Lo scorso autunno, le associazioni culturali hanno ripreso l’allestimento di esposizioni in città. Quella che il fotografo pavese, Paolo Torres, ha scelto per narrare i suoi 35 anni di attività si intitola Grandangolo ed è un insieme di 4000 scatti, che comunicano una Pavia, per la maggior parte risiedente nella memoria di coloro che l’hanno vissuta, con eventi che, fino a una quindici di anni fa, potevano sembrare più unici che rari. Una Pavia con personaggi all’apice delle loro carriere, in più settori, ma anche la Pavia dei più semplici, che abbraccia chiunque e che esiste ancora, ma che andrebbe valorizzata.
Questo tuffo nei decenni è possibile farlo a Pavia, presso il Palazzo del Broletto, in Piazza della Vittoria a Pavia fino alle ore 18:00, del 7 gennaio 2022.
L’idea di far sfogliare gli scatti è stata di Mariangela Singoli, quando, casualmente, ha avuto modo di vedere qualche fotografia dell’amico. Colpisce nell’ entrata della sala principale, quel collage di scene a colori e in bianco e nero, che parla anche di noi e dei nostri cari. Una Pavia che è stata il simbolo dei primi notevoli progressi della scienza medica. Torres ha avuto l’occasione di effettuare il ritratto della prima bambina, ammalata di AIDS, quando pronunciare quell’acronimo era un tabù. Lo scatto fece il giro del mondo e divulgare un materiale esplicito, a quell’epoca, poteva essere un rischio per la reputazione dell’autore: l’obiettivo era ben specifico e la tecnica fotografica, come avvenne negli anni a seguire, rappresenta un canale di informazione. Oggi, che viviamo nella cosiddetta “società dell’immagine”, sembra che comprendiamo in minor tempo il significato, anche metaforico, a livello grafico, piuttosto che letterario. Quello scatto fu una testimonianza fondamentale anche per loro che non credevano di quanto potente fosse il contagio del virus HIV. Non possiamo evitare di pensare alle più recenti immagini, come macini sul cuore, dei fatti che hanno caratterizzato i quasi due anni alle nostre spalle: gli infermieri, sfiniti, appoggiati ai muri e sofferenti in viso.
Se non fosse stato convinto dall’assessore, il narratore di questa fiaba, a tratti festosa ad altri drammatica, non si capacitava dell’enorme patrimonio storico-artistico che sta coinvolgendo numerosi visitatori e che, in occasione delle festività natalizie, potrà raggiungere anche i turisti provenienti da luoghi molto più lontani.
Come venne definita dagli studiosi, Pavia è “il crocevia d’ Europa” e, ancora oggi, numerosi sono gli universitari, sia studenti sia docenti, che frequentano il suo celebre ateneo, non solo europei, provenienti da ogni parte del mondo.
La reunion di scene potrebbe essere un’occasione ideale di uscita didattica, più adatta alla fascia scolastica delle secondarie, in cui l’insegnante avrà il ruolo di tradurre in un racconto quella moltitudine di azioni e voci bloccate da uno scatto: cerimonie, calamità naturali e manifestazioni. Pavia nasconde uno scrigno di notizie, che vanno conosciute ed è necessario farle conoscere alle nuove generazioni.
L’articolo verrà approfondito da un tour fotografico e da qualche opinione dei visitatori.
Buona passeggiata nel secolo scorso, curiosando anche qualche inquadratura del presente.