Classe 1988. Eleganza e originalità, nel suo stile, un po’ “da bravo ragazzo”, un po’ provocatorio. Marco Mengoni tenta la sua gavetta, con il sogno di diventare cantante, in età adolescenziale e, quando si sente abbastanza preparato da affrontare il debutto in televisione, partecipa al talent show di Rai Due. Già, al Festival di Sanremo 2010 si posiziona terzo, calcando il palco dell’Ariston, con il brano “Credimi ancora”, dal quale sono già percepibili le sue numerose sfumature nel timbro vocale.
Quello di lunedì scorso, è il secondo concerto dell’artista cui partecipo, a distanza di pochi anni, e, come han sostenuto chi lo “conosce” meglio, una sicurezza e un savoir-faire più adulto lo distingue. Infatti, lo posso confrontare a quei performer, i quali, ottima voce e interpretazione a parte, non sono competenti nel saper coinvolgere interi palazzetti o stadi.
Marco è apparentemente riservato, ma, nel concerto al Forum di Assago, ha intrattenuto migliaia di fans, con sia gag comiche, sia con temi che facciano riflettere, ogni suo concetto è espresso anche con l’ausilio di effetti speciali, in particolare immagini nelle materie di cui è composta la Terra.
Egli invita il pubblico a seguirlo, anche abbandonando per qualche secondo il sorriso e l’euforia, poiché lui, dopo anni di incertezze, vuole mettersi a nudo e sapere che i propri fans lo conoscono per come è e non per come appare.
Non ha ancora compiuto 35 anni, eppure afferma che ha già una certa esperienza nel sapersi rapportare con le persone e nel dovere esaminare, sia in ambito amicale sia amoroso. Io stessa sarei scesa, davanti a lui, nascondendo l’emozione, ad applaudirlo come un giovane che ha seguito, con le prime difficoltà, le sue inclinazioni. Ha conosciuto quanta sofferenza si debba subire, quando si è, secondo le parole di una società ottusa, “diversi” dalla natura con la quale si nasce.
Il messaggio non nasconde dubbi: la maggior parte nelle persone, oggi, sta vivendo un’enorme crisi interiore e, spesso, sono le prime ad insultare gratuitamente gli altri, non sapendo quanto male possono fare parole spesso dette quasi come sfogo personale: infatti, il nostro Paese non sta attraversando solo una crisi economica e ambientale, ma, penso in un certo senso ancor più importante una crisi morale e sono anche convinta che questi tre aspetti si possano integrare.
Osserviamo e ascoltiamo, quotidianamente, episodi di violenza, di genere, su minori, disabili e anziani. Un ragazzo gay deve camminare, soprattutto in un paesino, prestando attenzione a non ondeggiare, perché le risatine sono all’angolo, o una ragazza lesbica deve giustificarsi perché non ha il fidanzato, pure apparendo bella ed educata, come se far parte della comunità LGBQT+ equivalesse a essere “personaggi loschi” o facilmente manipolabili, in qualche pessima condotta,
Marco è un bellissimo ragazzo nell’anima e nel fisico: molte le coetanee e anche le signore di qualche anno in più che non hanno potuto fare a meno di urlarglielo.
Un sogno proibito? Forse! Ne sono trascorsi di anni da quando, nelle camerette delle adolescenti anni Ottanta, erano appesi i poster di Miguel Bosé o di Umberto Tozzi, ma la nuova generazione di adolescenti e giovani donne deve pur nutrire gli occhi. L’aspetto che più affascina è la sua personalità, misteriosa, non si presenta in modo scontato, poiché, con sguardo e dizione, riesce a catturare l’attenzione. Può apparire magari un pochino naїf, tuttavia con il qualunquismo, che impera al giorno d’oggi, questo lo distingue dalla massa. Egli non è di certo il vip, che ha progettato la propria carriera su selfie, messaggi o video sui canali social. I mass media hanno contribuito ad accelerare le gavette a coloro che, oggi, si candida nel mondo dello spettacolo. Raccomandati sì o no, occorre anche mantenere il livello raggiunto, studiando, cimentandosi individualmente e, soprattutto, investire nella propria apertura mentale, sempre ponendo al centro nella propria evoluzione la propria dignità.
Molte sono le frasi che toccano il cuore, come ad esempio quelle dedicate al fatto di non essere da soli e che, anche all’interno dei più intricati labirinti, vi siano delle mani pronte a salvarti.
Altre congratulazioni vanno alle vocalist, ai scenografi e ai costumisti, perché, come hanno sostenuto alcuni fan, assistere a un concerto di Mengoni è come partecipare a uno spettacolo teatrale, poiché gli ingredienti che stupiscono sono numerosi. Anche nella stessa città, ogni sera, il cantante offre qualche sorpresa. L’ unico minimo comune multiplo che egli condivide in tutte le province italiane è l’adrenalina: infatti, pur trattandosi di assoli rock, Marco aggiunge quel tocco che non guasta e, da qualche canzone, il pubblico si sta chiedendo se il suo manager lo stia preparando ad affrontare il mercato musicale estero. La sua voce si adatta benissimo anche in altre lingue e, com’è accaduto a Laura Pausini, noi fan ricordiamo che egli ha già partecipato a diversi spettacoli, fuori dai confini nazionali, come all’Eurovision Song Festival, nel 2013, dopo la vincita del Festival di Sanremo, con” Credimi Ancora”.
Una lezione che, forse inconsapevolmente, questo ragazzo ci insegna è che quando si sa realizzare il proprio sogno, auspicando che adesso diventi proprio futuro, occorre molta umiltà e determinazione, ma che, consapevoli di quanto possa essere faticosa la meta da raggiungere, una volta che sei disponibile a scendere in campo, l’onestà regala un’unica scia luminosa.
Quando intoni quei testi, forse, pensati, in una prima occasione, in un posto qualunque e, dopo qualche anno, ti ritrovi al centro di un’ eccentrica scenografia, con migliaia di individui di ogni età, che cantano quelle righe, forse, qualche tempo prima, appuntate quasi come in uno sfogo personale.
Marco, che il tuo spirito da “guerriero” regali forza a tutti quei “esseri umani”, che incontrano difficoltà a essere loro stessi e, soprattutto, a comunicarlo agli altri, coloro che, anziché offrire il proprio affetto, spesso, sono i primi ad allontanarsi.
Marco, insegnaci il segreto della serenità.