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4 NOVEMBRE, UNA DATA DA RICORDARE ANCHE PER LA PSICOLOGIA.

La Grande Guerra e la "scoperta" del PTDS

La data odierna è il giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Risulta interessante dedicarci all’evoluzione che ha avuto nella storia. Il 4 novembre 1918 il Regio Esercito Italiano ha vinto la I guerra mondiale. Il 4 novembre del 1921, per onorare i caduti della Grande Guerra ebbe luogo la tumulazione del militre Ignoto, l’anno successivo (1922) la data sarà dichiarata festa nazionale, rimarrà tale fino al 1977.

Come abbiamo appena ricordato, ogni evento ingloba numerosissimi significati ed emozioni. A mio parere non si è ancora giunti ad un vissuto comune relativo al 4 novembre perchè le enormi ed atroci sofferenze presenti in questa data non sono state ancora adeguatamente elaborate dalla collettività, nonostante siano passati ormai oltre un centinaio di anni.

La I Guerra Mondiale è stata un’esperienza davvero particolare, risulta il primo evento bellico in cui hanno partecipato le masse mondiali. Il Pontefice Benedetto XV l’aveva definita “Un’inutile strage”, supplicando affinché le nazioni cristane non si sterminassero. Da quell’atroce evento sono derivate molteplici conseguenze: la caduta degli imperi, la società di massa, un notevole sviluppo di alcune discipline, tra cui la psicologia.

Attualmente definiamo il disturbo post traumatico da stress (PTSD post traumatic stress disorder) come l’insieme delle forti sofferenze psicologiche conseguenti a un evento catastrofico o violento subito (può capitare a chi vive terremoti, naufragi, gravi incidenti stradali, dirottamenti aerei e così via).

Molti penseranno che questa sindrome si sia sviluppata nel corso della I guerra mondiale, ma sarebbe un errore. Il PTDS ha forse avuto origine con il primo colpo di clava inferto dall’uomo primitivo ad un suo simile. Fin dall’antichità si sono certamente verificati diversi e molteplici PTDS. La I guerra Mondiale ha fornito a tutti l’evidenza di questa sindrome. All’epoca era stata nominata come shock da granata, trauma di guerra o anche con la più popolare terminologia “scemo di guerra”. Gli alti ufficiali della Grande Guerra non avevano compreso questo disturbo, il quale sarà denominato e riconosciuto compiutamente solo dopo la guerra del Vietnam. Durante la I Guerra Mondiale i vertici dell’esercito ordinavano ai soldati, giovani fanti (i quali nella vita civile svolgevano principalmente l’attività di contadini), di innestare la baionetta, saltar fuori dalle trincee e poi correre contro il nemico, evitando i proiettili delle mitragliatrici o le bombe. Come ovvio soddisfare questa richiesta era impossibile, emergevano quindi i rifiuti, le diserzioni o ciò che gli alti ufficiali definivano pusillanimità, codardia, mancanza di coraggio, assenza dell’amore di patria. Scrittori quali Hemingway, Ungaretti, Remarque insieme a tanti altri hanno ben descritto la sindrome post traumatica da stress nelle loro opere. Ogni guerra nella storia ha causato PTDS, la troviamo descritta da Tolstoj, Rigoni Stern e altri, ma forse nella Certosa di Parma Stendhal ne fornisce il migliore esempio, narrando l’arrivo sul campo di Waterloo di Fabrizio del Dongo.

In genere su 100 persone esposte allo stesso evento traumatico, 4 uomini e 10 donne sviluppano il disturbo. La prevalenza in una popolazione “normale” è di circa l’8%. Chi ne è affetto sviluppa diversi sintomi: flashback (rivive un continuo ricordo dell’evento accaduto), intorpidimento (tende ad evitare tutto ciò che ricordi l’eperiseriza vissuta), incubi, iperattività, attacchi di panico, aumenta notevolmente il ricorso ad alcool e droghe.

Può accadere che l’eposizione ad eventi traumatici generi perfino dei benefici. È capitato ad Henry Durant, imprenditore svizzero che il 24 giugno 1859 ha visto le conseguenze delle battaglie di San Martino e Solferino (circa 100.000 soldati tra morti e feriti) in cui gli eserciti Francese e del Piemonte combatterono contro gli Austro-Ungarici. Alcuni anni dopo fondò la croce rossa e ottenne il premio Nobel.

Quando oggi una o più persone partecipano ad eventi traumatici si tende ad attivare una o più equipe di psicologi per poter elaborare le conseguenze da esso causate. Solo per fornire un esmpio citiamo un documento firmato da oltre 800 reduci delle forze U.S.A del 2 marzo 2003 riporta:

<< Sappiamo come si presenta e come ti riduce la sindrome da Stress Post Traumatico, perché i fantasmi di più di due milioni di donne, uomini e bambini invadono i nostri sogni. Sono più numerosi i reduci morti per suicidio dopo la guerra di quelli che morirono in combattimento >>.

In passato la PTDS e l’eperienza della I Guerra Mondiale hanno imposto una svolta alla teoria psicoanalitica.

I figli maschi di Freud furono chiamati a combattere per l’esercito Austro-Ungarico. Comprendendo la terribile tragedia vissuta dall’umanità, Freud iniziò a ipotizzare la presenza di una pulsione di morte opposta a quella sessuale, la Libido. Nel 1915 in Condsiderazioni attuali sulla guerra e la morte, nel 1921 in Al di là del principio di piacere e nel 1932 in un carteggio con Einstein intitolato Perchè la guerra esporrà queste sue riflessioni.

Da precisare che il governo Austro-Ungarico aveva pensato di finanziare un team di psicoanalisti con a capo Freud per affrontare il PTDS nell’esercito, la guerra teminò prima che il progetto fosse realizzazione.

Chi desidera porre quesiti od esprimere osservazioni può scrivere al seguente indirizzo email: liberamenteeco@gmail.com

 

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