Attualità

Il “Viaggio di Elisa”

Fabrizio Uberto

” Sono arrivata solo pochi giorni fa. Un viaggio di due anni! (accidenti a quel Virus e a me che me lo sono preso!), tra i chiaroscuri e le sorprese di quei famosi gironi (aveva ragione il “Sommo”, esistono veramente…).
Non posso certo lamentarmi del “Virgilio” che mi hanno assegnato, il grande Andrea (Camilleri), ma devo ammettere che i primi tempi sono stati duri.
Era il 31 ottobre del 2020, quando, risvegliatami, sobbalzai. Alzai una mano e ci vidi impresse le indicazioni del primo appuntamento.
” Andrea ti aspetta sulle rive dello Stige”. Chiamai subito il Supremo centralino. ” Scusi, ma prima del viaggio, non potrei mica andare dal parrucchiere?” Mi rispose una voce tagliente, tipo “amministratore delegato”. ” Non se ne parla neanche”, disse cafonamente.
Meno male che trovai a diposizione uno strano marchingegno, un ibrido tra mongolfiera e carrozza di Cenerentola, di un argento luccicante e intarsiato. Ma con mio disappunto, invece di salire, iniziai a scendere.
” Ballai” un po’ tra le nuvole e poi atterrai su rive sulfuree. Avvolto da un mantello da Nosferatu, mi venne incontro Camilleri.
” Maestro”, gli dissi, ” che piacere!”
” Buongiorno Elisa, mi dispiace molto che tu sia finita qui e di quest’ambiente non proprio allegrissimo…”
In effetti quello squallido posto ben si poteva ben definire come ambiente “infernale!” Così Iniziai ad irritarmi. Perché io che in Vita non avevo fatto che “Bene”, mi trovavo in quel girone desolato e soprattutto, quanto avrei dovuto starci? Mi rivolsi a Camilleri.
” Maestro che significa tutto questo? Io voglio raggiungere subito i miei cari, non voglio stare qui! ”
” Devi avere pazienza cara Elisa, questo non è che l’inizio del nostro viaggio…”
” E ci mancherebbe altro! A me questo posto fa schifo, un vero strazio! Già ho visto in lontananza quel refioso segaligno dai baffetti neri che tanto danno ha fatto all’umanità e alla mia famiglia, e poi mafiosi, terroristi di ogni risma, che ci faccio qui? Che c’entro con loro?”
Il grande scrittore mi rassicurò. ” Non ti preoccupare Elisa, staremo solo il necessario, questa è una specie di convenzione, il nostro viaggio deve purtroppo prendere le mosse da questo antro un po’ sinistro…”
” Sì, ok, ma perché non posso salire subito nell’Empireo? Mi sono portata anche il mio proverbiale scialletto bianco!”
Andrea cercò di rabbonirmi. ” Vedi, qui il “Principale” ha deciso così. Ogni anima, prima di assurgere eventualmente all’Empireo, deve ” navigare” attraverso le miserie della condizione umana e della sua indifferenza, giusto per riflettere per un’ultima volta, sul tortuoso percorso dell’esistenza terrena”.
” Ok ma scusi cos’avrei in comune con quei maledetti laggiù, con lo schifoso Adolf, con Benito e con gli altri “macellai” eversori e criminali?”
Lo Scrittore sorrise. ” Assolutamente niente, cara Elisa. Ma rifletti un momento. Quegli immondi, è vero, hanno scelto il male supremo, come stilema della propria esistenza. Ma quante volte anche noi nella vita, siamo stati di fronte a un bivio? Quante volte, magari per tornaconto o per toglierci da una condizione di difficoltà, abbiamo scelto di beneficiare noi stessi, a scapito del prossimo?”
Esitai un momento. Ma poi replicai: ” Sì, ma quello che ha detto è del tutto imparagonabile ai crimini perpetrati da questi derelitti!”
” E’ vero, come non darti ragione! E tuttavia, alla radice, quella stessa energia che ha portato quei marrani ad azioni efferate, è presente in tutti noi. La differenza è che tu, come tanti altri, l’avete fatta evaporare a uno stato ” veniale”, facendo prevalere spinte antitetiche, verso il buono e il giusto!”
Pensai che il “Cantore” non aveva tutti i torti. Mi guardai dentro. E riconobbi che pur avendo avuto a cuore per tutta la vita verità e giustizia, pur rare volte, col mio edonismo e la mia straripante vitalità, avevo dato piccoli dispiaceri a chi in fondo non lo meritava.
Il Maestro si accorse di quella mia consapevolezza e decise che era tempo di abbandonare le terre di perdizione. La nostra carrozza-mongolfiera decollò verso la “Speranza”. Atterrammo in un bosco, la macchia verde- timido del paesaggio era intrisa da nuvolaglia color pece. Ed ecco anche lì , facce che avrei volentieri evitato. Pio XII, che non levò mai la voce contro i crimini fascisti, il Giulio nazionale, enigmatico referente di affari poco chiari e ancora, Pilato e tutta la famiglia reale. Prevenni la mia Guida. ” Questi signori nella loro vita non hanno mai scelto, indifferenti e ignavi. E dunque? Non vedo proprio il senso del nostro passaggio…”
” Elisa, so bene che nella tua vita sei stata tutto fuorché indifferente. E tuttavia pensaci un momento. Non sempre il Male, ma anche una semplice astensione, talvolta può macchiare le nostre vite…”
” In che senso Andrea?”, chiesi preoccupata.
Camilleri sorrise. ” Ma sì Elisa, per orgoglio o talvolta pigrizia, talvolta finiamo per omettere quel piccolo gesto, quell’attenzione o premura che avrebbero potuto sanare incomprensioni o piccole sofferenze”.
Anche questo era vero, ho pensato. Ho avuto un’esistenza soddisfacente, benvoluta come sono stata. Tuttavia talvolta, avrei dovuto non pensare di rendere felice solo me stessa, ma anche un po’ di più gli altri, quelli cui appunto ero particolarmente legata. Restai assorta e dispiaciuta. Ma non appena una lacrima sgorgò dal mio cuore contrito, Andrea mi prese per mano.
Il nostro ” Velivolo” ora saliva verso nuvole fosforescenti. Una brezza estiva e i primi raggi di una nuova “dimensione”, spazzavano via residui di tristezza. Falcone e Borsellino fumavano tranquilli su un nembo dorato. Li salutai e loro risposero con un inchino.
Ormai eravamo prossimi ad un arco maestoso, fulgido di una luce- arcobaleno. Trasecolai. Passato l’arco, tutto il cielo si era trasformato in un paesaggio marino. Rocce e laghi cristallini creavano una conca invasa da un grande Sole, vivido e conciliante. Ed ecco finalmente i miei affetti! Ecco la cara mamma, mio padre, mio marito e mia sorella!. Ecco di nuovo la vita, ecco di nuovo quello che pensavo di aver perso e che invece ritrovavo! E come l’ultima torta con le novanta candeline, una scritta color panna montata mi avvolse come candida coperta, allietata da luminarie di sorrisi. ” ORA SEI CON NOI IN PARADISO”, mi festeggiava, srotolandosi tra applausi e benvenuti, nel tappeto scintillante della mia nuova “Casa!”

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