Come era largamente previsto e prevedibile (con l’eccezione dei Mercanti del Tempio e dei Crisantemi del Camposanto) ha stravinto la Destra e, in primis, Giorgia Meloni con la sua piena Leadership di Donna e di Conservatrice. Sarà la nuova Presidente del Consiglio, ma avrà sul suo cammino e nell’esercizio del suo mandato criticità enormi e, forse, tempi brevi di effettiva stabilità. La Meloni è cosciente di una siffatta criticità e tale consapevolezza è un punto attivo della sua Leadership. Il Destracentro ha intercettato un Terzo del Paese, un altro terzo è sull’Aventino della astensione e l’altro terzo è spandecato nel mare magnum della area di centro sinistra diffusa, divisa e non dialogante. Resta in tutta la sua emergenza democratica la disaffezione dell’elettorato, con l’astensione che realizza il peggior risultato di sempre. L’affluenza al voto, infatti, si ferma al 63,91 per cento. La Lega ha subito un tracollo storico e l’annientamento del suo progetto strategico delle autonomie regionali e ha dissolto il capitale di adesione del Sistema delle Imprese del Nord che hanno scelto il cambio di Cavallo e la Meloni, abbandonando il Capitano Salvini al suo triste destino e alla sua Caporetto.
In questo quadro Matteo Salvini chiude mestamente il suo ruolo di Leader e probabilmente andrà a casa più prima che dopo. Forza Italia, ovvero Berlusconi (altro non c’è) ha rifatto il miracolo di San Silvio ed è decisivo per formare e far marciare il nuovo Governo, nonostante abbia perso 6 punti percentuali e la metà dei voti (dal 14,01 all’8,10 %, 2.235.000 voti rispetto ai 4.450.000 del 2018). Nonostante il calo dei consensi, va riconosciuto a Berlusconi di aver rifatto un Capolavoro! Stupisce e meravigliai, il flop totale dei cosiddetti “Noi moderati” di Toti, Brugnato e Lupi che raccoglie un marginale 0,91% e solo 254.001 voti. Il M5S cambia strutturalmente natura e diventa da Movimento a Partito con l’indiscussa Leadership di Giuseppe Conte e l’inizio della eclissi di Grillo e del suo pesante condizionamento.
Il M5S pur perdendo oltre la metà dei voti rispetto al 2018 e pur realizzando una oggettiva mutazione genetica, si colloca a sinistra come rappresentante, quasi esclusivo, degli ultimi, dei penultimi e del popolo del 110.
Il PD porta a Termine il suicidio annunciato, avevo scritto harakiri e chiude tristemente il suo ciclo e, forse anche la sua tormentata esistenza. La leadership di Letta è finita in un bagno di sangue senza onore e senza più alcun progetto. Letta verrà ricordato come il Segretario che ha sbagliato tutto sia in termini strategici sia tattici: un Perdente patentato senza se e senza ma! Il PD oggi subisce la peggior sconfitta della sua storia (compresa quella degli avi PCI e DC) sia in termini elettorali e sia, soprattutto, in termini qualitativi, politici e di orizzonte strategico! Letta e l’attuale Gruppo Dirigente del PD verranno ricordati come coloro che hanno riconsegnato l’Italia repubblicana nata dalla Resistenza alla Destra e alla Conservazione. Con le Elezioni di ieri si conclude il più completo triste fallimento di un Partito mai nato! La Sinistra Sinistra è chiusa nel recinto del 3,64% e del suo milione di voti! Il resto cade come birilli, compresa la Bonino e +Europa. Il Terzo Polo di Calenda e Renzi, realizza il 7,79% rispetto al 4,70 % stimato delle due forze politiche separate (Azione + Italia Viva) e conquista il consenso di 2.154.000 elettori. Tesaurizza cosi un 3% aggiuntivo, per me soddisfacente, rispetto a una scommessa che si presentava per la prima volta e con una fusione a freddo accelerata dalla congiuntura politica, dalle scadenze elettorali e da una Legge elettorale a dir poco orrenda. Il Terzo Polo si conferma come una scommessa irrisolta e tutt’ora in essere! Il metro di misura sarà la costruzione o meno della Casa Comune dei moderati, dei repubblicani, dei liberali, dei popolari e dei socialisti; una Casa che dia voce ai Riformisti che rifuggono demagogia galoppante, promesse vacue e risposte di pancia. Il Terzo Polo, al momento e sottolineo al momento, non è riuscito ad impedire la Vittoria della Destra e a realizzare il cosiddetto Progetto di riportare Draghi e la sua Agenda di nuovo al Governo del Paese. Ma il punto più critico resta il radicamento nel territorio e la ricostruzione di una classe dirigente innovativa che non può continuare ad essere cooptata ad Personam e con relazioni amicali. Questa è la sfida! Vedremo come andrà a finire!
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L’Italia ha scelto Giorgia Meloni che porta alla vittoria il centrodestra
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