Bressana, frazione Argine, a confine con il Castello, oggi aperto su prenotazione dal FAI, ospita un ristorante dal gusto vintage, ma con una cucina che rivela ogni esigenza del cliente, anche quello più ambizioso.
Il castello si trova nella frazione Argine di Bressana Bottarone. L’elegante maniero del XIV-XV secolo si può ammirare immerso nel paesaggio rurale della pianura padana. Presenta la caratteristica tipica del castello del Pavese: pianta quadrata, rafforzata agli angoli da torri quadrate. Quando sarà aperto dai volontari, un’occasione di ristoro delle guide e dei visitatori è anche un momento, in cui rigenerare il palato, nonché la mente, in una saletta, che, spesso, affianca le hall degli hotel.
E’ l’11 febbraio, quando il poco più che trentenne, Simone Bottazzi, avvia quello che è un sogno sin da quando era ragazzino: aprire un ristorante suo, nel quale fosse titolare, ma anche nell’area pratica, ovvero studiare le basi e proseguire, crescendo nell’ambiente professionale, come chef.
Oggi, Simone ha realizzato questo traguardo e ne ha un altro, che vorrà dargli voce il prima possibile: accanto alla struttura, ora, nuova sia come architettura sia come arredamento: aprire un’eno-bottega, vendendo prodotti di qualità, che già sono selezionati nelle loro ricette.
“Notti magiche, inseguendo un gol”, cantavano Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, in quell’estate del Novanta ed io ero appena nato.
Sono cresciuto impastando gnocchi e ravioli con la nonna, a 6 anni iniziavo a fare le mie prove in cucina.
Questa passione si è trasformata, a tutti gli effetti, in quello che avrei voluto fare nella mia vita.
Notate quanti oggetti, sia decorativi sia “del mestiere”, sono ben distribuiti, tra credenze, mensole e librerie? Un’altra passione del giovane imprenditore è quella del collezionismo e il signor Grammofono è funzionante, con un disco del Festival di Sanremo. Anche questi dettagli non possono che fornire un’immagine dell’attività più che studiata come soddisfazione delle proprie idee al fine di offrire una performance che rimanga nella clientela, di cui una parte è già affezionata al modus operandi di Simone, quando ha intrapreso la carriera, in un suggestivo risotorante a Santa Giuletta. Egli decise di chiuderlo, per proseguire il suo sogno con più ampie possibilità di renderlo vivace ai suoi occhi e agli occhi di coloro che non solo vogliono sfamarsi, ma farsi trasportare da piatti gourmet, con porzioni che soddisfino e non “assaggi”, e da un’atmosfera antica, nel silenzio romantico della campagna. Una campagna, spesso, dipinta, poiché evoca suggestioni.
Menù: https://www.novantarestaurant.it/menu/
Cerimonie, compleanni, business meeting sono già in programma, alcune dei quali inaugurati il mese scorso, dagli abitanti dei paesi vicini, e che già stanno ampliando il proprio bacino d’utenza!
Come citato prima, la posizione è funzionale all’uscita del casello: qualche turista tedesco e novergese, come è accaduto, ha avuto un ottimo impatto con la cucina italiana, in particolare, modestie a parte, di questo territorio, quale l’Oltrepò, a vocazione agricola e vinicola!