“Procida è l’isola che non isola”
L’isola, definita da alcuni poeti, “un gioiello sul mare”, si estende cica lungo circa 4 chilometri quadrati, al terzo posto nelle isole partenopee.
Un’escursione che non ci si aspetta è quella a Palazzo Avalos, l’ex-carcere di massima sicurezza, situato in una posizione sopraelevata dell’isola. Un luogo abbandonato dal 1988, ma che, con i fondi che il Comune ha ricevuto, sta divemtando un museo, che narra il suo passato da Palazzo nobiliare a Carcere, nel quale, però, i detenuti avevano l’opportunità di migliorarsi, uscendo con una nuova dignità.
L’esposizione “Fili d’ombra, fili di luce” esprime il legame dell’isola con i tessuti, lavorati dai detenuti e dalle donne procidane.
“Uno dei luoghi simbolo dell’isola è sempre più un polo culturale che contiene, storia, memoria, linguaggi ed estetiche”, sottolinea Agostino Riitano, direttore di Procida 2022. “Ancora una volta il percorso di Procida Capitale si nutre dell’apporto fondamentale del mondo dell’associazionismo”, dice il sindaco di Procida, Dino Ambrosino.
“Un progetto frutto anche della collaborazione tra il Dipartimento e la Palingen, la sartoria sociale del carcere di Pozzuoli, affinché i lavori, una volta in commercio, possano sostenere le donne recluse che attendono una seconda opportunità, una ricucitura con la vita”, sottolinea Ornella Cirillo, docente di Architettura e Disegno Industriale all’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli.
L’isola, spesso set letterario e cinematografico, del Golfo di Napoli, lo scorso 9 aprile è stata proclamata Capitale della Cultura 2022. Il titolo guadagnato è conseguente a questa riflessione:” L’isola è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture contemporanee; l’isola è l’altrove per eccellenza, nasconde tesori o è meta di fuga, espediente di ricerca della felicità. L’isola è regno di doppi: apertura/chiusura, accoglienza/esclusione, libertà/reclusione, legame/distanza. Dualità identitarie che svilupperemo nei principi e nel programma culturale”.
Dal 2014, quando è iniziato questo concorso, è la prima volta che una realtà così piccola se lo aggiudica. Il Comune di Procida e l’ Ancim (Associazione nazionale comuni isole minori) hanno invitato sull’isola 21 cittadini residenti nei 36 comuni delle piccole isole. Lo scopo? I 21 partecipanti, nei giorni 22 e 23 febbraio 2020, hanno lavorato gomito a gomito con i procidani, sono stati ospitati nelle loro case, hanno vissuto una dimensione di accoglienza familiare, immergendosi nella vita, nel tempo, nelle azioni reali, in questo scenario.
Elsa Morante ha ambientato il suo L’isola di Arturo, Premio Strega nel 1957, e, dopo di lei, molti altri artisti, hanno deciso di raccontarvi le proprie storie: qui sono stati filmati per esempio Il Postino, con Philippe Noiret e Massimo Troisi.
Con taxi privati e a piedi, abbiamo osservato e degustato gli aspetti che la distinguono, con una colazione iniziale, consigliata dalla guida Sara:” la lingua di limone”. Come molte altre prelibatezze, le dimensioni non erano affatto ridotte e noi, abituati a un ritmo fugace, ci siamo meravigliati, ma il palato era soddisfatto ed avevamo le energie, che ci hanno consentito di arrampicarci nelle parti in salita.
L’angolo più storico dell’isola è il porticciolo di pescatori, situato a Marina Corricella. Le sue origini risalgono al 1600 e secentesco e il turista è affascinato dalla sua peculiare architettura: un intreccio di archi, cupole, finestre, gradinate, logge, scale e facciate, dai colori sgargianti, che brillano ai raggi di quel sole del Sud, che ti entra nell’anima.
La Chiesa di Santa Maria della Pietà è, insieme a Terra Murata, uno dei primi elementi visibili dal mare a chi approda a Procida. Eretta nel 1760 sulle fondamenta di una preesistente cappella fondata nel 1616 dai marinai ed intitolata a Santa Maria della Pietà, domina la piazza della Marina Grande. L’edificio è caratterizzato all’interno da una sola navata lungo il cui perimetro si aprono una serie di cappelle laterali impreziosite da altari in marmi policromi, uno stile che ritroviamo spesso negli altari delle chiese della stessa epoca in Campania e in generale del Sud Italia.
Un altro angolo suggestivo è Terra Murata, raggiungibile solo attraverso un’ispida salita, dalla quale è possibile ammirare il golfo di Napoli. In quest’area, sono presenti due cannoni, a lunga gittata, risalenti alla Repubblica napoletana del 1799.
In Via del Borgo è invece possibile ammirare un’abitazione tipica scavata nel tufo e sviluppata su tre livelli, con scale esterne per accedere ai piani superiori.
Il pranzo alla
è stato delizioso, ottimi prezzi e in una posizone, rilassante, ma con la possibilità di osservare i turisti, provenienti da ogni nazione, e provare quel senso di appagamento, dopo la solitudine che ha colpito tutti, sia a livello economico sia morale.
Numerosi i locali di shopping, in ognuno dei quali si incontra personale giovane, che non si è allontanato dall’isola, come altri, incerca di esperienze oppure, come la taxista che ha accompagnato parte del nostro gruppo, si è recato qualche anno all’estero, ma la quiete e l’amore delle proprie origine isolane l’ha motivato a tornare e costruirsi un futuro nel Paese, che ha molto fa offrire, ma necessita una gestione che rivalorizzi quello he molti Paesi, confinanti e non, sognerebbero fosse loro.
Procida è stata l’obiettivo principale di un tour ed è rimasta nel cuore a ogni partecipante.