Cronaca

La Quercia di Verrua Po: un fulmine non cancella un legame

L’amica quercia una storia che inizia nel lontano 1952 quando in un cortile delle case il campagna dell’epoca ovvero le cascine un ragazzino e la propria famiglia scorge un piccolo arbusto che spontaneamente è comparso dal terreno sì dall’inizio sì era compreso non si trattasse di un di un albero dalle dimensioni ridotte tuttavia quel ragazzino ormai diventato adolescente al ritorno del servizio di leva scopri che regalo della natura era diventato e continuava a diventare sempre più elevato una quercia che dal proprietario dell’attuale cascina Cazzola, situata a Verrua Po, in via Cesare Battisti, al numero 53. Un simbolo del paese, forse anche tra le più ampie della provincia di Pavia. In settant’anni, quel gigante, ne ha osservati di bimbi giocare, giovani scorrazzare in bicicletta, facendo gara a chi arrivava prima, scendendo l’argine, quella spalla che, metaforicamente, la abbracciava e la difendeva dalle eventuali piene del Po, e di coppie di amici o di innamorati a passeggiare, con una breve sosta, all’ombra che offriva.

Il temporale della scorsa notte ha creato numerosi problemi: i paesi e le città in pianura, in provincia di Pavia, sono stati i maggiormente colpiti. I danni nell’area collinare, finora denunciati, sembrano pochi o nulli.

Verrua Po non è stata risparmiata, anzi quasi tutte le abitazioni hanno subito pesanti allagamenti e problemi di energia elettrica, in particolare nelle vie verso Rea e Mezzanino, fino al pomeriggio.

La quercia ne avrà visti di temporali, ma non con questa violenza inaudita: un fulmine, un solo, l’ha squarciata a metà e, purtroppo, le immagini che seguono rendono solo parzialmente l’impressione di fronte agli occhi sia di coloro che l’hanno conosciuta sia dei nuovi arrivati o di coloro che, questa mattina, recandosi al lavoro hanno, inconsapevolmente, osservato quell’enorme ammasso di foglie, con alcuni frutti sparsi e, soprattutto, quel tronco spezzato, come, almeno in un primo momento, l’anima di coloro che l’hanno vista cadere: una scena quasi da film horror e vorremmo auspicare lo fosse. L’unico sollievo è che non ha provocato danni a persone o a edifici, in quanto la sua potenza avrebbe fatto rischiare loro il peggio.

Noi, verruesi, come il signor Cazzola, noto per la gestione di una delle coltivazioni di crisantemi più longeve sul territorio, siamo rimasti allibiti e rattristati per quello che è accaduto: infatti, molti confermano la suggestione che ha evocato quest’albero, censito anche a livello burocratico. L’obiettivo del proprietario e della sua famiglia, nonché i suggerimenti degli amici, è di non sradicare la pianta, ma di conservarne quello che è possibile.

L’ira di una Natura che, anche se la comprendiamo, si lamenta non elimina un “qualcosa” di, apparentemente, inanimato, che, però, spesso, più delle persone, ha saputo farsi volere bene.

 

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