Si torna sui banchi di scuola, quando, nelle prime lezioni di letteratura, spesso, il o la docente citava le cosiddette “Tre Corone D’Alloro”. Tre uomini, studiosi, letterati e, in comune, avevano la regione di provenienza: la Toscana.
Dante, Petrarca e Boccaccio.
Giovanni Boccaccio è ricordato dagli studenti come quello più “burlone” e il suo “Decameron”, anche oggi, fa sorridere.
Nella parte bassa del paese, uno scatto di gruppo o un selfie con la statua è d’obbligo: molti locali e, con un ascensore, capiente e un prezzo irrisorio, si raggiunge la parte alta, quella in cui è nato, ha studiato ed è possibile visitare un museo con numerosi cimeli, di proprietà del Boccaccio.
Il paese ha ricevuto il premio di “Bandiera Arancione”, dal Touring Club Italia, essendo una località che si distingue per l’offerta turistica, enogastronomica e ambientale.
Nel centro storico, la Chiesa dei SS. Michele e Jacopo ospita le spoglie del novelliere. Suggestivo, il Palazzo Pretorio, simbolo della cittadina medievale, dove si trovano alcune opere di rilievo: una Madonna col Bambino, del 1489, di cui l’autore è Pier Francesco Fiorentino, una Crocifissione del 1478 e una Pietà. Il cortile interno è diventato un giardino con sala da the giapponese.
Un consiglio è salire sulla torre, dalla quale si ammira una distesa di: case, colline e monumenti, a differente distanza. Questo panorama ha saputo affascinare il giovane prosatore.
“Certaldo, come voi forse avete potuto udire, è un castel di Val d’Elsa posto nel nostro contado, il quale, quantunque piccol sia, già di nobili uomini e d’agiati fu abitato”
(Decameron, VI Giornata, Novella X)