Una panchina inaugurata in una mattinata colma di emozioni. Non è rossa, perché non dedicata alla violenza sulle donne, ma a una violenza più generica: il bullismo, con la sua “evoluzione”, il cyberbullismo.
La panchina che abbiamo inaugurato, rappresenta il dolore delle persone di cui sono stati violati i diritti. E’ un simbolo che deve ricordare a chiunque ci passi davanti che gli atti di bullismo non devono più capitare.
Un’insegnante del plesso, Rita Mosca, presenta il progetto:
E’ un modo per dire che non dobbiamo aver paura di parlare e denunciare gli atti di bullismo e cyberbullismo perchè la libertà è un diritto fondamentale e va tutelata.Per la panchina abbiamo scelto il colore giallo che rappresenta la luce, la gioia, ma indica anche le menzogne e il tradimento.Lo abbiamo scelto per ricordare chi ha sofferto.La frase che su di essa abbiamo inciso deve diventare un grido preciso:”METTITI NEI MIEI PANNI SOLO COSI’ CAPIRAI I MIEI AFFANNI”
La dottoressa, specializzata in ambito psichico, Roberta Manfredini è spesso ospite nelle scuoleprimarie e secondarie di primo grado, consapevole di quanta sensibilizzazione vi sia da inculcare nelle fasce di età più giovani. Ilbambino o la bambina devono essere educati sul proprio corpo, su quello dell’Altro, sia dello stesso sesso o diverso, fornendo loro concetti e immagini adeguati alla loro età, ma già concreti. Oggi, a causa anche di un eccessivo libero uso della Rete, i piccoli hannola possiiblità di arrivare a contenuti inadatti alla loro anima innocente.
Inoltre, andrebbero bandite, alcune applicazioni, soprattutto se non usate con la presenza dei genitori, sia fisica sia con un profilo sulle stesse, perchè i loro figli non siano “vittime” di abusi, anche “solo” virtuali.