In Lombardia, a confine fra due Valli, la Valchiavenna e la Valcamonica, è situata Aprica, un paese che offre un ampio numero di opportunità ai turisti, sia in inverno sia in estate.
Il paese è a 1181 metri di quota e, in questi giorni, gli amanti degli sport invernali e quelli che lavorano in quell’ambito stanno aspettando la nevicata ufficiale della stagione, con un primo cenno il 10 gennaio.
Alcuni negozianti han dichiarato il loro sbalordimento, in particolare nella giornata del 5 gennaio, quando il termometro esterno misurava bene 14 °. E’ risaputo che, in una giornata di sole, in pochi gradi, ad alta quota, si può percepire una sensazione di calore, mentre, con quella cifra, è indubbio sembrare di essere in primavera. Che il clima stia cambiando e che le stagioni non si possano distinguere a quelle di una volta non doveva affermarlo Greta Thunberg, anche se riconosciamo il suo prezioso contributo, considerando la sua giovane età.
Com’era usuale, in tutto il Nord Italia incluse alcune nevicate storiche nel centro sud dopo la seconda metà del Novecento, Aprica, situata a medio-alta quota, diventa un destinazione turistica rinomata. Comune indipendente dal 1927, prima frazione di Teglio, il paese e il suo relativo Passo rappresentano una linea di collegamento, tra le valli, citate in precedenza.
Alla fine dell’Ottocento, l’economia si stava già evolvendo: da agropastorale a turistica, come rammenta Ileana Negri, biologa e abitante del paese. Il padre, conosciuto autore di libri in paese, ha pubblicato una monografia storica, che narra personaggi, vicende e interviste, del Novecento, in una località ben differente da quella che si presenta oggi, ai nostri occhi.
Ileana, seguendo la sua passione, sta studiando a livello scientifico, le modifiche di flora e fauna. Anch’esse si stanno adeguando alla morfologia del territorio, come, ad esempio, la lente scomparsa degli alpeggi e la necessità di spazi, per l’allevamento delle pecore, in particolare la razza “ciuta”, la tipica valtellinese, in via di estinzione. Ileana, insieme all’amica Alliana, figlia degli attuali proprietari del celebre Park Hotel Bozzi, lamenta la riduzione delle nuove generazioni appassionate a proseguire le attività di un’economia rurale, affiancandole, però, alle facilitazioni tecnologiche, che il nuovo millennio abbia portato e sta continuando a fornire.
Un altro aspetto che si è sviluppato, insieme alle più svariate attività sulla neve, è il concetto di wellness. In altre parole, il turismo di benessere: numerosi sono gli hotel che offrono le cosiddette SPA: in ognuna di esse, è possibile usufruire di più servizi, con una quota media di 30 €, in un arco temporale di un’ora e mezza, e di trattamenti personalizzati, in particolare massaggi a quote più elevate, ma con benefici assicurati. In conclusione, sia che una persona pratichi sport sia che ambisca a qualche giorno di relax, la possibilità di soddisfare le proprie esigenze, senza che una escluda l’altra, è a disposizione.
A partire dagli anni Sessanta e, in particolare, degli anni Ottanta, il Comune ha registrato un aumento di imprenditori in ambito alberghiero: la quantità di strutture, nelle quali optare su più formule, dal Bed and Breakfast all’hotel, spesso molto capienti, non si conta. I più gettonati sono quelli posizionati vicino alla piste: infatti, una particolarità di questa località è il fatto di poter risalire a un primo livello o con la cabinovia, giungendo a piedi, poiché essi si trovano a ridosso del paese. I principianti che effettuano i corsi di sci, con maestri che ricevono sempre le lodi nel modo in cui si rapportano con l’allievo, si esso bambino sia adulto, sono facilitati nel raggiungere i campi e, nel caso il pernottamento sia più lontano da esse. Numerose sono le navette, che trasportano gli sciatori nelle tre piste principali.
Anche la sera, la vita non si conclude prestissimo, poiché, come ho appena detto, non tutti si recano ad Aprica per le levate mattiniere, e, di conseguenza, una movida non fastidiosa è possibile incontrarla in diversi pub, al cinema e, in occasioni particolari, alla discoteca Charlie, una delle più frequentate della Valtellina.
Nella via Europa, divisa a metà dalla strada che collega le due Valli, è possibile fare compere di ogni tipo: dai prodotti locali, all’ abbigliamento, non solo “nevoso”, alle leccornie più svariate, come è possibile osservare e gustare nel recente “Bakery Café”: le dimensioni dei croissant non si contano!
Una note di merito va a molti esercizi commerciali, nell’ambito moda e calzature: ogni anno, essi effettuano notevoli sconti già prima della data ufficiale dell’inizio dei saldi, proprio per sfruttare la presenza dei turisti.
Dal 2018, l’area in cui era presente la pista di pattinaggio, è stata adibita a piazza che ospita i mercatini natalizi. Quest’anno, essi sono più belli del solito, animati dalla presenza, quasi giornaliera, di giochi e baby-Dance, e da una gigantesca ruota panoramica, ancor più suggestiva la sera, poiché illuminata e con un continuo alternarsi di colori. È possibile ottenere una piccola riduzione, presentando una brochure, presente in alcuni negozi. In media, essa compie quattro giri, un’occasione che invita a osservare, scattando immagini, questa perla delle Alpi, da una molteplicità di prospettive.
Scarponi, tuta e, perché no, un’attrezzatura scintillante per farsi notare sulle piste e, se non è dannoso, anche qualche ruzzolone e una risata, iniziando questo nuovo anno, in una situazione socio-economica, un po’ instabile, ma che sta migliorando.