Dopo circa un biennio di sospensione, in data 13 febbraio 2022 è ritornato il Carnevale. I giorni di inizio e fine variano ogni anno, in quanto legati alla Pasqua (e ai calcoli delle fasi lunari ad essa correlate).
Il Carnevale moderno, per meglio dire così come lo consociamo noi oggi, ha le sue origini all’inizio del 1900. In passato, in alcune zone d’Italia (Bergamo e Brescia) il Carnevale iniziava quasi immediatamente dopo Natale, infatti vige il proverbio: “Dopo Natale è subito Carnevale”, per poi spostarsi verso la data di Sant’Antonio Abate.
Presumo che sia a conoscenza dei nostri lettori che i “nonni” del Carnevale sono i riti dionisiaci dell’antica Grecia e i Saturnali dell’antica Roma.
Il Carnevale è presente nelle società cristiane, in quanto questo periodo dell’anno è sempre da inserire nel più ampio ciclo calendariale. Esso non sarebbe concepibile senza la Quaresima, forse è a tuti noto il significato filologico del Carnevale (carnem levare), relativa all’ultimo banchetto prima della Quaresima, anche se questa spiegazione desta molte perplessità in tanti studiosi.
Si ritiene che il Carnevale sia un periodo in cui è concesso dare sfogo ai propri istinti primordiali. Al riguardo esprimiamo le nostre perplessità, in quanto Il periodo di Carnevale è consapevolmente organizzato. Gli “istinti animali” presenti nell’essere umano, in genere si sfogano senza alcun bisogno di autorizzazione o di adeguato contesto. Il Carnevale esprime uno dei suoi tanti paradossi, poiché esso obbliga le persone ad un “divertimento coatto”.
In diverse città i sindaci affidano temporaneamente le chiavi alla maschera locale, ma solo esclusivamente sotto il profilo simbolico, tanto per adoperare un esempio concreto, in caso di emergenza sarà il sindaco a coordinare gli interventi, non certo la maschera che rappresenta la città.
Nella tradizione Medievale il Carnevale è sempre stato considerato la Festa dei Pazzi (festum stoltorum), ma la pazzia carnevalesca è da intendersi come una pazzia particolare, in quanto essa è provvisoria. Nella rappresentazione carnevalesca possono essere ritrovati quadri clinici appartenenti alla psicopatologia, ogni maschera in fondo ne esprime singoli aspetti. La pazzia ha due evidenti caratteristiche: la prima è una sciagura, ma la seconda prevede una forza vivificante straordinaria.
Nel Medioevo il re concedeva al giullare di prenderlo in giro. A lungo il buffone di corte è stata l’unica persona che si poteva premettere di criticare l’autorità senza essere condannato a morte.
Il Carnevale corrisponde ad uno spartiacque, una specie di terra di mezzo psicologica, in cui è possibile che siano espressi sia i misteri del buffo e del tremendo presenti nella vita in genere. È vero che ormai nei tempi moderni il Carnevale è una festa che ha molteplici aspetti consumistici, slegati al vero vissuto carnevalesco. In passato si concedevano notevoli eccessi, in quanto erano previste vere rinunce e riflessioni serie. Alcuni studiosi affermano che oramai il Carnevale moderno è un Carnevale senza Quaresima.
Dal punto di vista psicologico, il Carnevale offre una notevole possibilità: premette l’elaborazione collettiva dell’Ombra sia individuale sia collettiva.
Vivere seriamente la rappresentazione dell’Ombra consente d’integrarla, di avviare il percorso della comprensione, che può essere raggiunta solo attraverso un autentico percorso di rinuncia e riflessione (Quaresima se non religiosa almeno psicologica).
La pandemia ha suscitato fondamentali e complessi interrogativi riguardanti i limiti delle libertà personali, la tutela della privacy, l’efficacia dei sistemi sanitari e scolastici. A mio avviso, aver deciso la sospensione del Carnevale negli ultimo anni ha inviato un chiaro segnale a tutti. Evidentemente, a volte di fronte quesiti epocali, è preferibile evitare di offrire anche solo un’occasione per poter iniziare a riflettere.
In questi giorno sui media sociali girava una battuta efficace: “Sarebbe il colmo se a Carnevale ci togliessero le mascherine”.
Da qualche giorno è terminato l’obbligo di indossare mascherine (sanitarie) all’aperto, speriamo di aver iniziato tutti noi un primo passo verso una vita migliore.
A illustrazione di questo articolo troverete “Allegria 2.0”, collage dell’artista Nicoletta Conio, che ringraziamo sentitamente per aver condiviso con noi questa sua opera.
Chi desidera porre quesiti od esprimere osservazioni può scrivere al seguente indirizzo email: liberamenteeco@gmail.com