Italia, 2022. Specifico il Paese e l’anno, poiché sembra stiamo compiendo passi da gigante, ma all’indietro: il diritto allo svago, in particolare per adolescenti e adulti, che prevede un’uscita nella società, dopo le prime chiusure a causa dell’innalzamento contagi da Covid19, è quasi annullato, fino ad obbligare la chiusura di locali storici. Pavia e Milano sono gli esempi delle città più colpite, ma non dimentichiamo molte realtà di provincia, che, da quasi un secolo, hanno rappresentato la musica. L’Italia risente dalla mancanza di spazi dedicati alla cosiddetta live-music, la musica suonata da band, emergenti o conosciute, che consentono ai giovani di esprimere la loro creatività, poiché silenziare la voglia di porsi in gioco a un artista non è salutare sia per il suo benessere psicofisico sia per il pubblico, qualunque fascia di età esso abbia.
Molti psicologi stanno rilevando l’aumento di atti violenti, non solo nelle periferie delle grandi città e non solo nei fine settimana. I giovani, a parte qualche attività, trascorrono tempo in luoghi in cui è possibile consumare livelli di alcool e, di conseguenza, l’euforia può condurre a gravi conseguenze. Quasi due anni di notizie, che hanno rivoluzionato la nostra esistenza, com’era prevedibile, si stanno ripercuotendo sul nostro Io, in particolare su quello dei giovani, che stanno abbandonando gli studi e i ragazzi abusano del loro genere sulle ragazze, ancora considerate, tristemente, “soggetti deboli”.
Era marzo 2020: ci filmavamo su quelle applicazioni, come Tik Tok, quasi come fingere di non essere catapultati in un universo assurdo, anzi in un vero e proprio film dell’orrore.
Non è trascorso molto tempo, anche se a volte ci sembra un’eternità, proprio perché la memoria tende a cancellare i momenti peggiori che abbiamo vissuto; nell’anima, le lesioni rimangono e solo la musica riesce a intervenire e a far riaffiorare momenti in cui conoscevamo il concetto di felicità: scorrendo, ad esempio, i filmini di un concerto, ecco che ti compare una cantata di gruppo, con i tuoi amici e con migliaia di sconosciuti, in uno stadio e con gli occhi a forma di cuore rivolti verso l’idolo sul palco.
Non possiamo definire la musica “la panacea di tutti i mali”, ma le Neuroscienze provano che essa rientri in una delle arti, con un potere “terapeutico”: può alleggerire l’angoscia, che, ormai, ci pervade anche per un minimo problema. La voce che manca ai giovani conduce a modi alternativi e, come già accennato, condannabili di svago, che non li giustifica, ma si rivela un’impellente necessità da risolvere.
Pavia si è mobilitata e si sta mobilitando, con l’inaccettabile chiusura di Spazio Musica: un’ amara decisione tra molte, poiché anche nella più grande Milano, altri esempi di locali, che non conoscevano crisi, hanno dovuto rinunciare ad attività, ormai, decennali. Ritornando a Pavia, un sogno sarebbe riavere “Il Celebrità”, la discoteca co-protagonista della canzone di Max, che impazzava, non casualmente, in questo genere di sale, nel 1999. Era la fine del millennio e chiunque pensava a quanto, di positivo e di negativo, aveva raggiunto fino a quel momento.
Anche se la crisi non era grave come quella attuale, purtroppo, il Celebrità chiuse il 14 novembre 2003. Max ne parla con nostalgia, come i ragazzi di quell’epoca: se un locale “ha fatto la storia”, significa che molti giovani hanno avuto la possibilità di sognare; quindi, la domanda che ci si pone è perché coloro che stanno vivendo la gioventù, ora, la cui esistenza sembra più facilitata, disponendo di strumenti digitali personali, ma, dall’altra, conoscono il significato dei “sentimenti”?
Una richiesta di gestire accordi e fornire risorse affinché la musica non venga legata come un aspetto secondario la chiediamo alle Regioni.
Il Festival di Sanremo, appena concluso, ci ha regalato qualche momento di spensieratezza, ma prima di arrivare su quel palco, occorre raggiungere molti traguardi, alcuni faticano meno del passato, tuttavia la maggior parte degli artisti, oggi famosi, sia a livello nazionale sia internazionale, ha iniziato a comporre nella propria camera o in soffitta e a suonare negli SPAZI, disponibili nel proprio paesello di provenienza.
Ognuno di noi, secondo la propria indole, deve poter godere del diritto di esprimersi, poiché se come si suol dire:” La musica mi ha salvato”, significa che un artista ha potuto avere il “suo” momento, davanti a un pubblico, che ha tramandato quelle emozioni ai figli e ai nipoti.
La musica è anche Storia e sappiamo bene quanto il valore della Storia sia indefinibile!