Cultura e Musica

Le prime donne scienziate a Pavia

L’11 febbraio la Notte Europea dei Ricercatori (SHARPER NIGHT-ERN), in collaborazione con Università degli Studi di Pavia, Ufficio Sostenibilità OSA e INFN, festeggia la Giornata mondiale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza.

Alle ore 12.00, in Cascina Cravino verrà piantato un albero dedicato a Eva Mameli, laureata a Pavia in Scienze Naturali e prima docente donna ad accedere alla cattedra di Botanica.

Un grande mandorlo in fiore salutò la nascita di Eva Mameli. Quasi come fosse un sigillo per segnare una relazione che durerà per oltre novant’anni, quella tra Eva e la natura. La storia di Eva Mameli, botanica e divulgatrice, è stata spesso messa in ombra da quella del marito, Mario Calvino, e da quella ancor più “ingombrante” del figlio, Italo, celebre autore.

Giuliana Luigia Evelina Mameli, detta Eva, nasce il 12 Febbraio 1886 a Sassari, da una famiglia alto-borghese, quarta di cinque figli: la madre è Maria Maddalena Cubeddu, il padre Giovanni Battista è colonnello dei carabinieri. La famiglia Mameli è molto unita e l’educazione dei figli si basa su principi quali il valore dello studio e il massimo impegno nella vita e nella professione. Infatti Eva frequenta un liceo pubblico, tradizionalmente “riservato” ai maschi, e in seguito, particolarmente interessata alle scienze, s’iscrive al corso di Matematica presso l’Università di Cagliari, dove si laurea nel 1905.

Pavia definì Eva “una donna brillante, appassionata, grande lavoratrice”: frequenta il Laboratorio crittogamico di Giovanni Briosi (1846-1919), che si occupa di piante “inferiori”, studi ancora abbastanza unici in Italia. Eva si appassiona a tal punto da proseguire le sue ricerche come assistente volontaria anche dopo la laurea in Scienze Naturali nel 1907. Nel 1908 consegue nel frattempo il diploma presso la Scuola di Magistero e, due anni dopo, l’abilitazione per la docenza in Scienze Naturali per le scuole normali dove insegna per due anni. Ottiene la cattedra di Scienze presso la scuola normale di Foggia, chiede e ottiene il distaccamento presso il Laboratorio crittogamico dell’Università di Pavia. Vince però anche due borse di studio di perfezionamento che le permettono di continuare l’attività di ricerca. Nel 1911 le viene infatti assegnato il posto di assistente di Botanica e nel 1915, prima donna in Italia, consegue la libera docenza in questa disciplina. Il suo primo corso universitario ha come titolo La tecnica microscopica applicata allo studio delle piante medicinali e industriali.

La pianta scelta è un Celtis australis, pianta autoctona della pianura padana, e verrà messa a dimora nella storica Cascina Cravino, via Bassi 21, a Pavia.

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