Marylin Santaniello nasce a Napoli, il 20 Novembre del 1997.
All’età di soli otto anni redige per la prima volta una storiella, dopo aver guardato il cartone amimato
di “Biancaneve”; lontano dai doveri scolastici, nei pomeriggi estivi si dedica alla stesura di piccoli
elaborati, che hanno l’aspetto di fiabe, o che riproducono in buona parte i cartoni animati Disney.
La scrittura – che in seguito Marylin oserà definire come la sua unica fede – la accompagna lungo
tutto l’arco della crescita. A diciassette anni frequenta un corso di narratologia con la docente Cira
Sarnelli. Dopo aver ottenuto il diploma di maturità in lingue e letterature straniere, si cimenta con il
test d’ingresso per l’accesso alla facoltà di psicologia clinica, occupandosi altresì di sviluppare un
secondo romanzo, tutt’oggi inedito.
Nel mese di Dicembre del duemiladiciotto riceve la risposta all’annuncio di ghostwriting a cui si era
candidata due mesi prima: il committente conferma di aver accettato la sua candidatura per la stesura
di un manuale in qualità di ghostwriter, malgrado Marylin non avesse ancora maturato quel tipo di
esperienza.
Dopo tre mesi dalla prima occasione lavorativa, frequenta un altro corso di narratologia, in presenza,
al fianco del docente Massimiliano Di Virgilio, promosso dalla scuola Holden di Torino.
Successivamente accumula altre due esperienze in qualità di Ghostwriter; comprende così di voler
scegliere definitivamente quella carriera.
Inizia a colloborare con diverse realtà, tra case editrici e agenzie: dapprima nel duemiladiciannove
con la compagnia di scrittura C’era una Svolta, in qualità di responsabile delle pubbliche relazioni.
Nel duemilaventi, proprio nel periodo in cui l’Italia entra ufficialmente in lockdown, lavora in
smartworking presso la casa editrice Aletheia editore, dove si occupa della valutazione di testi inediti,
per poi cessare la collaborazione alla fine del duemilaventuno.
Nel duemilaventuno avvia una collaborazione con la casa editrice WritersEditor di Roma, ricoprendo
il ruolo di addetta ufficio stampa, e responsabile delle pubbliche relazioni, nonché del rapporto diretto
con gli autori. Nello stesso anno collabora al fianco dell’editore della casa editrice Gpm Edizioni.
Dagli inizi del duemilaventidue cura una rubrica chiamata “Raccontami…” dove intervista autori
emergenti e/o esordienti, presentando le loro opere online.
È stata scelta dalla Milena Edizioni per curare interamente il manuale chiamato “il quaderno dello
scrittore”.
Il progetto che Marylin sta curando da due anni e che reputa il suo fiore all’occhiello è “Ti scatto un
libro”, la novità assoluta del contesto editoriale, che unisce il mondo dell’editoria a quella fotografia.
Alcune domande alla nostra ospite
Risposto a tutto.
Perdonami per la lunghezza, spero non causi problemi.
Risposte
1) Che cos’è l’arte per te?
Sono una grande amante del decadentismo, in particolare dello scrittore Oscar Wilde, massimo esponente di quel periodo storico-artistico. Grazie ad Oscar Wilde, uno dei miei autori preferiti, ho indirettamente appreso che l’arte in ogni sua forma è ciò che esorcizza il male e guarisce l’animo umano dalla sofferenza.
2) Intervistare artisti che cosa ti dà personalmente?
2) Beh, io ho creato la mia rubrica di interviste agli inizi di questo anno, un po’ come una sfida verso me stessa. Mi sono detta: “Marylin, tu che credi di sapere fare tutto in questo settore, sapresti fronteggiare anche una cosa del genere?”.
La risposta probabilmente è positiva, considerando che in soli due mesi dall’inizio di questa avventura, “Raccontami…” è diventato sold out, ovvero sono andate esaurite tutte le date disponibili fino al mese di Dicembre.
Mi lascia sempre grandi emozioni avere di fronte uno scrittore che parla con tanta dedizione, tanto ardore, tanta passione di una sua creatura.
Ho sempre creduto che i libri da noi redatti siano un po’ come dei nostri figli, quindi una parte di noi stessi che si manifesta all’esterno e assume vita propria; quando raccontiamo a qualcuno di un libro che abbiamo scritto, gli stiamo lasciando una parte di noi stessi.
2) Parla di te e del tuo lavoro con case editrici e autori.
2) Quando scherzosamente affermo che svolgo una delle professioni più belle del mondo, ci credo davvero.
In qualità di collaboratrice editoriale, quindi con le due realtà con cui attualmente collaboro di più (WritersEditor; Gpm Edizioni) tratto con gli autori per proporre loro possibilità di interviste radio o video, oppure per orientarli nel percorso di pubblicazione, prima della firma del contratto.
Nei momenti in cui collaboro all’esterno delle realtà editoriali, mi occupo di aiutare gli autori nel percorso di post pubblicazione, supportandoli nel comunicare la propria opera, e soprattutto, di organizzare presentazioni letterarie, firmacopie, e altri tipi di eventi letterari che desiderano organizzare ma che non dispongono del tempo necessario per potersi dedicare a questa parte.
3) Come vedi l’editoria italiana oggi?
3) Mi duole dirlo, ma è veramente difficile lavorare all’interno di questo settore oggi. Dall’esterno molti credono che il problema ruoti attorno al deficit di lettori, quindi il fatto che in Italia si legga troppo poco; è innegabile, l’Italia rispetto ad altri paesi del mondo è una delle nazioni che arriva spesso ultima quando si stila una lista di vendite librarie, eppure se si guarda il settore più dall’interno, si comprende che il grande problema sono gli editori truffaldini e gli scrittori “a costo zero”.
Gli editori truffaldini purtroppo esistono e, ahimé, sono sempre di più in crescita negli ultimi anni; sono pseudo professionisti che chiedono fior di quattrini per mettere sul mercato un’opera prosaica, la quale non verrà assolutamente sottoposta a un editing professionale, tanto meno a una correzione della bozza; la copertina sarà composta magari con un’immagine priva di copyright presa da un sito gratuito qualsiasi; il report delle vendite all’autore non verrà mai inviato,
o se perverrà, le vendite saranno stranamente pari a 5. Stranamente alla gran parte degli autori.
Ecco, queste persone raggirano gli autori e mettono sul mercato un insieme di pagine rilegate (non si possono definire “libri” dei lavori del genere) che nessuno comprerebbe mai, svilendo completamente la letteratura, oltre che il mercato librario.
Gli scrittori “a costo zero”, così sono solita definirli con una punta di ironia, sno purtroppo degli autori, spesso esordienti, che ricorrono alla pubblicazione in self publishing del proprio libro, attraverso Amazon o un’altra piattaforma, e che si rifiutano di investire anche solo un centesimo per la propria opera. Il risultato è che sul mercato viene immesso un libro senza editing, senza una copertina professionale, senza una revisione, senza un controllo accurato dei paratesti. Oltre che a svilire il mercato, questi autori offendono i professionisti editoriali, si inaspriscono per le elevate tariffe, e si chiedono per quale motivo, magari, si sono azzardati a chiedere una retribuzione così alta, anzi, addirittura a chiedere una retribuzione.
I problemi all’interno dell’editoria sono svariati, ma di sicuro i comportamenti delle due categorie che ho elencato sopra causano al settore una mole eccessiva di difficoltà.
4) Parlaci dei tuoi progetti lavorativi futuri
Mi astengo dal rivelare il mio piccolo grande piano per il futuro, lo scoprirete tra un po’ di tempo attraverso i miei social network.
Per adesso vorrei concentrarmi sul progetto “Ti scatto un libro”, la novità assoluta nell’editoria, poiché unisce il settore editoriale a quello fotografico, e pone al centro il libro cartaceo. L’insostituibile