Cronaca

“Dop i cent? Ce ne sono ancora…”

Questa frase era, ormai, la sua battuta a coloro che le chiedevano come si stava a cento e più anni. Sì, perché la signora Rosamunda Campagnoli, nata agli inizi del secolo scorso, nel 1915, ha conosciuto molto di quello che noi, ragazzi, abbiamo studiato e studiamo sui libri di scuola.

Monda, come era conosciuta, ha vissuto molto più di un secolo, metaforicamente pensando, poiché i cambiamenti della società sono stati immensi, da quando lei era una bimba della campagna verruese.

Io la ricordo dedita alla propria abitazione e alla coltivazione, in particolare dei crisantemi, con il figlio Tino. Una donna minuta, quanto determinata. Una 105enne, come dichiara l’immagine, che ha contratto ed è brillantemente guarita dalla prima, terribile, ondata di Covid19. Lei che, negli ultimi circa otto anni, risiedeva alla RSA San Francesco, di Pinarolo Po, seguita e, curata, quando necessario da medici e infermieri, sempre presenti, che le si sono affezionati e non è solo la nonnina di Verrua Po, ma anche quella della struttura.

Lei che, forse, da bambina, non ha avuto l’occasione di dipingere in modo spensierato, partecipava, con curiosità, ai laboratori, che il programma delle animatrici prevede, per mantenere attive le capacità cognitive.

Quando ho avuto l’occasione di parlarci, durante il periodo in cui mia nonna materna era ricoverata, Monda, che avrebbe quasi potuto essere sua madre, ha saputo infonderle energia, in momenti difficili e di sconforto. Diciotto anni di differenza e l’ultracentenaria è stata vicina a mia nonna, spiacendosi, lo ripeteva spesso, di vedere mancare pazienti più giovani di lei, che avrebbero “meritato” qualche anno in più.

Generosa e socievole, spesso attorniata dai familiari e dagli amici del paese.

Le sue feste di compleanno, celebrate con merenda, musica e balli, avevano anche ospiti d’onore: il Sindaco ed altre autorità di Verrua Po.

I suoi occhi sorridevano e non le mancava la voglia di scherzare.

Gli ultimi giorni, dopo una frattura del femore e un intervento ben riuscito, hanno risentito nella convalescenza. Purtroppo, quando ho saputo, mi sono immobilizzata: anche la mia terza nonna, se posso definirla in questo modo, se ne è andata, e le auguro che possa riabbracciare i suoi cari in Cielo e, perché no, proseguire le partite a carte e ascoltare quella musica allegra, sulla base del liscio, che ha caratterizzato la sua gioventù.

Ne compivi 107 il 31 marzo, anche se “a distanza”, espressione molto frequente ai tempi dell’isolamento, qui in un altro contesto, avremo modo di celebrarli.

Un bacione da tutti coloro che hanno imparato qualcosa dalla tua saggezza.

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