Attualità

Quando la rappresentazione diventa realtà

BENIGNI INFIAMMA LE COSCIENZE

Il pensiero di Fabrizio Uberto
Nelle ultime settimane gli spiriti più avveduti hanno vissuto nell’incredulità. Abbiamo assistito alla trasformazione della realtà in miserevole avanspettacolo, nel corso del quale alcuni parlamentari della Repubblica hanno dato il peggio di sé. E la sensazione di molti è che ci si sia trovati al cospetto di una gigantesca arma di “distrazione di massa”, con la quale la vera natura dei problemi che affliggono gli italiani è stata sistematicamente occultata. Ci vogliono manipolare: di più, intendono anestetizzare le nostre coscienze, confezionandoci una realtà a loro uso e consumo, e neppure a fin di bene, come un parente stretto con il congiunto gravemente malato. Ma questo trend, lungi dal limitarsi agli affari interni, si estende anche alla scena internazionale. Anche nel contesto specifico della guerra Russo- Ucraina infatti, siamo ormai bombardati da un unico messaggio monocorde: armi, armi e ancora armi. Non c’è alcun spazio per un pensiero critico che si interponga in questo ” cupio dissolvi”, e per un’iniziativa diplomatica, avallata dalla maggior parte delle opinioni pubbliche europee, che proponga una via d’uscita da questo impasse che può avere conseguenze esiziali per tutta l’Umanità. Dunque anche qui è in atto un tentativo di appannare le coscienze, peggio, di omologarle e massificarle.
In questo quadro desolante, ancora una volta c’è voluto il grande Benigni a risvegliarci tutti, con la sua scoppiettante performance dal palco di Sanremo. Il nostro “Talento d’Essai”, nel richiamare la bellezza della Costituzione, nel sottolineare l’importanza della libertà di pensiero, brutalmente annientata durante il famigerato “Ventennio” e nelle dittature di ogni sorta, ci ha riportato alla verità storica. Un caso quest’ultimo, nel quale una rappresentazione diventa paradossalmente realtà, al contrario di quello cui abbiamo assistito nei giorni scorsi, allorché è stata la realtà a trasformarsi in becera e squalificante rappresentazione.

Lascia un commento