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CONTRO IL LOGORIO DELLA MEMORIA

Due episodi significativi di cronaca su cui soffermarsi

Durante il giorno della memoria (27 gennaio) ha suscitato notevole dibattito, il rammarico espresso dalla senatrice a vita sopravvissuta ai campi di sterminio Liliana Segre, la quale ha riscontrato il fastidio generato in alcune persone dal ricordo di vicende storiche quali la Shoah. La senatrice ha affermato che nel futuro sui libri di storia forse rimarrà solo una riga di una vicenda tanto sconvolgente, dolorosa e drammatica.

Incredibilmente, pochi giorni dopo, a quanto riportato dai giornali, uno studente di una scuola di Ponticelli a Napoli ha anticipato e ben espresso i timori della senatrice, scrivendo una frase in dialetto in un tema di lingua italiana relativo alla Shoah: ‘so’ tutt muort abbruciat’. (traduzione: sono tutti morti bruciati).

Questo studente tramite le sue limitate conoscenze e le sue scarse capacità linguistiche ha ribadito con un’efficacia straordinaria l’enorme difficoltà che la nostra epoca presenta per chi desideri proporre o anche solo tentare di affrontare tematiche complesse.

Perché ci ostiniamo a ricordare il genocidio ebraico? Perché a detta di molti trascuriamo altri eventi simili quali quello armeno, quello dei nativi americani, quello della popolazione herero o dei cambogiani? Se fossimo vissuti in epoca fascista come ci saremmo comportati?

Non sono sicuro che le risposte alle domande sopra formulate siano ovvie.

Sempre nello stesso periodo mi ha colpito un’altra notizia, quella relativa ad abusi commessi in una struttura psichiatrica del foggiano nei confronti dei propri ospiti (pazienti). Forse sono rimasto ancor più interdetto dall’inattesa reazione da parte di alcuni colleghi ed operatori di settore: “Ma sai oramai…”, ” Ma che ci vuoi fare”. Certamente gli abusi nei confronti di persone fragili sono da sempre presenti nella storia. Nel passato essi erano perfino giustificate o ritenuti volontà del destino. D’altronde non siamo nel periodo di carnevale? In passato non si toccava la gobba (cifosi) per avere fortuna senza alcun imbarazzo, anzi quasi con orgoglio?

Qualcuno si chiederà cosa accomuna le due notizie che ho citato. Il Novecento ha lasciato parecchie eredità, forse una di queste non ancora del tutto attuata: la dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948, (riconosciuta dalla nostra costituzione e da tutti gli stati democratici).

Circa un centinaio di anni fa, un gruppo di persone aveva idee chiare e semplici: “Esistono vite degne di essere vissute e altre no, tra queste omossessuali, zingari, ebrei e minorati mentali”.

Prima di iniziare con la soluzione finale, (lo sterminio degli ebrei) quel gruppo di persone aveva provveduto a sterilizzare e ad uccidere i malati mentali. Solo le proteste e l’indignazione delle famiglie, di alcuni parroci unite a quelle di altre persone civili hanno contrastato e rallentato la risolutezza nazista.

In precedenza ho posto alcuni interrogativi, se avete avuto difficoltà a leggerli e a porvi quelle domande non preoccupatevi. I genocidi suscitano in noi la drammatica tematica del male, non quello astratto e teorico, ma quello concreto presente in tutti noi tramite l’archetipo dell’Ombra. Appare ovvio come questo confronto sia difficile, fastidioso, doloroso. Risulta facile negarlo, rimuoverlo o tentare di evitarlo.

Per impedire questi esiti, ritengo fondamentale un primo e imprescindibile passo; contro il logorio della memoria è fondamentale indignarsi.

Chi desidera porre quesiti od esprimere osservazioni può scrivere al seguente indirizzo email: liberamenteeco@gmail.com

 

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