SBRISOLONA – LOMBARDIA
Dolce mitico ed originario della città di Mantova, la Sbrisolona deve il suo nome alla caratteristica di sbriciolarsi (brisa in dialetto mantovano significa briciola). Nonostante si realizzi di pochi e poveri ingredienti (farina di mais, strutto e nocciole) questa torta è così buona che ne ritroviamo traccia storica nella corte dei Gonzaga, già dal 600! Fidatevi: è buonissima!La sbrisolona è una torta tipica della città di Mantova molto diffusa nella cucina del nord Italia ma conosciuta in tutto lo Stivale. Perfetta da gustare a colazione o a merenda ma anche per concludere un pasto insieme a caffè e ammazzacaffè, si prepara con pochi ingredienti e senza lievito. Deve il suo nome alla consistenza dell’impasto con cui è fatta, che non è compatto e regolare ma sbriciolato e molto friabile. Come tutte le ricette popolari antiche, anche questa si è diffusa in tante varianti e ogni famiglia ha la sua. Si tratta di una ricetta semplice, in cui il profumo e il sapore delle mandorle sono i protagonisti indiscussi! Modificando e addolcendo la ricetta di base, in particolare sostituendo le nocciole con le mandorle e arricchendo l’impasto con vaniglia, zucchero e limone, Bartolomeo Stefani catturò l’attenzione dei nobili di corte che iniziarono a considerare il dolce una vera e propria prelibatezza.Il nome deriva dal sostantivo brìsa. Si tratta di una torta di povere origini, all’inizio infatti gli ingredienti erano quelli tipici della tradizione contadina (farina di mais, strutto e nocciole) e negli anni si sono raffinati. La ricetta oggi prevede che le farine (bianca e gialla) e lo zucchero siano in parti uguali, ragione per cui in passato questo dolce era detto “torta delle tre tazze”, inoltre gli ingredienti non devono essere sminuzzati, anzi, il tratto caratteristico del dolce sta nella sua consistenza irregolare, dovuta alla lavorazione veloce e al taglio grossolano delle mandorle. Si distingue da altre preparazioni, proprio per il metodo di lavorazione e per come viene servito, infatti questo dolce non dev’essere tagliato in fette regolari, ma spezzato con le mani. È tradizione consumare la torta bagnandola con la grappa. Si consiglia di accompagnarla anche con un vino liquoroso come il Malvasia, il Vin Santo o il Passito di Pantelleria. Caratteristica inconfondibile della torta è la sua friabilità che la porta a sbriciolarsi con estrema facilità (da cui il nome che nelle lingue gallo-italiche significa “sbriciolona” o “sbriciolata”). In Veneto viene comunemente chiamata “rosegotta” e “fregolotta”, termine quest’ultimo che indica anche un altro dolce assai simile.