Una delle più grandi opere di stravolgimento della realtà che non ha precedenti riguarda la canapa. Sì parliamo proprio della famosa canapa così discussa negli ultimi anni. La canapa è stata demonizzata per quasi un secolo dimenticandosi che è una delle più preziose risorse in campo terapeutico, come avevano già intuito nei secoli passati. E’ anche vero che da qualche tempo la ricerca in materia di cannabis terapeutica è in continua evoluzione. Nel presente e nel futuro possiamo solo andare avanti per scoprire gli importantissimi utilizzi che ha questa piantina nei confronti di molte patologie sia fisiche che mentali.
La canapa è tutto, ma grazie alla scienza moderna è ancora più di tutto e tante sono le domande che nascono su come orientarci nella scelta dei vari prodotti, su cosa ne pensano i medici e i veterinari e se saranno proprio i medici a sdoganare l’uso quotidiano della canapa. Intanto definiamo queste tre diciture: canapa, cannabis e marijuana. Esse indicano sostanzialmente la stessa pianta, ma ci fanno comprendere più facilmente il fenomeno della cannabis. La pianta è la stessa moltiplicata nelle sue varietà genetiche.
La principale differenza tra canapa e marijuana è a questo punto la varietà genetica e la percentuale di principi attivi presenti nella pianta cannabis.
Sono stata recentemente invitata alla presentazione di un libro molto esaustivo sull’argomento: “La canapa, un tesoro medicinale”, scritto a quattro mani dall’Ing. Giuseppe Brancatelli, animatore attivo del dibattito sulla gratuità delle cure a base di cannabis da parte del Servizio Sanitario Nazionale, dal Dott. Luca Ferrero, medico specializzato in anestesia, rianimazione e terapia del dolore ed esperto di cannabis con migliaia di pazienti curati con fitocannabinoidi a bassa concentrazione, dal Dott. Salvatore Marasà, ricercatore ed esperto in estrazioni naturali di fitocannabinoidi da canapa agro industriale e da cannabis medica, e in ultimo dalla Dott.ssa Monica Premoli, medico veterinario che utilizza da molti anni i fitocannabinoidi per la cura dei suoi piccoli pazienti.
Questo libro, come riporta nelle sue pagine, è un piccolo contributo di idee ed esperienze dirette, di approfondimenti e confronti con tecnici sanitari, medici, veterinari e farmacisti in primis, ed è dedicato a tutte le persone che soffrono per la mancanza di accesso alle cure a base di cannabinoidi e a quelle che, non conoscendo gli effetti terapeutici dei cannabinoidi, non li usano pur avendoli a portata di mano. Mi sono soffermata a leggere attentamente le varie testimonianze riportate nel libro di pazienti con problemi come l’artrite reumatoide, come il diabete, come la sclerosi multipla, come l’epilessia e così via.
E’ stato molto interessante anche leggere la parte dedicata alla Dott.ssa Monica Premoli, medico veterinario, esperta in medicina non convenzionale e diplomata in omeopatia veterinaria, agopuntura veterinaria e medicina antroposofica con interessi in tutti gli ambiti della medicina non convenzionale. La Dott.ssa Premoli, leggo nelle pagine del libro, ci dice che l’occasione di utilizzare anche per gli animali i fitocannabinoidi gliela offrì una paziente che chiedeva un aiuto medico per il proprio cane. Non esistendo linee guida sull’utilizzo della canapa in campo veterinario non riuscì a trovare una soluzione su come gestire la patologia di questo animale.
Da questo episodio e con tanti studi in questi ultimi anni, la Dott.ssa Premoli prescrive oggi usualmente la cannabis terapeutica nella sua attività di veterinario, per esempio per le patologie che implicano dolore, per le formule neurologiche degenerative e per le problematiche infiammatorie di cui soffrono questi piccoli pazienti.
Allo stesso modo scorrendo le pagine del libro, mi soffermo e riporto le esperienze del Dott. Luca Ferrero, specialista in Terapia del Dolore ed esperto utilizzatore di cannabinoidi.
Come scrive nel libro lo stesso Dott. Luca Ferrero, stiamo parlando di un fitofarmaco noto fin dall’antichità per le sue proprietà antinfiammatorie, utilizzato da oltre 3000 anni, e che negli ultimi anni, attraverso le ricerche scientifiche, sta risorgendo a nuova vita. Prima di ogni terapia, continua il Dott. Ferrero, occorre procedere attraverso un’anamnesi del paziente, ad una conoscenza completa del suo stile di vita, perché spesso il dolore si accompagna al disagio psicologico o al disordine alimentare o altre cause che, per quanto possibile, vanno rimosse insieme al dolore.
Normalmente, prosegue il Dott. Luca Ferrero, nella realtà di oggi l’utilizzo dei cannabinoidi rappresenta “l’ultima spiaggia” di chi dopo averle provate tutte, si affida alla canapa. Questo approccio non è corretto, per cui ogni volta che ne ha occasione, il Dott. Ferrero stimola i suoi colleghi alla ricerca e all’approfondimento scientifico, nella convinzione che dal confronto e dalla collaborazione tra professionisti, possano nascere le migliori occasioni di cura per i pazienti. Il Dott. Ferrero riferisce sempre nel libro che sui cannabinoidi c’è una sorta di pregiudizio che occorre sfatare, perché la cannabis medica viene considerata giustamente uno stupefacente, quindi un materiale da trattare con molta attenzione. Inoltre da medico, ci sottolinea, che molti confondono la cannabis (stupefacente) con canapa (non stupefacente), ma soprattutto hanno paura, da un punto di vista sociale, di essere definiti tossicodipendenti, perché assumono cannabinoidi. L’uso della cannabis medica stupefacente, non è certamente l’unico modo di assumere cannabinoidi.
Questi si ritrovano in quantità diverse anche nella canapa nostrana o agro industriale ed è lì che possiamo attingere a piene mani senza paura degli effetti collaterali. Per concludere il Dott. Ferrero ci informa, sempre attraverso le pagine del libro, che studi recenti confermano che l’utilizzo della pianta di canapa in modalità di fitocomplesso, contenente le molecole acide, i terpeni e i flavonoidi, si dimostrano molto efficaci per il trattamento di malattie anche gravi, per l’effetto entourage che tutte queste molecole producono quando sono assunte insieme.
Mi piacerebbe potermi dilungare in questo articolo riportando soprattutto le varie testimonianze e mi sento in grado, supportata da quanto letto e da quanto ho studiato sull’argomento per informarmi, che la canapa è un rimedio naturale conosciuto da sempre. Voglio riportare una delle morali finali che leggo nelle ultime pagine di questo libro: “sui social vi sono decine di comitati di pazienti a cui in pratica viene negato il diritto di curarsi con la canapa semplicemente ritenendola introvabile. Questa situazione non cambierà fino a quando gli utenti consumatori di questi prodotti, sia quelli sotto e quelli sopra la soglia stupefacente, non saranno milioni e interesseranno qualcuno dal punto di vista del consenso politico.
Virginia Sanchesi
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