Attualità

Finti modelli su alcuni profili social: la frivolezza dell’ era 3.0

Quattro anni fa, iniziai, quasi casualmente, a entrare in contatto con gruppi attivisti contro la violenza sulle donne. Ho partecipato a conferenze, ho avuto modo di essere parte attiva e, quando accade che ascolto o mi viene confidato un comportamento ambiguo, allerto la ragazza o il ragazzo in questione e ne avviso la famiglia. Oggi, non è pià tempo per rispondere “è una bravata”. La cronaca racconta di tragedia, che erano evitabili, ma aprire un profilo social, soprattutto su Tik Tok, che sta degenrando le menti degli adolescenti, per esporsi in modo alquanto scandaloso, non avendo nemmeno la maggiore età. No, non posso fingere che sia un modo per avvicinarsi a future relazioni. L’ amore non nasce da un viso filtrato, corpo, pur giovane, ma modellato dagli effetti e coreografie sensuali, completamente inadatte a bambine o ragazzine. Nell’ ambito maschile, è più solito vedere “bulletti” con qualsiasi tipo di sigaretta in mano, e anche qualche altro tipo di sostanza, con canzoni trap, che riassumono il male dei mali: la convinzione che, spesso, la droga sia la soluzioni ai molti “problemi” (a volte,  meritano di essere virgolettati), delle loro età, incompresi e, quello è vero, trascurati da genitori indaffarati, persi nelle loro situazioni sentimentali, e altri parenti, con, comprensibilmente, altre vicende personali.

Non crediate che, a inizio Duemila, nelle chat-line, non girovagassero i pervertiti, ma con un modem 56k, era ben più difficile inviare scatti e non parliamo dei filmati, soprattutto con la qualità grafica attuale.

Ora, con un click, e non è un eufemismo, diventi una modella con moltissimi like: il “piccolo” enigma è che non sai niente o quasi di coloro che ti stanno apprezzando e l rischio di entrare in situazioni a rischio è elevato.

Un altro esempio sono le domande anonime su TellonM: già, non si ha fiducia delle persone nella realtà, figuriamoci, quando possono domandare o rispondere, senza che compaia il loro nome e i pomeriggi, se non le serate, degli adolescenti vengono sprecate a capire chi e cosa ha detto pro o contro qualcuno. Vi siete “rimbambiti” abbastanza? Questo è un altro riassunto delle condizioni attuali di una generazione, che, causa due anni di isolamento, è, da una parte disorientata, ma dall’ altra, necessita molta attenzione.

Fa sorridere, ma, al momento è più urgente di molte altre nozioni: occorrebbe una materia, dalla secondaria di primo grado all’università compresa, che potrebbe denominarsi come “Psicologia dei Canali Social”.

Color che mi stanno leggendo e hanno bambini, ancora nell’infanzia e, addrittura, nella fascia pre-scolare, insegnateli molto a esistere in un presente fisico e morale, perché finire nel vortice della virtualità è, come una trentina di anni fa, cadere in quello dell’ AIDS. Non uccide nell’ immediato, ma anche l’assenza cerebrale è una sorta di spegnimento dell’ individuo.

Beate bambole e beati trenini, beati i primi videogiochi con due pulsanti e, già, occorreva spiegare che quelle “botte” erano solo nello schermo e non da ripetere, con l’amichetto, nell’ intervallo a scuola o, giocando, in altre occasioni.

Sembra che si stia compiendo un passo indietro globale, a causa di una guerra combattuta ancora con armi: se lo compiamo in questo ambito, invece, vinciamo un ritorno a una genuinità, della quale anche i nostri figli ci ringrazierebbero.

 

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