Cultura e Musica

Ebraismo e cristianesimo : per conoscerci meglio

In occasione della 34ma edizione della giornata di dialogo e di approfondimento delle due fedi il pensiero riconduce al Documento conciliare Nostra Aetate, punto di svolta in questo ambito. Per  sottolineare l’importanza di entrare in modo profondo in relazione con l’altro la memoria deve umanizzarci. Per superare gli steccati e i pregiudizi è importante conoscersi. Con questo proposito si terrà a Ferrara il 15 e il 16 marzo l’evento “Ebraismo e Cristianesimo a Scuola. 16 Schede per conoscerci meglio”, promosso congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei). L’iniziativa ha proprio come obiettivo quello di sensibilizzare i cattolici verso il rispetto, il dialogo e la conoscenza della tradizione ebraica. Al centro del Convegno, che si svolgerà presso il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – Meis, ci sarà infatti la presentazione di alcune schede sull’ebraismo destinate alla redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole, predisposte da un gruppo misto di redattori ebrei e cattolici. In tal modo, Cei e Ucei intendono confermare l’impegno a operare insieme per una corretta conoscenza e trasmissione della tradizione e della storia ebraica alle nuove generazioni. Luogo privilegiato perché ciò avvenga è l’insegnamento scolastico della religione cattolica, all’interno del quale le 16 schede costituiscono un capitale di cultura e di conoscenza che si rivela importante in un contesto storico come l’attuale dove rigurgiti di antisemitismo sembrano mostrare ancora una forte capacità di condizionare e deformare il linguaggio, le azioni, la cultura e la storia.

L’evento di Ferrara è articolato in due momenti. Nel pomeriggio del 15 marzo è previsto il momento istituzionale, con gli interventi delle autorità locali e dei rappresentanti della Cei e dell’Ucei. Seguiranno la consegna delle schede agli editori e la visita delle mostre permanenti del Meis.
La sessione del 16 marzo, invece, ospiterà alcuni laboratori didattici rivolti agli insegnanti dei diversi ordini di scuola su temi quali la storia dell’ebraismo italiano, “Gesù ebreo”, aspetti inerenti la terminologia e il linguaggio.Delle amicizie ebraico-cristiane italiane (Aec) la prima è nata a Firenze all’inizio degli ’50, ed attualmente in Italia se ne contano una decina, tutte piccole associazioni che si reggono esclusivamente sul volontariato e sulle quote versate dai soci. Chi partecipa non lo fa per arricchirsi o per la carriera ma perché ritiene che quel che fa sia importante. Uno degli obiettivi sarebbe di averne almeno una in ogni regione. Ma non è facile. Per esempio al Sud dopo la loro espulsione del 1510 di fatto non ci sono più ebrei. Significa che diventa molto difficile creare Aec anche se è possibile costituirne pure in assenza di comunità ebraiche. Non si tratta, infatti, soltanto di avere buone relazioni con le persone in carne e ossa ma di modificare il rapporto con l’ebraismo, dell’idea che ogni cristiano ha su cosa sia.

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