Quando dopo una parentesi di sosta imprevista si riparte e una cifra di circa 5000 partecipanti risponde all’iniziativa storica e al tempo stesso in continua innovazione, penso che coriandoli e bombolette si possano riporre con una soddisfazione più che meritata.
In provincia di Pavia, molte sono le realtà che hanno celebrato sia le giornate ufficiali sia il fine settimana scorso le festività del Carnevale. In questo articolo, l’accento lo poniamo su uno dei borghi più belli d’Italia, Varzi.
La storia del Carnevale risale “alla notte dei tempi”, come ha scherzato una giovane abitante, e si svolgeva presso il teatro comunale, mentre il protagonista era ed è la è via principale, che collega il Basso Oltrepò con l’Alto e costeggia Piazza della Fiera. Se volete curiosare, sul canale di YouTube, il poliedrico regista, Remo Tagliani, classe 1944, inconfondibile con la sua l’elegante ed evocativa voce, ha pubblicato delle riprese, sia nel suo borgo sia nelle frazioni e paesi limitrofi:molti di essi sono dedicati alle sfilate in maschera e, anche quest’anno, il “cronista” ha ripreso “le riprese”. Non da solo, alcuni giovani lo accompagnavano, con tecnologie all’avanguardia, quasi surreali, quali i droni, ma la sua conoscenza del territorio e la sua esperienza nel coinvolgere, a livello sociale, il pubblico lo contraddistinguono e non può che essere un ottimo insegnante verso i futuri “collezionisti di memorie”.
I pomeriggi, anche piuttosto caldi, considerando la stagione, sono stati allietati dalla presenza di numerose famiglie con bambini, ma anche di adolescenti e giovani, alcuni dei quali alle presi con i carri. Un sold-out lo hanno ottenuto anche le due serate nel cosiddetto “tendone”: dall’ esterno, esso sembrava quello del circo; dentro, invece, una struttura, ampia e fruibile anche a un grande afflusso di persone.
Nico e Franz ed Elia e i Briganti hanno animato la prima parte della serata, mentre, dalle 23:00, alla consolle, vi erano diversi dj e il tendone si trasformava in una vera e propria discoteca.
Mascotte di qualche bevuta in compagnia è stato il Campari, ornamento anche dei biglietti di ingresso nella struttura.
La scelta di questo leggero aperitivo alcolico è una curiosità che ci sfaterà, Thomas Lazzati, uno dei giovani e preziosi aiutanti, con il quale ho scambiato qualche parola già nella precedente settimana, che ha visto lui stesso e il proprio gruppo impegnati nell’organizzazione.
Con l’auspicio di conoscerli meglio e di valorizzarne le competenze e i valori morali, sfatando quel retorico mito che molti adulti e anziani pensano sui giovani: essi sono priettati alle grandi città, all’estero e, in genere, alle gradi realtà, pensando, e spesso è vero, che il paese medio dell’Italia non può offrire molti risorse alla nuova generazione, in un’economia che, eccetto in qualche settore, è in continua evoluzione. In questo caso, aggiungo anche gli adulti, non è più concepito il concetto di lentezza e il raggiungimento degli obiettivi, anche con un minimo di leggerezza.
In una chiaccherata recente, soddisfatta del ritorno di un’iniziativa, che è ormai un’istituzione, Sofia Callegari, classe 1995, è entusiasta di questi quasi due mesi e mezzo, che l’hanno “catturata” dalla solita quotidianeità: impegnativa, quanto divertente ed istruttiva, l’esperienza di creare, dal nulla, un carro, gestendosi con ragazzi e ragazze, dai 17 ai quasi 30 anni. La sera, staccando la mente dai social, si tornava come negli anni Ottanta: non su un muretto a chiaccherare, ma all’interno di un capannone, con strumenti e sorrisi, qualche pennellata, scherzi e l’auspicio di vincere, prima, fra di loro come sinergia, poi, se fosse anche il premio della sfilata, non guasterebbe!
Il gruppo di Bosmenso, Menconico e Romagnese, ha partecipato alla sfilata con il carro “Pirally”: Sofia: Matteo, Luca, Ilenia, Carolina, Alessio, Giulia, Giada, Carlotta, Davide B., Davide S., Alessandro R., Alessandro C., Niccolò, Nicolò, Giacomo F., Giacomo B., Lorenzo, Alberto, Giacomo T., Tommaso, Federico, Federico C., Filippo, Mirko.