“Ho una serata al Mogàn di Lungavilla, Raffa, se vuoi, unisciti a noi”.
Valentina (Guagnini, karaoke e live music) mi cita un nuovo locale, in un paese abbastanza di ampie dimensioni, che è quasi nell’esatta metà, sul confine delle due aree geografiche della provincia di Pavia: l’Oltrepò e la Lomellina. La serata è già a tema: i ristoratori colgono l’occasione di unire il canto a un succulento menù texano-messicano, includendo anche quello più tradizionale, e a una festicciola di Carnevale, in anticipo di una settimana.
Lungavilla dista una quindicina di minuti dalla tangenziale, che conduce a Montebello della Battaglia, celebre, poiché ospita uno dei parchi palustri più conosciuti e frequentati, anche per shooting, della provincia.
Dopo aver cantato quella voce, dagli acuti pazzeschi, è il momento di far cantare gli altri, tra i più competenti ai più burloni, fino al tanto atteso trenino di Carnevale, con stelle filanti, parrucche e alcune ragazze, dai costumi sgargianti, che hanno vinto i premi, offerti dai proprietari.
Una chiacchierata con la famiglia, in parte acquisita, in parte allargata, di Davide e Beatrice, proseguita la scorsa sera, alle 23:00: il locale si tranquillizza e, all’intervista, con mia enorme soddisfazione, partecipano anche i giovani, che sono abitanti del paese e confermano quanto “ànimo”, come si dice in spagnolo, abbiano riportato nella realtà di campagna.
La storia di questa attività commercio-sociale inizia nel Duemila, prima a Londra poi in Spagna, nel caso di Davide, invece, più recentemente, nel 2006, per un vortice di energia al femminile, che si chiama Beatrice, accompagnata dal fratello Cristiano, di origini ferraresi, e dall’amica, il cui accento è naturale e non appreso: Eli abita in un paesino di Gran Canaria. Ovvio, che il suo primo impatto, qui, sarà stato ben differente con il clima, quasi sempre mite, generato dai venti alisei, ma non si è pronunciata sul voler tornare subito nel suo Paese. Infatti, come accennava Beatrice, molti spagnoli amano l’Italia e gli italiani, quando possono, sia per svago sia per cultura e sport, non si privano di una vacanza nel Paese del flamenco.
Mogàn non è il locale della “fretta”, ma dello Slow food, e “lento” è un aggettivo con accezione più che favorevole al cliente, poiché ogni prodotto è selezionato e cucinato meticolosamente. I pasti sono serviti con qualche minuto in più, nella media di molti locali, poiché nulla è già precotto. Anche l’affettato è aggiunto al panino, nel momento in cui viene richiesto. Si vede e si sente: vista, olfatto e anche gusto ringraziano Davide!
Un altro auspicio è quello di riaprire a pranzo, offrendo un menù più leggero, adeguato a una pausa dal lavoro, che ha tempi, in media, ristretti.
Il rapporto qualità-prezzo è già conveniente e le porzioni servite sono abbondanti.
Una new-entry potrebbero essere liquori e vini, di Gran Canaria: la Spagna è “l’Oltrepò Pavese” nel settore vinicolo e molti turisti italiani, che si recano in quell’isola, al rientro, non sanno in che negozi poterli acquistare. Un’altra regione della Penisola Iberica consigliata è La Rioja: i brand hanno origine riconosciuta dalla legislazione europea.
Gli orari del locale sono un altro valore aggiunto: essendo un pub, anche durante la settimana, giovedì escluso con la chiusura, lo si può trovare aperto fino alle 2:00 di notte, con la preparazione di un piatto o di anche uno snack più rapido, ma con l’accoglienza che viene offerta al cliente, che può consumare una cena, qualche ora prima, come funziona nel nostro Paese.
“Quando svolgi una professione a contatto con il pubblico, tu devi fare in modo che esso si senta a casa e che rientri a casa, con il sorriso, ricevendo quella cordialità che merita, sia come persone sia come clienti”, aggiunge Beatrice, con quel suo gesticolare allegro, che contribuisce a definire il suo vortice di energia e di simpatia.
Un poliedrico gentleman di Lungavilla, che si è offerto nel raccontare esperienze su tematiche, in più settori e, in particolare, dedicate ai giovani, con un’amica e la compagna, aggiunge che un esercizio di questo genere è anche un posto sicuro per molti ragazzi, anche con la patente, che, però, vogliono concedersi qualche drink, non dovendo spostarsi con mezzi e potendo rimanere in un ambiente familiare, guardando la televisione, giocando a carte e ad altri intrattenimenti, come il celebre “Monopoli”, non bighellonando, freddo incluso, in vie buie e un po’ desolate. Lo comprendo benissimo, abitando in una realtà di provincia, ancora più ridotta, in dimensioni e in servizi.
A qualsiasi età, quando scopriamo questo locale, vorremmo chiedere al nostro Comune di aprire un “salotto” come quello.