Negli ultimi numeri di Liberamente, mi sono occupato di argomenti correlati all’attuale guerra (o che dir si voglia “operazione militare speciale”) tra Russia e Ucraina. Dato il notevole interesse suscitato, ho deciso di proseguire dedicandomi ad alcuni aspetti psicologici che possono sfuggire alla maggior parte dei lettori.
Chi avesse letto recenti interviste rilasciate da Aleksander Dugin (La Verità 21 marzo 2022), considerato “l’ideologo” di Putin sarà sicuramente stato sorpreso dai toni apocalittici adoperati. Potrebbe valere come possibile risposta, un’altra intervista, rilasciata al giornale La Repubblica dal presidente del Cossovo, Albin Kurti (lunedì 21 marzo 2022), in cui dichiara << La Serbia invece partecipava con Russia e Bielorussia allo “Scudo slavo”. Hanno questi miti medievali, panslavici e molto dark >>.
Come molti avranno già riscontrato durante le guerre nella ex Jugoslavia, nei popoli slavi la commistione tra eventi passati, letture simboliche, vicende attuali è sicuramente peculiare.
In questo articolo, riporterò quelli che a mio avviso sono “fatti psichici”, ovvero credenze che possono spiegare come alcuni simboli siano vissuti ed interpretati nella quotidianità dai russi.
Quando in televisione si vedono le immagini del presidente russo Vladimir Putin, seduto alla sua scrivania, intento a proferire un discorso ufficiale, noterete ai suoi fianchi la presenza di due stendardi: alla sinistra è situata una bandiera con un’aquila bicipite, mentre alla destra la bandiera russa. Come forse molti lettori avranno sentito o letto, la Russia considera la città di Mosca come terza Roma. Ad alcuni ciò sembra singolare, se però seguiamo i simboli ecco la spiegazione di questa idea. Le due effigi sopracitate ne sono un chiaro esempio, in quanto rimandano immediatamente all’imperialismo zarista. Il vocabolo zar (scritto anche: tzar, zair) deriva dal latino Caesar (imperatore), indicava l’imperatore di tutte le Russie (Grande, Piccola e Bianca). L’attuale bandiera russa è un tricolore a bande orizzontali di uguali dimensione: (partendo dall’alto) bianco, blue e rosso. La simbologia dei colori è la seguente: bianco, nobiltà e franchezza, blu fedeltà e saggezza, rosso coraggio, generosità e amore. La bandiera sembra sia stata adottata da Pietro il Grande come vessillo per la flotta russa, diventando poi bandiera nazionale, innalzata ufficialmente il 7 maggio 1883 (abolita dai bolscevichi nel 1917 e ripristinata il 21 agosto 1991). Dato che la rivendicazione dell’unione delle diverse popolazioni slave della Russia è tra i motivi dell’attuale conflitto Russia Ucraina, ricordo come la parola russo ‘rus’ indicava genti di origine germanica provenienti dalla scandinavia, dominatori dei popoli slavi (considerati inferiori). La bandiera vuole anche rimandare alla situazione del XVIII secolo, a cui oggi in qualche maniera si vorrebbe tornare, in cui lo Stato Russo era formato da tre province storiche: la Grande Rus (oggi la parte occidentale della Russia), rappresentata dal colore rosso, la piccola Rus (l’odierna Bielorussia) il bianco, la Piccola Rus (corrispondente a una parte dell’Ucraina contemporanea) rappresentata dal blue.
L’aquila e il leone sono i due principali simboli presenti nelle effigi di molte nazioni moderne. L’aquila è rappresentata in diversi stemmi o bandiere (Albania, Germania, Messico, Polonia, Serbia, Stati Uniti, Zambia, solo per citarne alcune).
L’Aquila è stata scelta come insegna delle legioni romane da parte di Caio Mario. Da allora, questo animale ha sempre identificato il potere imperiale in genere. Il re dei volatili, con la variante a due teste, denominata bicipite, è stata adottata da Costantino il Grande come simbolo dell’Impero Romano. Averla rappresentata con due teste indica l’egemonia che l’impero romano doveva esercitare sull’occidente e sull’oriente, in fondo è formata da due teste ma da un solo corpo. Costantino aveva “rifondato” la città di Costantinopoli, l’odierna Istanbul turca. L’insegna dell’aquila bicipite è passata dunque agli imperatori bizantini (con nome diverso risulta sempre lo stesso luogo sopracitato) e poi agli zar russi. Questa acquisizione avvenne nel 1472, quando Ivan III, l’unificatore delle terre russe sposò la principessa bizantina Sofia Paleologa, “ereditando” le insegne (l’aquila bicipite apparve in Russia per la prima volta nel 1497) e (presunti) destini imperiali. Tra “le eredità” bizantine dell’impero russo, da ricordare anche la corona di Monomaco,(colui che combatte da solo) o corona d’oro, utilizzata per la cerimonia solenne di investitura degli zar. Chi osserva l’effige russa, noterà che al centro è presente un cavaliere che uccide un drago con una lancia. Questo cavaliere è il simbolo della città di Mosca, la capitale russa, rappresenta San Giorgio il Vittorioso (per inciso la stessa simbologia appartiene alla città di Genova e all’Inghilterra, le quali adottano come bandiera la croce rossa su sfondo bianco, denominata appunto Croce di San Giorgio).
L’attuale versione dello stemma russo, non corrisponde all’originale bizantino, (si è passati dal colore oro al nero, ha guadagnato e perso corone sulle proprie teste). Nei suoi artigli, l’aquila tiene un globo e uno scettro, simboli di potere, dominio e autorità. Dopo essere stata “sospesa” nel periodo sovietico, in cui sulle torri del Cremlino le stelle rosse hanno sostituito le bandiere con l’aquila. Oggi (ri)appare color dorata (a significare la purezza spirituale di Cristo). Il ripristino ufficiale è avvenuto il 30 novembre del 1993 con Boris Eltzin.
A conclusione del mio articolo, volevo solo ricordare le parole di Hegel, il quale sosteneva che la differenza tra Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi ed il pazzo che si crede Napoleone è solo una. Napoleone Bonaparte è riconosciuto come tale (cioè come imperatore) da tutti, il pazzo no.
Questa frase vale anche per gli imperi, non è sufficiente auto attribuirsi un’impero, bisogna che anche gli altri lo riconoscano.
L’Aquila è un animale maestoso, re degli uccelli. In passato, scelto come simbolo dell’evangelista San Giovanni, per indicare l’ascesa al cielo e la vicinanza con il divino.
Forse, tra i tanti errori commessi, i russi hanno sbagliato l’utilizzo e l’interpretazione dei significati simbolici.
corona