Abbiamo più volte parlato di medicina estetica, del suo ruolo nella società di oggi e delle sue finalità, sia mediche che sociali. La medicina estetica in questi anni ha vissuto una vera e propria escalation soprattutto dopo la pandemia. Come ogni anno, ad inizio ottobre, si è svolto a Milano uno dei più importanti Congressi Internazionali del settore, AGORA’, Società Scientifica Italiana di Medicina ad indirizzo Estetico, il cui Presidente è il Prof. Alberto Massirone e Direttore della Scuola quadriennale post-universitaria per Medici Estetici. Il Congresso Agorà è un appuntamento irrinunciabile di portata internazionale sul confronto e aggiornamento scientifico e innovativo nell’ambito della medicina estetica. Nessuna importante novità di rilievo, se non una marcia di accelerazione esponenziale verso la medicina rigenerativa e innovativa e l’affermazione che i medici estetici veri non fanno solo riempitivi e tossina botulinica, ma applicano quanto la medicina estetica offre in toto, per migliorare e riequilibrare i volumi e le linee di un paziente dopo un check up accurato e personalizzato. Solo questo permette infatti di ottenere risultati validi con poche cose e limitando al minimo le complicanze.
E’ importante ancora una volta sottolineare, come abbiamo spesso fatto, che il compito del medico estetico non è vendere trattamenti, che talvolta non sono nemmeno necessari, ma quello di stabilire un percorso, in accordo con le esigenze del paziente e la sua situazione effettiva riferita al tipo di pelle, di razza, di età e di stile di vita.
Durante le varie sessioni del Congresso si è sostenuta inoltre l’importanza di avere medici estetici preparati che abbiano seguito un percorso formativo, che abbiano una visione predittiva del paziente e una empatica con lo stesso, a cui aggiungere un’ottima conoscenza dei macchinari e laser in commercio e delle terapie da utilizzare. Non è il paziente che si deve adattare alla macchina, ma le terapie e i laser devono essere adattati agli step del percorso programmato per il paziente.
E’ indubbia inoltre la valenza sociale della medicina estetica oggetto di miei articoli, sia per l’aiuto che lo specialista può offrire intercettando una serie di patologie nel check up introduttivo di una visita di medicina estetica (melanoma e cheratosi), sia pensando ai miglioramenti “estetici” funzionali a pazienti che presentano neoplasie come quelli della mammella che possono favorire psicologicamente il recupero psico sociale e alleggerire i loro percorsi terapeutici.
Scorrendo i vari argomenti dei workshop del Congresso Agorà 2022 e soffermandoci sui filler di varia natura e fili di varia portata, è importante sottolineare che ci deve essere da parte del medico estetico un dettagliato studio dell’anatomia del viso e dei famosi “trigger point” di ciascuno, grazie al quale, attraverso l’uso di filler a base di acido ialuronico o di idrossiapatite di calcio, riesce ad avere un discreto risollevamento dei tessuti rimettendoli in tensione. La sintesi è che è molto importante la prevenzione, attuata non solo attraverso le terapie di medicina estetica, ma con un corretto stile di vita, una corretta integrazione, esercizio fisico e stimolazione intellettuale.
Non dobbiamo cercare un ringiovanimento forzato ma un aspetto più riposato e più luminoso per portare meglio i propri anni. Esiste un limite in ogni caso che è quello tra medicina estetica e chirurgia plastica. La medicina estetica in un volto ha un limite dopo il quale la soluzione deve essere quella chirurgica, anche qui nel concetto attuale di non forzatura ma di risultati armoniosi e poco impattanti.
Vorrei concludere questa riflessione sul futuro della bellezza riportando la dichiarazione del Dott. Emanuele Bartoletti, Presidente SIME (Società Italiana Medicina Estetica) rilasciata dallo stesso all’agenzia di stampa Adnkronos in risposta alle parole di Papa Francesco circa gli interventi estetici e la ricerca dell’eterna giovinezza:
“Le parole del Papa sono giuste nel voler ricordare che è sbagliato rincorrere l’eterna giovinezza. Lo star bene con noi stessi non deve essere commisurato a quanto appariamo giovani, ma a se siamo o meno curati. Sentirsi sicuri ed appagati nel vedersi belli non significa vedersi giovani, ma il messaggio che noi proponiamo e quello di cui ci occupiamo, non è il ringiovanimento, bensì la prevenzione e il mantenimento. La missione della prevenzione è di fare arrivare ad una certa età con la coscienza di doversi impegnare in uno stile di vita corretto, ma anche di ricordarsi di controllare sempre la mappa dei nei, gli epiteliomi, verificare la familiarità al melanoma, rendersi conto precocemente dei punti di forza e dei punti deboli della propria pelle per contenere anche il suo invecchiamento.”
Virginia Sanchesi
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