Un cenno di storia sul paese.
La presenza di una comunità organizzata nel territorio di Ferrera Erbognone è antichissima. Negli anni scorsi lungo il corso del torrente Erbognone furono ritrovati alcuni reperti della tarda età del bronzo risalenti al 1300-1200 avanti Cristo.
Dal latino deriverebbe il toponimo Ferraria, quando è stato scoperto il ferro nel sottosuolo; Erbognone deriva dall’omonimo torrente.
In epoca longobarda, il paese ebbe le sorti di Lomello, vicinissima e influente. Lungo i secoli si arriva alla fine del primo millennio dell’era cristiana. Le prime testimonianze di una comunità organizzata sono rappresentate dalla chiesa di Santa Maria della Fede o di San Giacomo, di cui si è persa ogni traccia. Secondo le carte sorgeva nei pressi della ghiacciaia di via Giovanni da Ferrera.
Nel Medioevo, il borgo fu quasi sicuramente fortificato: l’unica testimonianza sembra essere la casaforte, che sorge in direzione di Sannazzaro De’ Burgondi.
Ferrera seguì le sorti della famiglia aristocratica dei Malaspina, di cui rappresentò una parte del feudo dal 1431 fino all’arrivo dei francesi, alla fine del Settecento.
Alla metà dell’Ottocento i cittadini di Ferrera Erbognone assistettero in prima persona alle vicende risorgimentali. In particolare, una leggenda vuole che il fantasma di un soldato austriaco ucciso in paese aleggi ancora sulle acque del cavo Quintone.
Nel 1902 il celebre brigante monferrino Francesco De Michelis, detto il Biundén, e il fido Moretto, al secolo Luigi Fiandi, uccidono il carabiniere Andrea Capoani e la guardia campestre Teodoro Baldi vicino alla linea ferroviaria.
Nel 1912 un imponente sciopero di mondine porta all’arresto della “pasionaria” Maria Provera: questo fatto diede spunto alla nascita del famoso canto popolare “Il 24 di maggio a Ferrera”, noto anche come “La canzone di Maria Provera”.