Cronaca

L’indecenza nell’indecenza: Chernobyl è un’altra zona di combattimento

Alyona Shevtsova, consigliera del comando delle forze terrestri ucraine, divulga una notizia raccapricciante, tra le altre. Non era sufficiente “offende” l’Ucraina attuale, ma l’ esercito russo ha coinvolto anche quella cittadina, protagonista della sconvolgente esplosione nucleare, nel 1986. Chernobyl.

Ieri, sono iniziati gli scontri, nella zona della ex-centrale: come è concepibile peggiorare le condizioni, combattendo in un’area che è oggetto ancora di radiazioni del materiale, valutate a una quota di 200 tonnellate. Ormai è diventato impossibile per noi stabilire se l’impianto è al sicuro ha detto il consigliere della presidenza ucraina Mykhailo Podolyak.

Oggi, la parte del reattore, che non esplose, è stata chiusa dal cosiddetto “sarcofago”, una copertura di 400mila metri cubi di cemento e 7.300 metri cubi di ferro, alta 92 metri e costata oltre 2 miliardi di euro, completata cinque anni fa.

Se già i volti della gente, che scappa dalla capitale ucraina, ci hanno commossi, questi dettagli possono impaurirci, ma anche farci comprendere quanto possa allibire la cecità umana di fronte al potere

Chernobyl è un tempio sacro di dolore e non andava nemmeno sfiorata.

 

 

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