Pinarolo Po.
Non è la prima volta che lo cito, non è la prima volta che sento persone del paese stesso o confinanti a chiedersi se sia possibile un recupero. Osservatel’immagine: prima, il castello sfoggiava quell’eleganza, ora, è una “reliquia” e i pinarolesi sono molto legati a quell’architettura, ormai indefinita, ma dal valore affettivo ed economico molto elevato.
Sin da bambina, ho sognato di entrare in quel labirinto, tra piante rampicanti, materiale e sassi, quasi abbandonati, ma he sembra vogliano comunicare qualcosa alla loro comunità. I nonni, residenti a Pinarolo, mi raccomandavano di non avvicinarmi alla “rete”: poteva essere pericoloso e, ancora oggi, quell’ enorme edificio necessita una ristrutturazione, perché bambini e adulti hanno il diritto di poterlo riscoprire, come coloro che l’hanno abitato e frequentato all’epoca.
Collocato nel centro del paese, ha un’impostazione a pianta quadrata. Quando venne costruito, aveva quattro torri agli angoli e un grande cortile interno, difesi da un ampio fossato, sul quale venne aggiunto un ponte levatoio.
Oggi, resta solo una torre, quella nell’angolo sud occidentale, sporgente in pianta verso l’esterno e completata da una loggia rinascimentale. La facciata orientale è stata completamente trasformata: da questo lato, il castello si presenta come un cortile semiaperto sulla strada. La struttura è totalmente in mattoni a vista, tipica dei castelli di pianura.
Elvezio Passaro, conosciuto molto in zona, è un artista poliedrico e, in quest’ambito, un minuzioso architetto, che ha riprodotto su scala il castello ed è possibile ammirare l’opera, presso il negozio di Davide Denari.