Buongiorno, Signor Presidente,
la ringrazio per aver accettato l’intervista e le porgo il benvenuto nel suo nuovo incarico.
Il nostro quotidiano, tra gli altri, si pone l’obiettivo di comunicare e narrare il valore del territorio, che, come ben saprà, dispone di numerose risorse, ma, per svariati motivi, finanze in primis, non offerte al meglio.
Siamo a conoscenza del suo ruolo di Sindaco, proprio in una di quei borghi, già suggestivi, che, da pochi mesi, è entrato a far parte del brand:” I Borghi più belli d’Italia”. Varzi la conosco abbastanza e, quando un clima più favorevole lo consentirà, vorrei esplorarne anche le frazioni e quegli angoli, cosiddetti “instagrammabili”. Concetto che sembra un po’ superficiale, per i “non-addetti ai social”, ma lei sa quanto valga uno scatto, con gli hashtag che più si addicono al soggetto, su questi canali.
Iniziamo con qualche domanda.
Come fa, Varzi, a mantenere intatte le proprie tradizioni, fermate, e non del tutto, solo dalla presenza di questo virus, che, ormai, sta mettendo in ginocchio l’intero Pianeta?
Varzi, che nel 2022 non solo è entrata a far parte dell’associazione I Borghi più Belli d’Italia ma è stata insignita del titolo di Città dal Presidente della Repubblica per la sua rilevanza nella storia dell’Oltrepò Montano, è stato da sempre un crocevia di storia, popoli e cultura fin da tempi lontani quali quelli degli insediamenti dei Celti Liguri, passando per il Medioevo e fino ai giorni d’oggi.
Un tratto distintivo presente, tutt’oggi, camminando nel nostro centro storico tra torri medievali, il Castello Malaspina, la Chiesa Romanica dei Cappuccini ed i portici a doppia navata con le cantine storiche dove stagiona una delle eccellenze nazionali della norcineria ovvero il Salame di Varzi D.O.P.
Varzi, però, prima di tutto è una comunità ospitale che ha saputo affrontare l’emergenza pandemica rimboccandosi le maniche facendosi forte grazie all’esistenza di un tessuto associativo virtuoso e variegato che ha permesso di costruire nuove alleanze all’interno della comunità che, durante la pandemia e non solo, fa del volontariato e dell’amore per il proprio territorio un tratto distintivo ed un valore aggiunto tanto nell’animazione turistica durante l’alta stagione quanto nello spirito di servizio degli operatori sanitari e del terzo settore nell’apertura di un Centro Vaccinale per l’Oltrepò Montano.
La storia e la natura sono la nostra forza, ma la comunità di uomini e donne che vivono Varzi sono certamente la nostra ricchezza.
Come ha percepito la differenza di una realtà rurale in confronto al comando sia della città sia dell’intera Provincia di Pavia?
La provincia di Pavia rappresenta una alchimia perfetta ove i 186 Comuni, di cui ben 146 piccolissimi con meno di 3.000 abitanti, riescono a trovare il giusto equilibrio e rappresentatività. Una alleanza, che anno dopo anno si deve rinnovare per continuare a far scorrere linfa nuova, tra le diverse realtà che vivono e fermentano dalle città più grandi, alle aree periurbane passando dagli insediamenti sugli assi viari strategici con il resto d’Italia fino alle aree interne.
Le nostre città, i borghi e le comunità locali che vivono nella nostra provincia, in Lomellina, Oltrepò o nel Pavese, hanno sempre mantenuto un legame a doppio filo pur nei molteplici tratti distintivi dei territori che, da Presidente della Provincia, ho l’onore di valorizzare secondo un disegno unitario provinciale.
La provincia di Pavia, come dico da mesi nel confronto con amministratori comunali e comunità locali, deve essere la provincia dei Comuni per la propria capacità di ascolto e valorizzazione delle comunità locali, l’efficienza nel risolvere i problemi e la creatività nel costruire soluzioni e progetti “dal basso”. Su questo modello di lavoro, in questi mesi, sto trovando una disponibilità e condivisione del metodo trasversale dai grandi centri ai comuni più piccoli.
Avete già raggiunto alcuni obiettivi, che vi siete posti a inizio mandato? Leggevo di riparazioni, a Miradolo Terme, circa guasti che erano rimasti nel tempo.
Una richiesta, o, forse, supplica: un inizio quanto prima possibile del rifacimento dei manti stradali, in particolare, sia a livello di pianura, sia sull’argine, dell’area che comprende Linarolo fino a Bressana Bottarone. I paesini che sono situati nel mezzo presentano una viabilità ostacolata e, in caso di nebbia o di pioggia, l’elevata rischiosità alla guida ha raggiunti livelli assurdi. E, parlando di questo tragitto, cito il Ponte della Becca, di cui noto il proseguimento dei lavori, con il mantenimento della sua storica architettura. Il “Vecchio Signore” sarebbe auspicabile potesse resistere ancora numerosi anni: nel caso, costruirne uno, agevole, al suo fianco, ma MAI demolire.
Cosa avete progettato in questo ambito?
Dal primo giorno del mio insediamento abbiamo avviato una task force sulle infrastrutture della Provincia di Pavia attivando una azione che si sviluppi lungo un doppio binario:
- Attivazione immediata delle opere di manutenzione ordinaria della viabilità provinciale attraverso una programmazione e monitoraggio degli interventi seguendo una analisi secondo classi di “sicurezza” e “progressiva perdita di indicatori di transitabilità” garantendo un confronto continuo con le amministrazioni comunali. Questo metodo di lavoro ci sta permettendo di attivare, nel mese di febbraio, interventi puntuali sulle infrastrutture del pavese, come quello realizzato a Miradolo o altri interventi come a Inverno e Monteleone, e programmare e monitorare gli interventi nelle aree di pianura e di collina.
- Pianificazione di interventi infrastrutturali strategici come sono stati quelli ricompresi nel “Patto per la Lombardia” ovvero riqualificazione degli asset strategici, ad es. le Tangenziali di Belgioioso e la “Casteggio-Voghera” oppure la ex SS 412 della “Val Tidone” oltre alla ex SS 461 “del Penice”.
Il PNRR, come sapete tutti, non finanzia, ad eccezione che nelle aree interne, interventi sulle infrastrutture e proprio per questo sarà ancora più importante pianificare, in modo oculato e scientifico, gli interventi su una prospettiva pluriennale e di rilevanza strategica.
Ci stiamo impegnando, grazie ad un confronto costante e proficuo con Regione Lombardia, per proseguire il piano di cessioni della rete viabilistica oggi di competenza della provincia per poter intervenire, davvero dove serve e di mero interesse provinciale ancora in modo più rapido ed efficace (circa 1.800 chilometri di competenza della Provincia di Pavia, mentre Provincia di Brescia, per esempio, ne ha poco più di 1.500, Bergamo 1.300, Mantova una manciata oltre i 1.100, tutte le altre, compresa l’area metropolitana milanese, meno di 1.000).
Il Ponte della Becca rappresenta una delle infrastrutture emblematiche e strategiche della Provincia di Pavia oltre ad essere un asset viabilistico cruciale per l’intero territorio regionale tanto da permettere a Regione Lombardia, seppur senza competenze specifiche in materia, di contribuire direttamente alla realizzazione della progettazione dell’opera finanziandone lo studio di fattibilità tecnica ed economica e di continuare a lavorare insieme per la realizzazione del nuovo Ponte.
L’amministrazione provinciale, nei prossimi mesi di lavoro, dovrà lavorare per supportare, sollecitare ed agevolare la conclusione di tutte le fasi progettuali e riannodare, nell’ambito della conferenza unificata Stato/Regioni/Province nonché grazie ad un lavoro di sponda con Regione e rappresentanti della provincia di Pavia in Parlamento, il percorso già intrapreso relativamente al riconoscimento dell’interesse strategico nazionale, con un finanziamento statale a completa copertura della realizzazione del “nuovo” Ponte della Becca, superando un mero approccio manutentivo delle infrastrutture stradali. Fin da subito, nei primi giorni di mandato, ho attivato un confronto permanente con l’amministrazione regionale, i rappresentanti del comitato, gli enti locali ed i progettisti incaricati per riannodare i fili del molto lavoro fatto e programmare quello da fare. Il primo obiettivo, raggiunto, è stato quello di accelerare la conclusione della progettualità in corso di definizione e supportare le attività correlate grazie ad un accordo con Regione Lombardia ed AIPO che ha permesso di anticipare l’analisi dei fondali del Fiume Po che sarà preziosa per il proseguo delle attività.
L’amministrazione provinciale, infine, nei prossimi quattro anni dovrà avere il coraggio di valorizzare ed investire anche nel “vecchio” Ponte delle Becca non più come asse viabilistico, ma attraverso nuova linfa grazie all’inquadramento del Ponte quale emblema di un percorso ciclopedonale che intersechi la dorsale cicloturistica più lunga d’Europa “VenTo” e sia un collante, di turismo lento, storia e cultura, tra il territorio del Pavese con l’Appennino Lombardo”.
Un dialogo con i gruppi locali è un confronto necessario, soprattutto e, purtroppo devo ribadirlo, budget a disposizione, non ripetere gli errori precedenti: la Provincia di Pavia deve brillare di tutte le risorse, naturali e generate dall’uomo, di cui dispone e di quelle che, ancora, può accogliere.
Ritornando all’ambito turistico, sono al corrente che la città di Pavia non consente la possibilità di svolgere l’esame per l’abilitazione a guida turistica e, soprattutto, che, già da alcuni anni, è stato cancellato il corso di Laurea in Storia dell’Arte. Decisione sicuramente, dettata da una più che discussa motivazione. Oggi, nonostante la crisi, mi chiedo se fosse possibile, anche solo prendere in considerazione l’idea di riproporlo, anche in una veste nuova, all’interno del nostro Ateneo.
Secondo lei, sarebbe possibile collegare, con navette a pagamento, almeno nel fine settimana, i paesi pianeggianti, ad esempio Casteggio, con i territori collinari principali? Poiché, in alcuni casi, soprattutto se non si è pratici di guide in salita e in discesa, nonché altri ostacoli che la flora e la fauna possono, anche se curate, provocare, sarebbe difficile e, spesso, demotivante raggiungere località dell’Alta Valle Staffora, che meritano.
Occorre notare quante persone, gratuitamente e, forse, senza esserne consapevoli, abbiano promosso queste località, con i propri scatti, pubblicati e visualizzati da centinaia, se non migliaia, di utenti. Il potenziale dei social va considerato come una strategia di marketing territoriale, che promuove in modo esponenziale un luogo, le persone e il suo folklore.
La sinergia di uno Slow Tourism, ovvero poter ammirare tutto quello che ci circonda, senza l’ansia di progettare e controllare ogni dettaglio, è un principio base di questo momento, che dura da ormai due anni, e di cui ne risentiamo ancora in maniera notevole.
L’Oltrepò Pavese, come tutta la Provincia di Pavia, deve caratterizzarsi quale Smart Land cogliendo le sfide di una transizione energetica ed ecologica ormai non più rinunciabile aprendosi all’innovazione con i piedi ben solidi nelle tradizioni e nelle proprie comunità. Da territorio immutato, l’Oltrepò deve caratterizzarsi quale contesto ideale dove sperimentare rappresenta una virtù per creare eccellenza e continuare a valorizzare le eccellenze consolidate. In questa direzione si collocano le sperimentazioni di mobilità flessibile, sviluppate dalle politiche di coesione ’14-’20 nell’area interna dell’Alto Oltrepò Pavese, o la capacità di molte strutture ricettive di far evolvere la propria offerta turistica sempre più in chiave esperienziale e di ospitalità comunitaria. La strada sulla quale stiamo lavorando come sistema territoriale è quella giusta e, con un pizzico di coraggio e grazie alla creatività dei nostri territori, sarà certamente vincente già nell’estate del 2022. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, inoltre, rappresenta una grande occasione per il nostro territorio e per far emergere, dentro una cornice unitaria di valorizzazione provinciale, le molte sfide che il nostro territorio può vincere in relazione alla propria capacità di essere più attrattivo e interconnesso, ancora una volta rinsaldando quel legame unico nel nostro territorio tra territori e città, tra arte ed ambiente, tra tradizione, innovazione e comunità locali.
La Provincia di Pavia, proprio in questi giorni, sta lavorando per valorizzare tutto questo e, come ho promesso, mettere in pratica la costruzione di questa alleanza virtuosa del sistema territoriale provinciale in tutte le sue articolazioni ed eccellenze da raccontare.
La nostalgia dello stare insieme, sia come feste in paese, attività con i piccoli, lezioni di ballo o di altri sport, è palpabile e questo andirivieni di regole ha provocato un malessere interiore, non sempre facile da curarsi in autonomia. Avete qualche progetto circa consultori di psicologi, anche come incontri di gruppo? La tariffa media di un esperto è elevata e, in questo momento, non tutti se lo possono permettere, ma la serenità della psiche ricade sul fisico e, quindi, sull’esistenza: studiare, lavorare, avere una famiglia e amici, e ritrovare l’essenza che ci permetta di essere lieti, con noi stessi e con gli altri.
La lista di curiosità è lunga, ma, al momento, aspettiamo un vostro feedback.
Auspichiamo anche una collaborazione con la testata online, in cui ci inviate comunicati stampa che diverranno notizie, corredati anche di scatti. Avete molti abitanti, del vostro paese stesso, molto abili in questo.
E, non meno importanti, vi porgo anche i saluti dalla celebre pasticceria Balzola, che ha sede ad Alassio, località balneare ligure, frequentata da molti pavesi e in cui, in una spiaggia, è possibile incontrare dei gestori, suoi compaesani.
Buon proseguimento di mandato.