La provincia di Biella ospita un paese, che non è celebre per monumenti o edifici in sé. pur conservandone di originali, ma è una manifestazione a distinguerlo: la rappresentazione della Passione di Gesù.
Nell’Ottocento, una compagnia teatrale, che riceve molte soddisfazioni, costituisce “La Società della Passione”, celebre nella regione e, ieri, la presenza di un gruppo di americani ha consolidato quanto coinvolgimento offre, anche a coloro che non conoscono la lingua, ma rimangono stupiti dalle scenografie e dalle competenze artistoche dei personaggi, abitanti comuni del paese e, non tutti, particolarmente “del mestiere”.
Sordevolo è stato anche luogo di turismo, in merito alla sua posizione innalzata e la salubrità del clima: il drammaturgo Giuseppe Giacosa, durante le sue vacanze, ebbe ospite Giosuè Carducci, e, fino a poco prima della Seconda guerra mondiale, era residente Franco Antonicelli, guida per illustri pensatori piemontesi e amico del filosofo Benedetto Croce, che abitava a Pollone.
La Passione viene organizzata ogni cinque anni, con un lungo programma di sacrifici e soddisfazioni. Come ha scherzato la guida, che ha presentato il museo relativo alla scenografia, anche i suoi abitanti conoscono occasioni di unione e altri di bisticicio. Il lato positivo è che, collaborando spesso a iniziatove di elevata qualità e notorietà, è come se nè convenisse né avessero il tempo per litigare, provocando incrinamenti tra le persone. Collaborazione è il leif-motiv della maestosità, caratteristica di questi mesi estivi, che hanno ospitato migliaia di persone.
A Roma, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, la Compagnia del Gonfalone recita nel Colosseo un testo della Passione. La prima edizione a stampa esce a Roma nel 1500-1501.
Una delle sette chiese presenti nel comune, edificate fra il XVI secolo ed il XVII secolo, quella di Santa Marta possiede molti dipinti ed arredi in legno e ospita nel suo coro il Museo della Passione Sordevolese.
Inaugurato nel 2005, nel Coro e nella Sacrestia della chiesa, il Museo della Passione è un omaggio di simboli, che hanno e rappresentano questo spettacolo di arte sacra, evidenziandone l’aspetto teatrale, storico e popolare, dal 1816.
Le collezioni sono, inoltre, arricchite con nuovi contenuti digitali, esito del progetto di ricerca dal titolo Digital historical scenic design, svolto in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Design (DAD) del Politecnico di Torino.
Un consiglio è spiegare prima ai bambini, se li volete far assistere, le scene, poiché alcune sono molto “forti”, dal punto di vista psicologico: questo, però, è un punto a favore degli attori, poiché implica quanto sia veritiera la loro recitazione.