Tina Anselmi nasce a Castelfranco Veneto, nel 1927.
Collabora, a soli diciasette anni, nella Resistenza, come staffetta della Brigata autonoma “Cesare Battisti”; fa poi parte del Comando regionale del Corpo Volontari della Libertà.
Si laurea in lettere all’Università Cattolica di Milano e insegna nella scuola elementare. Dal 1945 al 1948 è dirigente del Sindacato Tessili e dal 1948 al 1955 del Sindacato Maestre.
Dal 1958 al 1964 è incaricata nazionale delle giovani della Democrazia Cristiana e in tale veste partecipa ai congressi mondiali dei giovani di tutto il mondo.
Nel Congresso di Monaco del 1963 è eletta membro del Comitato direttivo dell’Unione europea femminile, di cui diventa successivamente vicepresidente.
È eletta deputato il 19 maggio 1968 e riconfermata fino al 1992, nel Collegio di Venezia e Treviso. Viene nominata sottosegretario al lavoro nel V governo Rumor e nel IV e V governo Moro.
Entra nella storia, nel 1976, per esser stata la prima donna a diventare Ministro del Lavoro, nel nostro Paese.
Nel 1981, le spetta un compito molto rischiosa, ma che lei svolge con la sua determinazione: Pesidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2, fino al 1985: redige un documento, nel quale vengono elencati i dettagli delle relazioni tra la loggia con alcuni enti dello stato e con la criminalità organizzata.
Numerosi furono altri incarichi in ambito politico e si è sempre auspicato in un’ elezione a Presidente della Repubblica: le competenze non le sarebbero mancate.
L’ Anselmi è stata una di quelle attiviste, che hanno partecipato alla ricostruzione materiale e morale del Paese, sconvolto e di cui, oggi, ne avremmo necessità, sia per una nuova ripresa politico-economica sia per smuovere alcuni governanti, che sembrano comprendere la situazione nazionale, in maniera subdola,