Isa Maggi, coordinatrice nazionale degli Stati generali delle donne, ha avviato il progetto che vede le donne al centro dell’economia nazionale.
La pandemia è stato un colpo sul fronte del lavoro con l’occupazione femminile al 49%, dato peggiore dal 2013. A denunciare la situazione è il Bilancio di genere 2021, redatto dal Dipartimento della ragioneria generale dello Stato. L’indagine analizza il bilancio pubblico sulla base di 128 indicatori focalizzati sulla differenza uomo-donna. Da essa, emerge come la crisi generata dal virus abbia aumentato lo svantaggio delle donne.
Un’ altra influenza negativa, in particolare sulle donne, è stato anche il lockdown: «Being Mind-Healthy», il report di Axa sulla salute mentale e il benessere, presenta uno studio effettuato su un campione di 11 mila persone, di età compresa tra i 18 e i 75 anni, da 11 paesi europei e territori asiatici (Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Irlanda, Belgio, Svizzera, Cina, Hong Kong e Giappone). Per il 48% dei casi nel nostro Paese e il 33% a livello globale, la prima ragione dietro a un malessere psicologico è la pandemia. Gli uomini abbiano un miglior stato di benessere mentale, per le minor preoccupazioni, soprattutto sul luogo di lavoro, poiché i settori più duramente colpiti dalla pandemia sono quelli che vedono un maggiore impiego femminile, come ad esempio: scuole, sanità e ospitalità.
Il grupp Axa ha utilizzato questi dati per rafforzare e migliorare il servizio di sviluppo soluzioni salute, promuovendo sempre più il teleconsulto con medici professionisti, in primis, gli psicologi.
Nel 1999, Kathy Matsui, analista di Goldman Sachs, elabora la teoria della Womenomics, termine che è composto da Women=Donne + Economics=Economia.
Due economiste italiane dell’Università Bocconi, Alessandra Casarico e Paola Profeta, fornirono dei dati concreti su questa definizione che lega “il ruolo delle donne”e “l’economia”: se “solo” 100.000 donne italiane entrassero nel mercato del lavoro, il PIL nazionale aumenterebbe già dello 0,28%. Se solo raggiungessimo il livello di occupazione degli uomini, vicino al 70%, avremmo un aumento del PIL del 20%.
“In più, le donne, in caso di impegno lavorativo, delegherebbero il lavoro domestico a soggetti esterni alla famiglia, incrementando ancora di più il mercato del lavoro, e in particolare i servizi alla famiglia, già in forte ascesa nel nostro paese”. Questo quanto affermavano le due economiste che sembra essere molto chiaro.
Isa, Amelia Laura Crucitti e Piera Savino, con la partecipazione di musiche e idee anche dal genere maschile, hanno molte idee da attuare. Un ringraziamento alla preghiera di Papa Francesco, che, con la sua autorità, deve contribuire a focalizzare il ruolo della donna, nella società.
L’ appuntamento per i prossimi meeting è ai primi di marzo.