentezza.
Un onore, affermano, aver ricevuto la richiesta da parte della F.I.V.I., Federazione Italiania Vinaioli indipendenti, di far parte del loro gruppo. essi hanno ufficializzato il loro marchio, lo scorso 18 aprile, con la possibilità di partecipare a una grande iniziativa, la cui risonanza non è irrisoria: “Il Sabato del Vinaiolo”, presso la Tenuta Frecciarossa, a Casteggio. Un’occasione che ha offerto loro un elevato feedback è stata anche la prima edizione de “La Mangialonga 2023 Porte dell’Oltrepò”, camminata non competitiva, con soste di ristoro, a base di prodotti tipici di quest’area, un vero e proprio capolavoro agli occhi di molti, di cui conoscono i valori, ma, solo in presenza, sono stati coinvolti e, più che soddisfatti, parteciperanno nuovamente, acquistando già in loco, i vini de La Corte Fabbri, impegnatasi a presenziare in molte ore di domenica scorsa.
Un aspetto su cui non transigono è la sostenibilità ambientale: essi hanno raggiunto “la misura 10”, un indice biologico che combatte l’uso di prodotti “sistemici”, ovvero inquinanti, che renderebbero al meglio l’attività di vinificazione, però le piante ne soffrirebbero, nonché, in un medio periodo, anche l’uomo.
Come potete osservare sul loro efficiente sito, https://www.cortefabbri.it/, Marco, Riccardo e la loro famiglia sono innamorati di questa terra, già dai confini “a grappolo”, e suggeriscono molte occasioni di escursioni, anche di eventuali soggiorni, poiché molto è da raccontare e, sulle guide turistiche, non è facilmente immaginabile la risorsa più valorosa che l’Oltrepò Pavese ha da narrare: l’autenticità!
Confetture, miele e bomboniere a chilometro zero!
Li incontriamo in corsi di formazione continua, nella loro azienda e nelle fiere: pensate prima di generalizzare che i “giovani d’oggi non si impegnano!”, poiché loro ne sono la perfetta eccezione!